Il PONTE, mensile del MEDIO FRIULI dicembre 2018
rinunciato al suo sogno, Rosanna.
l’illustrazione e il fumetto un lavoro a tutti gli effetti. Dopo il
diploma a pieni voti all’Istituto Sello,
in arredo e design, ci credeva troppo e mai si era arresa.
voleva farlo qui, nel suo Friuli.
un’ artista”, dicono con orgoglio i
genitori Dirce e Giordano con la sorella Monica.
di qualunque genere per perfezionarsi.
materiale di scarto. Nelle sue mani prendevano una forma nuova. Era riservata,
determinata, era davvero una brava ragazza. Realizzava cartoline, piccoli
libri, disegnava fumetti.
mai ferma. Si dedicava anche al design e al modellismo.
Aveva poi frequentato corsi di fotografia
professionale, di illustrazione per l’infanzia e di tecniche per il fumetto
partecipando a moltissime mostre collettive e personali e a concorsi dove
spesso si era classificata tra i vincitori.
creato agli inizi del 2000 Fresh*Lab, un laboratorio virtuale dove raccoglieva
tutti i suoi lavori. Nel 2003 aveva dato vita al personaggio Jingle Robot, un
robot umano sensibile cui diceva di
essere particolarmente affezionata. Aveva
illustrato con 20 disegni originali il libro “Stati d’amore”, scritto da Giacomo
Trevisan.
fatale scontro con una Bmw l’ha condotta
oltre, a soli 39 anni. La sua giovane vita si è fermata a una curva nel vicentino. Cosa sarebbe
diventata Rosanna? Non è dato saperlo ma è consolante pensare che ora sia una
illustratrice tra gli angeli. Eppure è ancora in mezzo alla sua gente, accanto
ai familiari, grazie ai suoi dipinti,
quadri, personaggi che sono stati i protagonisti di una mostra allo Spazio
d’Arte, curato da Katia Fior, con presentazione di Paola Bristot, lo scorso
settembre dal titolo “Ricordando
Rosanna”.
di lei, del suo incredibile sorriso, degli occhi curiosi e la smania di giovane
artista che, nel suo vagabondare, lasciava dietro di sé illustrazioni, autoproduzioni
e oggetti di ogni tipo.
ha consentito a chi non la conosceva di
apprezzarne l’autorevole talento e a chi ha avuto la fortuna di starle vicino
di rinverdirne la passione, la freschezza e l’ironia. Di sicuro ha dimostrato
che il suo ricordo è vivo e sparso per il mondo. Come avrebbe voluto lei.
CODROIPO – PASSARIANO
A.N.D.O.S. a VILLA MANIN
petto al Convegno “Donne, ecco i nostri alleati: screening, alimentazione e
movimento” voluto e organizzato da sette donne, presidenti dei comitati
regionali ANDOS di Codroipo, Gorizia, Monfalcone, Pordenone, Spilimbergo, Tolmezzo,
Udine e dalla Presidente nazionale Flori Degrassi. Coordinato dal Dr.
Adelino Adami, il convegno ha affrontato un unico tema: la salute delle donne, prima,
durante e dopo la malattia, in un convegno affollato, dal taglio pratico e
autorevole, nel mese mondiale della prevenzione del tumore al seno.
che hanno deposto il proprio campanile in nome della collaborazione hanno
dimostrato che la forza delle donne operate al seno sta nell’incontrare altre
donne con cui parlare e da cui imparare.
e ogni comitato è diverso ma uguale. L’ Andos è trasmissibile, il tumore no.
Non dobbiamo lasciare che il male abbia il sopravvento” ha detto la Presidente
nazionale.
imparare” ha aggiunto la Presidente Andos Codroipo, Nidia Dorio, che ha fatto
dono ai relatori di manufatti realizzati dalle donne del suo Comitato.
la malattia ha parlato Riccardo
Riccardi, sottolineando come il
programma di screening mammografico in regione sia all’avanguardia in campo
nazionale.
sottoporsi allo screening il 70 per cento delle donne invitate. Il Dr. Francesco
Gongolo, ha caldeggiato la prevenzione
perché riduce la mortalità in termini importanti. Molte donne,
purtroppo, non vogliono partecipare per vari motivi, eppure il Friuli si
avvale di 15 radiologi formati all’ISFO di Firenze ed effettuano
almeno 5mila mammografie all’anno. 125mila gli appuntamenti annui,
in 37 sedi, 6 giorni su 7 per 11 mesi e 500mila lettere
spedite, anche di sollecito.
sopravvivenza è in crescita, grazie anche allo stile di vita e
all’alimentazione” ha detto la Dott.ssa Patrizia Gnagnarella. “Per
chi è ammalato è importante adottare stile di vita personalizzato,
fare controlli periodici e seguire le raccomandazioni dei medici anche per il
peso e l’alimentazione, evitando il fai da te. Importante è fare
attività fisica, aumentare il consumo di cereali integrali, frutta, verdura,
legumi, limitare fritti, grassi e dolciumi, carni rosse, salumi, carni
alla brace, alcool e bevande zuccherate, imparare a leggere le etichette
e bere molta acqua.
della sedentarietà che, nel mondo, colpisce un adulto su tre, ha parlato la
Dott.ssa. Silvia Raja. “Non è necessario fare sport – ha detto – ma
muoversi, camminare, ballare, fare attività domestica. Un corpo che
si muove ha il cuore che funziona meglio, riduce il rischio di infarto,
l’obesità, l’osteoporosi, l’ansia e la depressione, migliora il rapporto
tra colesterolo buono e cattivo.
dell’alimentazione durante le cure oncologiche. Se scorretta può aumentare il
rischio di infezioni e rallentare la guarigione. Come fare? Bere due
litri di acqua al giorno a piccoli sorsi, poco durante i pasti, evitare
cibi crudi, alcol, sale, masticare bene il cibo, mangiare a orari
regolari, in compagnia e non con la televisione accesa, limitare i
formaggi stagionati, il vino. Una dieta sana non ha bisogno di integratori se
non su consiglio medico. Tutti i relatori hanno trasmesso lo stesso
appello alle donne: aderire alla campagna di screening, gratuito dopo i 50
anni, per prevenire gravi patologie. Ci sono almeno dieci buoni motivi per dire
“Sì”.
ALZHEIMER, A COME AIUTO”
sia “avanti” sul fronte dell’Alzheimer,
ovvero l’emergenza silenziosa che in Italia colpisce oltre 600mila persone e di
cui troppo poco si parla, è un fatto certo. Lo si è capito anche nel convegno “A come Alzheimer, A come aiuto”,
coordinato dal presidente Fortunato Tonin, promosso per far sentire la voce dell’Associazione, nata
il 22 agosto 2016, degli operatori, degli specialisti, dei volontari e far
circolare informazioni sul tema. L’Associazione Alzheimer di Codroipo è
composta dai familiari dei malati, ed è raggiungibile al 3480717227 o alz.sostegnofamiglie@gmail.com
emerso quanto sia importante chiedere aiuto per uscire da una spirale
emotivamente e fisicamente coinvolgente e di come l’Associazione sia in grado
di fornire servizi utili, sia al malato che ai familiari. Offre, ad esempio,
uno sportello di ascolto e informativo che risponde allo 3480717227, la
possibilità di accedere agli incontri a cadenza mensile del gruppo di auto e mutuo
aiuto previo colloquio, su appuntamento, allo sportello. Il gruppo si propone
come un luogo dove sfogarsi, di accoglienza ed elaborazione del vissuto,
creando nuove relazioni con chi vive la stessa esperienza. In più l’opportunità di partecipare al Caffè
Alzheimer, ogni ultimo mercoledì del mese, organizzato per tematiche sempre
diverse con la presenza di professionisti, presso il Centro diurno o “Casa di
giorno” D. Moro di Codroipo.
apprezzati gli interventi della psicologa e psicoterapeuta Dott.ssa Valeria Temporin e delle due Counselor
professionali Massimiliana Menossi e Gloria Ferro. La serata, allietata dalla
musica degli Gruppo Obba Oboe Band, diretto da Serena Gani, ha avuto come focus
la figura del “Caregiver” ovvero chi presta cura e assistenza al malato, il cui
numero è destinato a triplicarsi nei prossimi trent’anni. Sapere come fare non
risolve ma aiuta a trovare sollievo. Il
malato di Alzheimer perde spesso la capacità di agire e di esprimersi. E’ con
il linguaggio non verbale, con il contatto fisico, un abbraccio, un tono di
voce dolce e calmo che la comunicazione funziona meglio. Non è importante,
quindi, il contenuto ma il modo. Il malato non fa finta, si esprime come riesce
e andrebbe assecondato, amato, accettato. Ma tutto ciò non è scontato né
facile. E’ più frequente che chi assiste il malato diventi una delle tante
vittime nascoste di questa malattia, e provi emozioni come rabbia, solitudine,
stanchezza, impotenza. In presenza di un malato la famiglia si destabilizza. Ed
è una situazione tutt’altro che rara.
contesti l’Associazione Alzheimer può rivelarsi un valido riferimento, a
livello umano permettendo di affrontare la malattia uscendo dalla solitudine,
aprendo la porta della relazione e dell’informazione.

solca i palchi regionali raccogliendo ovunque grandi soddisfazioni.
“Cidinis a fuart” ha dato prova di saper fare minuziosa ricerca storica e
trasformarla in ottimo teatro, grazie
all’attenta regia di Loredana Fabbro.
la Grande Guerra e le sofferenze che ha portato con sé. Novanta minuti
di assoluta emozione, uno spettacolo toccante, intenso e rispettoso per tutti
coloro che, cento anni fa, hanno vissuto quel tragico evento. Un lavoro
difficile, che ha richiesto dieci mesi di precisa ricerca, scritta e orale,
necessaria per la stesura dei testi e capace di dipanarsi sulla scena grazie all’indiscussa capacità di
interpretazione e di coesione del gruppo.
Che la compagnia “Clâr di lune” sia squadra affiatata, dove ognuno può
contare sull’altro, è una felice quanto sorprendente realtà, che fa del teatro amatoriale una passione
condivisa. Molti gli attori nuovi e questo è un ulteriore segnale della sua vitalità.
fuart”?
Non solo per ricordare il
centenario della Grande Guerra nel Medio Friuli ma anche per la volontà di
inoltrarsi in un territorio teatrale
inedito, dove impegno e ricerca possano ampliarsi fino a sforare i confini noti. “Cidinis a fuart” conduce oltre il già visto,
dove il contenuto si fa poeticamente comprensibile, sul filo di
una umanità magistralmente espressa, con parole e con potente gestualità. E’ il silenzioso grido delle Donne durante la
Prima Guerra Mondiale, quando il carico di responsabilità gravava sulla loro
schiena e sul loro cuore. Bambine, spose, madri, nonne. Tutte accomunate da un evento capitato all’improvviso, durato
troppo a lungo e mai veramente compreso. L’unica cosa certa è che ha lasciato dietro
di sé una lunga scia di dolore per tutti.
Alle Donne, in particolare, ha
tolto molto ma non ha scalfito il coraggio di andare avanti né la dignità e la
tenacia di resistere, senza mai smorzare
l’autorevolezza del loro silenzioso urlo.
Che rimane attuale, quasi un monito per l’umanità che sembra non
comprendere l’insostituibile valore della Pace.
replicato quattro volte, da ottobre a novembre.
GUSTAVO ZANIN
sindaco di Sedegliano Ivan Donati al maestro organaro di Codroipo, Dr. Gustavo
Zanin, nell’ambito del Gran Galà musicale, vocale e strumentale, nel Teatro
“P.Clabassi”, con la seguente motivazione: “ Signore delle Sfere Celesti che, da sempre, onora il
Friuli con la profonda conoscenza della tecnica organaria classica e la
passione fortemente legata al patrimonio storico-culturale friulano”

delle grandi occasioni ha reso omaggio a
Zanin e ai protagonisti del concerto, Daniela Donaggio e Liliana Moro, soprani,
Elisabetta Jarc mezzo soprano, Salvatore Moretti tenore, Aurora Casonato
all’arpa e al Gruppo Corale di Mels, diretto dal M° Liliana Moro.
dall’Associazione “Amici del Teatro Clabassi” presieduto dalla signora Gianna,
vedova di Plinio, patrocinato dal comune di Sedegliano e dal Club Unesco di
Udine, il tradizionale Gran Galà ha
voluto riconoscere il merito di aver
valorizzato il Friuli nel mondo a Gustavo Zanin, che ha realizzato oltre 400 organi in tutto il mondo, in importanti
chiese e basiliche, dedicandosi anche al restauro e alla conservazione di
quelli esistenti, tra cui quelli recuperati dopo il terremoto del Friuli del
1976.
dedicato tutta la sua vita a questa arte, come artigiano, costruttore,
restauratore e artista. Pur avendo conosciuto il mondo, ha sempre amato e
creduto nella sua terra natale e nei valori delle sette generazioni di organari
che lo hanno preceduto.
“Grandi friulani nel mondo” ne onora la carriera e la vita che continua a essere nutrita dalla voce e dalle canne
degli organi. Il Gran Galà ha dato spazio
anche alla solidarietà verso il Villaggio dell’Amore di Olavina Halli, in
India, fondato da Suor Amelia Cimolino, originaria di Carpacco, la “Madre
Teresa” friulana, per 72 anni missionaria in Birmania e in India.
COLLEZIONISTA DI BERRETTI
di secolo, Nilo Degano di Flambro che abita in Via Pastrengo – come tiene a far
sapere
– ha una passione: collezionare berretti.
sacchettini ermetici per ripararli dagli acari.
ma almeno 1500 sono degni di essere oggetto di una mostra sicuramente
originale.
degli artigiani del Friuli, indossando i
più brutti per tenere da conto i più belli.
portava, e continua a farlo, berretti provenienti da ogni parte del mondo. Di
berretto in berretto, il numero si è fatto sempre più grande e, se dovesse
esporli tutti, avrebbe bisogno di una stanza di 100 metri quadrati.
orgoglio dichiara di aver ricevuto il berretto delle olimpiadi di Pechino, ben
due anni prima dell’evento mondiale. I berretti di Nilo arrivano da ogni parte
del mondo, dall’Alaska al Giappone, dalla Cina all’Australia, dal basket americano
e dal rugby internazionale.
scatoloni, ben protetti – risponde Nilo
– ma vorrei farli vedere. Il mio sogno è quello di realizzare una mostra,
magari in un contesto di sagra, di festa, di occasione culturale. Io vado ovunque, basta solo che qualcuno mi
aiuti a toglierli dai sacchetti e poi rimetterli dentro”.
sono un bell’impegno. Che consentirebbe, però,
di fare un bel giro del mondo, in groppa al frontino di un berretto. E
di vedere il sorriso di Nilo diventare spaziale. Chi lo volesse contattare lo
trova al 3381654653.
GIORGE’
pochi, anzi come nessuno.

e leale, mai giudicante o sopra le righe, presente sempre, con un abbraccio
accennato e amplificato dallo sguardo affettuoso, a condividere i momenti di
gioia e quelli bui, con la battuta che sdrammatizza e fa sorridere.
sa bussare, con garbo, anche alle nove di sera solo per chiedere “Cemot vae?” e
risolvere dilemmi con la saggezza di un leggero “Ce vutu ca sedi par ches robis
lì. Eeh, no son chei lì i problemas”.
Filippo, e delle tue montagne, cui affidare i pensieri su scarponi e giacca a
vento durante le godute camminate. In ogni stagione, a dire sì al loro invito
all’incontro.
combattuto con impegno e convinzione di potercela fare ma che, in soli tre
mesi, ti ha condotto in un oltre
misterioso per tutti. Hai chiesto di non annunciare la tua partenza, con la
riservatezza che ti distingue, eppure in tantissimi hanno voluto salutarti.
tracce di luce che consolano il nostro pianto e mitigano la nostalgia.
Giorgè, un onôr veti come amì.