FORTE E CHIARO – Mensile del MEDIO FRIULI feb. 2019
CASA NOSTRA
FRIULANO AL 41° CORSO alla Reggia di Colorno
compiuti e un curriculum di tutto rispetto, Giacomo Lenarduzzi di Codroipo
rappresenta una brillante rivalsa contro i luoghi comuni che vorrebbero
l’universo giovanile in declino di valori e sogni. Senza badare a sacrifici e a qualche
esperienza che ha lasciato il segno, dopo aver frequentato il 41° Corso
Superiore di Cucina all’ALMA, uno stage nella Penisola Sorrentina in un Grand Hotel
5* e una settimana di esami teorici e pratici, si è meritato il diploma di
“Cuoco Professionista di Cucina Italiana”, rilasciato dalla prestigiosa Scuola
fondata da Gualtiero Marchesi e sita nella storica Reggia di Colorno, Parma.
all’ALMA?
me, e alle parole dello chef Filomeno
Salerno, in arte Mimmo, con cui ho
praticato per due anni gli stage scolastici e le successive stagioni estive”.
andata…
dalla bellezza e imponenza della Reggia di
Colorno, sede della scuola, carica di storia, ordine e disciplina. Seguire il
corso è stata un’esperienza grandiosa che ti forgia l’esistenza. Il rigore e la
professionalità degli chef, le prove pratiche e teoriche, i molti esami e gli
allievi provenienti da tutta Italia, sono stati fondamentali per me”.
Sorrentina, in un hotel 5 stelle….
solo le emozioni del viaggio in treno, la Circumvesuviana, il mezzo più
affollato che avessi mai visto. Poi mi sono dovuto adattare all’alloggio lontano,
al tipico dialetto napoletano, alle abitudini molto diverse dalle mie. Arrivato
al lussuoso albergo a picco sul mare affacciato sul Golfo di Napoli, già nel giro
illustrativo mi hanno fatto vedere i piatti serviti nel Gourmet, eseguiti con
tanta passione e con una cura estetica impressionante. Come prima esperienza mi
hanno messo in pasticceria ma il mio desiderio era di arrivare al più presto in
cucina dove sono approdato in breve. Allora
ho capito di voler diventare un cuoco a 360°.
giorni su sette, dalla mattina presto alla sera tardi, nella brigata del
ristorante. Ho gestito relazioni, la stanchezza e me stesso. Ho imparato la
cucina locale elevata al Gourmet, utilizzando prodotti dove la territorialità
fa la differenza, ispirandomi alle portate per i due menù che avrei poi presentato
all’esame. Nei giorni liberi, ho visitato Napoli, Pompei, Sorrento, Vico
Equense, Amalfi, Positano, Capri, Castellamare e la Reggia di Caserta,
annotando tutto per poi preparare la tesi finale.”
è stata un’esperienza che mi ha coinvolto nel fisico, nel pensiero e nell’
anima. Mi ha trasmesso tenacia, fame di sapere e sperimentare, cura, bellezza,
fiducia e, soprattutto, rispetto. Durante lo stage ha avuto l’opportunità di
vedere luoghi bellissimi di un’Italia completamente diversa dalla mia regione, di
riempire gli occhi di mare, colore e sole, di apprendere abitudini di vita e
culinarie molto caratteristiche nei sapori e nelle forme. Ho conosciuto tante
persone che mi hanno lasciato qualcosa, dai professori, ai ragazzi della scuola,
dai cuochi alla gente calorosa della costiera. Per esempio, al Bar dove
prendevo “u’ café’”mi chiamavano “o chef”, perché i napoletani sono così.” Tutto
questo mi ha portato tanta ricchezza e ha lasciato un segno indelebile alla mia
ancor giovane esperienza, che definisco fantastica”.
e qual è il tuo sogno nel cassetto?
locale della mia regione mentre sto facendo la patente. Il programma ora è lavorare con qualche chef
stellato in zona per apprendere la cucina regionale, poi espandere le esperienze anche all’estero e,
infine, aprire il mio locale”.
vita oggi?
lontananza senza dimenticare che le mie scelte, a ogni bivio, sono state fedeli
al mio punto d’arrivo”.
dove, in un domani non troppo lontano, leggeremo “Ristorante da Giacomo” sull’insegna
di un locale di successo, sarà un piacere entrare e stringere la mano a Giacomo
Lenarduzzi, condividendo con lui la gioia di un sogno divenuto realtà.
CODROIPESE
in servizio e in pensione del codroipese, si sono ritrovati a Castelmonte. L’iniziativa
è stata promossa da Gian Luigi Andrin e Alfredo Scodellaro. La Santa Messa è
stata celebrata da Mons. Ivan Bettuzzi, anch’egli figlio di genitori ferrovieri,
e da Mons. Pietro Moratto.
riassuntivo degli incontri precedenti, curato da Agostino Mangiacapra, ex dirigente
delle Ferrovie, con scritti di Alfredo Nonis e Alfredo Scodellaro.