Il PONTE – settembre 2022 - Pierina Gallina news

Il PONTE – settembre 2022

Il PONTE – settembre 2022

Il Ponte è un periodico del Medio Friuli: settembre 2022

Questi, i miei articoli.

 FIABA

CHE CACCA DI MOSTRO          

Età suggerita: da 6 anni  

Immagine: pastelli soft su tavola mdf di Sonia Sapienza di Campiglia Marittima (Livorno)


“Avere a che fare con i mostri a 5 anni no, non è bello, neppure a 60 e nemmeno a 95” diceva nonna Gina. Aveva esperienza lei, di tante cose, ma i mostri proprio no, non le erano mai piaciuti. E ora, che ne aveva conosciuto uno, avrebbe voluto incontrarlo, prenderlo a sassate in testa per farlo scappare di corsissima.

“Via, brutto mostro” ripeteva, mentre si aggiustava bene gli occhiali sul naso, sollevando la coperta di Chris e controllando che non fosse nascosto lì. Guardava negli angoli e, perfino, dietro la porta per vedere se il mostro, per caso, non si fosse nascosto proprio lì.

“Lo batteremo, te lo posso assicurare – prometteva nonna Gina –   sì, mio prode generale, a quel mostriciattolo gli infilzeremo le budella e, poi, lo butteremo nel water”.

Quella era la parte che piaceva di più a Chris. Sì, poter fare la pipì addosso al “mostro color cacca” e pure invisibile, gli sembrava proprio un’idea grandiosa. Che, poi, invisibile non doveva essere, se il dottor Siluro – non si chiamava così, ma aveva un razzo ricamato sul camice proprio per fare una paura paurosa ai mostri – l’aveva scovato nel laboratorio mentre scappava da una provetta all’altra e si nascondeva nei barattoli delle garze.

Un mostro che si fa scoprire è proprio stupidotto, ne faremo polpette” diceva il dottor Basso, che invece era altissimo, ma aveva quel nome, perché sul suo camice c’era il disegno di un basso, di quelli per suonare.

Che fosse un mostro stupidotto, lo diceva anche la dottoressa Raffaella, così bella da sembrare la fata di una fiaba nuova, coi capelli rossi rossi: “Noi sconfiggeremo il tuo mostro color cacca” gli ripeteva sottovoce, mentre gli premeva delicatamente il pancino facendogli un po’ male, ma proprio poco, Anche lei sapeva come trattare i mostri come il suo e sapeva le canzoni giuste per addormentarli. Preparava un infuso che funzionava solo lì, nel suo letto d’ospedale, perché fuori avrebbe perso tutti i mega poteri. Ci voleva anche il dottor Basso, a gambe larghe davanti alla porta, con gli occhialetti tondi, attento che il mostro color cacca verdastra non cercasse di svignarsela, magari andando da qualcun altro. Il mostro era così furbastro da buttare fialette puzzolenti nella camera e far venire gli occhi rossi a mamma e papà. Ma il dottor Siluro aveva capito come mandarlo via, almeno per un po’.  Certo, Chris avrebbe dovuto lasciarsi fare un piccolo taglietto sulla pancia, ma mentre dormiva eh! Mica così, da sveglio.

Chris non capiva come avesse fatto questo mostro ad arrivare nella sua pancia. Mentre dormiva o forse, senza saperlo, aveva bevuto dell’acqua stregata? Boh, ormai ce l’aveva e doveva mandarlo via!

Così, si lasciò fare il taglietto, ma solo fata Raffaella poteva controllare la cucitura speciale. «Buongiorno, ben svegliato. Sono tanto felice. Vieni a vedere cosa c’è fuori. Lo vedi quel bellissimo color rosa pennarello? È il cielo che fa festa, perché il tuo mostro-cancro se n’è andato e, per festeggiare la nostra vittoria, tutte le foglie degli alberi si stanno aprendo e diventano fiori colorati» gli disse quella mattina.

Era sicuro? Il mostro color cacca non c’era più? Chris sapeva che non se ne andava via facilmente e che sarebbe potuto tornare. Aveva sentito anche che, con altri bambini come lui, non era stato mica così gentile e li aveva portati via con sé, lontano. Già, proprio questo aveva saputo!

Ma il suo mostro-cancro era stato sgominato. E, quando il dottor Siluro e il dottor Basso avevano consegnato a nonna Gina l’ultima ricetta, Chris aveva chiesto saltellando di poter mangiare una super pizza, un po’ a occhi aperti e un po’ chiusi, così, giusto per vedere se cambiava sapore.

«Cosa ne dici di fissare un appuntamento, così ci rivediamo?» gli disse la dottoressa-fata Raffaella, coi capelli rossi all’indietro.

Chris non sapeva scrivere, perciò chiese a nonna Gina di disegnare la data sulla sua agenda. Non voleva certo dimenticare un appuntamento così importante.

Chris uscì quel mattino dall’ospedale, dando la mano alla mamma e al papà, che non avevano più gli occhi rossi. Era il segno che il mostro-cancro color cacca verdastra se n’era andato. Spiaccicato.

Erano tranquilli, perché, in giro, c’era la signora Prevenzione, che guardava dappertutto, dalla testa ai piedi, con i suoi occhialoni da curiosa, ma buona. Non voleva certo che il mostro tornasse da Chris, ma, se per caso avesse cambiato idea, lei e nonna Gina lo avrebbero conciato per le feste. Siccome erano amiche, si telefonavano ogni sera per dirsi che era tutto a posto e non serviva controllare sotto le coperte o sotto il letto. Solo dopo la telefonata, nonna Gina cantava a Cris…

 

Ninna oh! Ninna oh! Il mostro color cacca a chi lo do? Lo darò al dottor Siluro, che lo manda via di sicuro. Lo darò al Dotto Basso, che lo manderà a spasso. Lo darò a fata Raffaella, che lo cuoce in padella. Buonanotte.

“Che cacca di mostro” è una delle 52 fiabe del libro “Un anno da fiaba” acquistabile su www.pierinagallina.it

LIBRI

LE ALI DEL CUORE   di Patrizia Pizzolongo

Viene un momento, magari dopo esperienze grandi come monumenti, in cui la voce del cuore  pretende di essere ascoltata. Dall’interno reclama, pretende attenzione. E ce la fa: supera le timidezze, i dubbi e quella, naturale, ritrosia a rendere pubblici i pensieri più intimi, per anni tenuti nei cassetti, a parte qualche, vittoriosa, presa di coraggio.

Settanta poesie hanno chiesto, e ottenuto, carta su cui sdraiarsi e ali per volare.

“Le ali del cuore”, infatti, è il titolo della prima raccolta poetica di Patrizia Pizzolongo, codroipese,  maestra, moglie, madre, nonna.

Silloge doverosa, per omaggiare il marito Giorgio, che ha indossato altre ali, il figlio con la sua famiglia, i tre nipoti.

C’è riuscita, Patrizia, a dar ali al suo cuore!

Lo ha fatto per lasciare un segno del suo incedere nella vita, per ringraziarla di darle ancora la mano, per aiutarla ad apprezzarla e a ricordare, sempre.

Ben sapendo che la sua rapidità non consente a nessuno di scherzare né con la memoria né con i sentimenti.

Perché, così, fa la poesia: rende soffici gli spigoli delle cose.

Nello scrivere, Patrizia interroga il passato per poter intravedere il futuro anche nel quotidiano, mosso, talvolta, dal soffio del dolore, ma anche delle felicità, colte e annusate, come doni non scontati.

Indossa una speciale lente, attraverso cui osserva, più profondamente, gli affetti, le emozioni, i luoghi: la triade che, del libro, è filo conduttore.

Nei versi si percepisce il peso delle parole, grazie alla leggerezza con cui riempiono silenzi e solitudini o sfiorano la vasta geografia emotiva.
Nella loro chiara sintesi, vibrano di musicalità.

Simili a bolle di sapone, “strappate dal nulla”, agganciano il profondo e lo elevano alla luce della mente e dell’anima, sempre in libera esplorazione.

Il libro, come il titolo svela, è il cammino coraggioso di una donna, che, nella piena maturità, è capace di affidarsi alla parola, assaggiando l’eterna frantumazione del vivere e del suo ricomporsi, per farsi trovare pronta a indossare ali per viaggiare oltre il sussurro di se stessa, come il mare nella conchiglia.

 

LA VIOLA DI STRAUSS  di  LUIGI BRESSAN           Ronzani Editore

Vive a Codroipo, Luigi Bressan, classe 1941, ma le sue origini lo conducono al Veneto.  Già professore, ha sempre coltivato il talento per la poesia, sia autoprodotta che presa in prestito dal sommo Dante per essere, poi,  imparata a memoria e recitata.

Ha pubblicato quattro libri: la Viola di Strauss è il più recente e fa parte della collana “Qui e altrove. Manifesti di poesia contemporanea” diretta da Matteo Vercesi.

Bilingue – inglese e italiano – la Viola di Strauss è contenitore di versi originali, dalla forza vivificante, ricchi di metafore nuove e intriganti, a tratti sintetiche, di similitudini e di inediti accostamenti verbali.

A fare da sfondo, il Covid.

Infatti, le poesie sono state scritte da marzo a giugno 2020, durante l’isolamento per pandemia. In un luogo interiore, ben lontano dal frastuono della comunicazione, Bressan ha composto un giardino vivo di parole in versi o, meglio, un allegorico orto dei semplici meravigliosamente vario, vitale e terapeutico.

Non è di immediata fruizione, la sua poetica.  È densa. Chiede impegno ed empatia prima di svelarsi e traghettare il lettore dentro a un “tempo irraggiungibile”.

Fiori e uomini sono i poli fermi dei suoi versi, così come la diversa sorte della natura e dell’umanità.

Tra loro si insinua una cristallina intercapedine d’aria – e di tempo – che si fa luogo miracoloso in cui tutto ciò che non è più, rivive. E si fa estrema luce di commiato.

LUCE DEI MIEI GIORNI               di Caterina Firmani

Il libro è preziosa testimonianza della forza dell’amore, quello che non finisce con la vita terrena.

La morte – in questo caso per Covid – dell’uomo amato per oltre 40 anni, nulla toglie al calibro dell’amore. Sempre alto, sempre forte. Caterina, dopo  un anno, gli dedica questo libro, sillabando la felicità abitata insieme, fin dai sedici anni. Scrive con il cuore in mano, con competente eleganza. Con pennellate di parole leggere ritrae il marito sulla tela della sua vita. Onorata, sempre, da marito, padre, nonno, imprenditore, vestito di onesti principi e coraggio.

Caterina trasferisce su carta l’immensa ricchezza di amore e di dolore, che le appartiene. Non ne fa sfoggio, anzi, ne ha cura. Vive al posto del marito, dorme al posto suo, scaldandosi alla luce dei ricordi, testimoni di un amore invincibile. ‘ è tanta vita nel libro di Caterina, tanto amore e una quotidianità semplice e maggiormente importante.

Antonio ha toccato la vita di tante persone, con gentilezza, bontà d’animo, il suo sorriso. Quello che mi resta ora al termine di queste pagine è amore. Fogli di un vissuto ricco di amore, sacrifici, onestà e altruismo che raccontano di una storia d’amore forgiata dalla semplicità, amore per la famiglia , per il lavoro e per le piccole cose.
Uno scritto verace, dedicato a una persona speciale che purtroppo ci ha lasciato troppo in fretta.

CAMINO AL T.

LA DOMENICA POMERIGGIO  di “STIN INSIEME”

Risale alla fine degli anni 90  – quando il parroco era Don Saverio Mauro –  l’apertura del Centro “Stin Insieme”, in canonica. Ogni domenica pomeriggio, chi voleva poteva recarsi, lì, per stare in compagnia, giocare a tombola, parlare e divertirsi. Gestito da Luciana Zanet e Lucia Frappa, all’epoca era molto frequentato e l’occasione socializzante molto apprezzata.  Ancora oggi “Stin Insieme” è attivo e aperto – dal 4 settembre, dopo le ferie estive – ogni domenica pomeriggio, grazie al coordinamento della signora Orsolina Susanna e di Don Maurizio Zenarola.

Ogni incontro è una festa, così come è stato il novantesimo compleanno di tre signore caminesi: Assunta Bosa, Vilma Macor e Luciana Zanet.   L’entrata è libera. Per ogni informazione:  Don Maurizio – cell. 3452203048.

RIVOLTO

SANT’ANNA e il PERDON della Madonna della Cintura, con la statua restaurata

Dal 1730, a Rivolto si ripete il tradizionale rito della processione del Perdòn, in onore di Sant’Anna e della Madonna della Cintura.  Protettrice delle partorienti, Sant’Anna è raffigurata, sul suo altare, in un quadro mentre insegna a leggere alla figlia Maria.

Per la piccola comunità – 580 abitanti – ripristinare la secolare festa, dopo due anni, ha rappresentato un momento carico di significato e di unione, anche grazie all’operato del neo-eletto Consiglio per gli Affari Economici della Parrocchia di San Michele Arcangelo di Rivolto e Passariano, coadiuvato dal parroco, Don Plinio Donati.

Il momento più intenso è stato portare in processione, per le vie del paese, la Madonna della Cintura, apparsa in tutto il suo rinnovato splendore dopo il recente restauro, finanziato dai paesani – per oltre settemila euro – su iniziativa di Giuseppe Baracetti, da 38 anni sacrestano di Rivolto.

La popolazione ha contribuito a dare lustro al suo passaggio, capitanato dal sindaco di Codroipo Guido Nardini e dal parroco, abbellendo le finestre con i caratteristici drappi rossi e con creativi  addobbi floreali.

La processione ha percorso via Gabrielli, tutta la via Santa Cecilia fino all’omonima chiesetta e ritorno, fino all’incrocio con via Gabrielli, dove si è continuato fino alla piazza, aggirando la rotonda e rientrando in chiesa.

Per l’intero tratto, la processione è stata accompagnata dalle note della Banda “La prime Lûs” di Bertiolo, che, in conclusione, ha intrattenuto i fedeli con un apprezzato concerto di melodie della tradizione friulana.

A conclusione della storica giornata, il momento conviviale ha riunito numerosi rivoltesi e simpatizzanti.

CAMINO T

LINO MIGNELLI, BENEFICENZA A TUTTA GIOIA

Lino Zanin, noto come Mignelli, generoso e ospitale come pochi, fa il meccanico, in Via Magredi.

Da 15 anni, al compleanno del figlio, in luglio, organizza una festa per ragazzi e operatori della Nostra Famiglia di San Vito T (Pn), capitanati dal Gruppo Gioia.

Dedica energie e risorse affinchè tutto sia perfetto e nella massima sicurezza: mongolfiera ancorata, mini moto, musica, cibo, fontane di fuochi d’artificio non rumorosi, la Messa – celebrata nel Bosco dei Ricordi, da Don Pino Dell’Osso e da Don Endris Ferraresso – e la beneficenza.

Alla personale generosità, aggiunge quella dei suoi clienti, che, durante l’anno, arrotondano l’importo dovuto, sapendo che aiuterà il Gruppo GIOIA e andrà in mani sicure.

Il risultato è stato consegnato personalmente a Brigitte Fausti, consacrata laica e, da 15 anni, referente del Gruppo Gioia, insieme alla neuropsichiatra Cinzia Giovanatto e al volontario Massimo Jus.

Lo fa volentieri, Lino, ben conoscendo e apprezzando il loro operato.

Brigitte Fausti, con entusiasmo alle stelle, ne ha delineato i contenuti: «Dal 6 novembre 2004, 25 animatori condividono una domenica al mese, Capodanno, una settimana di ferie e viaggiano con oltre 40 ragazzi con disabilità, membri del Gruppo Gioia, nato all’interno della Nostra Famiglia».

La loro autentica gioia ha coinvolto tutti, a iniziare da Lino, Daniele, suo figlio e la madre Stefania, che hanno assaporato una serata dal profumo gioioso, autentico, dove emozione sincera e gratitudine sono andate a braccetto.

CAMINO al T         

Un’opera in rame dell’artista SABATINI nel Santuario di S. Antonio a Gemona

Foto di Pia Molina

A Gemona del Friuli esiste il Santuario più antico del mondo dedicato a S. Antonio, con la Porziuncola, accanto all’altare, dove egli dormì, il chiostro del 1200, il museo con ex voto dal 1650 al 1850, la biblioteca, con importanti libri ben conservati.

È un convento gestito da sette frati e dal guardiano, Frate Giovanni Battista Ronconi. La Porziuncola era priva di ogni immagine fino a domenica 7 agosto, quando l’artista del rame, Emilio Sabatini, di Camino al Tagliamento, ha donato la sua opera in basso rilievo, raffigurante il Santo, grazie all’ideazione e coordinamento di Pia Molina.

La cerimonia della collocazione sulla parete della Porziuncola si è rivelata evento di straordinaria importanza e significato, umano e artistico, un onore per la città di Gemona, come hanno sottolineato il sindaco, Roberto Revelant, e il guardiano del santuario, Frate Giovanni Battista Ronconi.  Emilio Sabatini non è nuovo a presenze artistiche in vari luoghi del mondo, Argentina e America Latina compresi. Sono doni, i suoi, che lo rendono appagato.  Classe 1952, artista del rame per esigenza interiore, egli vive con straordinaria energia ogni fase del percorso creativo, affinata dalla personale tecnica. Unica nel suo genere. Nemmeno lui sa spiegare come riesca a dar vita a una lastra di rame. Obbedisce, semplicemente, all’ispirazione che lo cattura e obbliga, in qualsiasi momento del giorno e della notte, a prendere scalpello, cannello, martelli di vari pesi e incidere la lastra, quasi a possederla, mettendoci dentro l’anima.  Così è stato per la lastra raffigurante Sant’Antonio da Padova, che resterà per i posteri nella Porziuncola di Gemona.

POZZO

POZZO, BEANO E RIVIS, FEDELI ALL’ ANTICO VOTO A SAN ROCCO

Gli abitanti di Pozzo, di Beano di Codroipo e di Rivis di Sedegliano hanno il pregio di continuare a mantenere fede al voto, che i loro concittadini fecero nel 1400. Se fossero stati salvati dalla peste e, in seguito, dalle orde di Napoleone, si sarebbero ritrovati ogni anno, il 16 agosto, nella chiesetta di San Rocco, fatta costruire appositamente, nel punto dove si trovava un pozzo, all’incrocio tra due strade fiancheggiate dal Tagliamento. Qui i pellegrini sostavano, si dissetavano e si riposavano, prima di ripartire verso il Norico, sulla Julia Augusta.

San Rocco, pellegrino e taumaturgo francese, vissuto tra il 1350 e il 1379, è il santo più invocato, dal Medioevo in poi, nel mondo contadino, nei terremoti, epidemie ed è il protettore dal terribile
flagello della peste.

Egli si occupava dei malati che, a volte, venivano abbandonati persino dai familiari. Molti di essi guarirono in modo miracoloso, il che contribuì a far emergere il carisma del santo. Con il passare dei secoli è divenuto uno dei più conosciuti nel continente europeo e oltreoceano, ma è rimasto anche uno dei più misteriosi. Anche quest’anno, i fedeli hanno presenziato a due sante messe: una per Beano e Rivis e una per Pozzo, officiata, in latino, da Don Fabio Varutti, accompagnata dal coro e da Olindo Bosa alla tastiera.

Dopo i ripetuti SOS da parte del Comitato spontaneo del Borc di San Roc, capitanato da Angela Pevato, alla chiesetta sono state apportate alcune migliorie. L’imbiancatura della cappella è stata offerta dagli artigiani pittori – di Pozzo – Giovanni e Maurizio Zuccallo. Il recupero di due gonfaloni del 1700 è dono dell’artista del legno Galdino Tomini, le cui opere fanno, già, bella figura, tra cui la via Crucis in legno scolpito. Ma avrebbe bisogno di restauri urgenti. Il pavimento in mosaico, infatti, si sta disgregando e l’umidità scolora gli affreschi.

L’assessore ai lavori pubblici, Daniele Cordovado, e il consigliere Giovanni Soramel, presenti alla funzione religiosa, hanno dimostrato fattivo interessamento alle reali condizioni della chiesetta.

TALMASSONS

FESTEGGIATO IL  30ENNALE DEL CAST

Foto Daniele Drigo

Estate 2022, davvero, intensa e ricca di soddisfazioni per il Circolo Astrofili Talmassons, che ha, degnamente, festeggiato i 30 anni di attività.

Dopo i numerosi eventi di giugno e luglio  –  serate  Skyscape al Biotopo di Flambro, alle Fornaci del  Zarnic a Flambruzzo e il Centenario della Hack in Osservatorio –  il momento topico è stata l’ apertura, con relativo  cerimoniale,  della Mostra del trentennale, allestita nei locali della ex scuola Valussi di Talmassons,  il 5 agosto.

Una trentina di pannelli ha documentato, per immagini e articoli di riviste nazionali e locali, tra cui il Ponte,  e quotidiani, tra cui Corriere della Sera e Repubblica,  come sia nato e si sia evoluto, negli anni, il Circolo. Numerose le foto d’epoca – dal 92 a oggi – inerenti la costruzione e posa dell’Osservatorio e le visite di Steno Ferluga, astrofisico, Margherita Hack, Piero e Alberto Angela e Pupi Avati.

Spettacolari foto astronomiche, realizzate sia dall’Osservatorio che dai singoli soci, hanno concluso il percorso della mostra, che ha richiesto un impegno di diversi mesi. Notevole, infatti, la mole di documenti raccolti con cura, in 30 anni, da uno dei fondatori del Circolo: Stefano Codutti.

Egli, in sintonia con il presidente, Cristian Liberale, ha dedicato intere serate alla scelta del materiale e al relativo inserimento sui pannelli.

«È stato un lavoro immane, ma, alla fine, la grande soddisfazione da parte di tutti ci ha ripagati» racconta Codutti, con orgoglio.

La Mostra è stata inaugurata dal Sindaco Pitton, insieme al “padrino” della serata, l’astrofisico Mauro Messerotti di Trieste, al presidente Liberale e a Codutti, con il taglio del nastro a quattro mani.

Deliziata dal rinfresco, curato dall’Agriturismo Pituello, e dalla spettacolare torta, opera della figlia del presidente, Sara Liberale, la mostra è rimasta aperta fino al 10 agosto, in contemporanea con la FestinPiazza di Talmassons, ma sarà riproposta come itinerante.  Due date sono, già,  confermate.

Nonostante la 29esima edizione della manifestazione storica, “Le lacrime di San Lorenzo”, sia stata rimandata al 2023, prossimamente sarà riproposto il gemellaggio con gli astrofili del gruppo CSA Antares di Trieste.

Intanto, l’estate del Cast prosegue con le aperture programmate dell’Osservatorio e, il 24 settembre, sul Matajur,  con il  “II° Star Party del Friuli Venezia Giulia”, che, l’anno scorso, aveva registrato oltre 110 adesioni e la presenza di ottanta telescopi.

L’edizione 22  – ideata e organizzata dal presidente del CSA Antares di Trieste Stefano Schirinzi, dal P.R. del Cast Stefano Codutti e dal Coordinatore astrofili Alpe Adria Paolo Corelli – gode del patrocinio del comune di Savogna, dell’Unione Astrofili Italiani, e della regione Friuli V.G.

Per partecipare, gratuitamente, basta inviare una mail a  starparty.fvg@libero.it.

SPORT

TENNIS CLUB CAMINO

Torneo Under 10 di Porcia per Leonardo Finos

Edoardo Finos, under 10 della scuola tennis del Camino Tennis Club, dopo che negli adulti era già successo, vince un torneo FIT: alla seconda finale consecutiva, si è aggiudicato il torneo di Porcia Under 10. Con grande soddisfazione del presidente Adriano Pagotto e di tutto il direttivo Tennis Club.

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pierina gallina

Ho un nome e un cognome che non si dimenticano. Sono appassionata di scrittura, poesia, viaggi, libri e persone, in particolare bambini e saggi. Ho pubblicato cinque libri e sono una felice nonna di 7 nipoti, da 6 a 18 anni, mamma di tre splendide ragazze, e moglie di un solo marito da quasi 50 anni. Una vita da maestra e giornalista, sono attratta dalla felicità e dalla medianità, dallo studio della musica e degli angeli. Vi racconto di libri, bambini, nonni, viaggi, e del mio Friuli di mezzo, dove sono nata e sto di casa, con i suoi eventi e i suoi personaggi. Io continuo a scrivere perchè mi piace troppo. Spero di incontrarti tra i fatti e le parole. A rileggerci allora...

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