Codroipo (Ud) – Silvia Marchesan, tra i migliori 11 scienziati al mondo, è candidata DONNA DELL’ANNO 2020 - Pierina Gallina news

Codroipo (Ud) –  Silvia Marchesan, tra i migliori 11 scienziati al mondo, è candidata DONNA DELL’ANNO 2020

Codroipo (Ud) – Silvia Marchesan, tra i migliori 11 scienziati al mondo, è candidata DONNA DELL’ANNO 2020

Candidata a diventare  “Donna dell’anno 2020”, si può votare su:  http://ladonnad.repubblica.it/,  

Per votare per Silvia MARCHESAN su (http://ladonnad.repubblica.it/) occorre votare 3 donne e inviare il voto cliccando sull’apposito bottone “manda le tue preferenze” che compare solo dopo che 3 cuoricini sono stati colorati.

Cittadina di Codroipo, è sesta, e unica italiana, tra gli undici ricercatori emergenti al mondo, tra le “Rising Stars” della ricerca mondiale. Ha 41 anni, una famiglia, e un figlio di sei anni.  Secondo Nature Index, supplemento annuale della rivista scientifica Nature, che ha individuato gli undici giovani ricercatori scientifici più brillanti al mondo, ha “il mondo ai suoi piedi”.

Il suo nome è  Silvia Marchesan  e  opera nel Dipartimento di Scienze Chimiche e Farmaceutiche dell’Università di Trieste, come docente associata di chimica organica.
Dopo la laurea con 110 e lode nel 2014 in chimica e tecnologie farmaceutiche, nove anni di studi a Londra, in Finlandia e in Australia, un dottorato a Edimburgo, con i fondi per il progetto Scientific Independence of Young Researchers del MIUR, ha aperto un laboratorio all’Università di Trieste dove studia i peptidi e le superstrutture ottenute da piccoli componenti molecolari. Varie sono le applicazioni a  terapie per malattie neurodegenerative, nuovi composti antimicrobici, materiali intelligenti.

Silvia ha  voluto rientrare in Italia per condividere le sue competenze con giovani scienziati italiani e diventare mamma. Non nasconde la difficoltà di far conciliare la famiglia con il suo lavoro che la porta spesso fuori casa e all’estero, ma ha sempre voluto che suo figlio crescesse qui, dove, sottolinea, ci sono ancora troppe poche strutture di supporto per chi, come lei, è scienziata e mamma.

E dove c’è ancora da lavorare per la parificazione dei ruoli e degli stipendi delle donne.

«Da noi, la maggior parte delle colleghe ha un solo figlio se va bene. Se vuoi allargare la famiglia, sai a quali difficoltà vai incontro. È una questione di Paese e cultura. Bisogna fare di più, anche contro la differenza di genere, ancora troppo marcata. A volte vado a congressi e, tra i  capi laboratorio, sono l’unica donna su una ventina di persone. L’Italia ha i cervelli, ha le potenzialità, ma sarà bene abbattere queste differenze. Servono maggiori risorse, flessibilità  e va snellita anche la burocrazia che intasa la sperimentazione. In Italia non puoi comprare uno strumento scientifico anche di scarso valore  senza sottostare a tempi lunghi e una infinità di carte», sostiene.

Nel 2017, aveva vinto  la medaglia Vittorio Erspamer, farmacologo italiano,  per la ricerca sui peptidi, e nel 2018 il prestigioso riconoscimento di essere inserita  fra gli 11 scienziati emergenti al mondo, su 500 selezionati.

«Credo  sia stato premiato il lavoro di squadra che conduco con giovani ricercatori e studenti  per lo sviluppo di materiali sostenibili e accessibili a tutti. Ho inoltre avviato delle importanti collaborazioni con i ricercatori Rita De Zorzi dell’Università di Trieste e Attilio Vargiu dell’Università di Cagliari che condivide la responsabilità scientifica del nostro ultimo lavoro andato in copertina su Chem» dichiara.

In cosa consiste la sua ricerca?

«Lavoriamo sulle molecole e le superstrutture applicate, ad esempio, nella terapia per malattie neurodegenerative. Per semplificare, immaginate i mattoncini di lego come molecole che, se composte, possono dare vita a una super struttura, un materiale antibatterico a basso costo, o un altro da usare in campo ospedaliero o nelle costruzioni. Ma questi mattoncini bioattivi, scomposti o composti, possono avere proprietà differenti. Noi lavoriamo per esempio sulla possibilità di fermare i loro principi bioattivi una volta scomposti. E’ un modo on-demand per avere materiali sostenibili».

Qual è la sua sfida più grande?

«Io, mamma, chiedo al mio Paese di abbattere la burocrazia, di parificare i ruoli e gli stipendi delle donne» e lo dice da tenace, da una che non si arrende, come ha sempre dimostrato. E ai giovani consiglio di stilare un piano preciso con obiettivi raggiungibili, con la consapevolezza dei propri limiti e la volontà di superarli».

Ora, è candidata a diventare  “Donna dell’anno 2020”, insieme ad altre 49  nazionali. 

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pierina gallina

Ho un nome e un cognome che non si dimenticano. Sono appassionata di scrittura, poesia, viaggi, libri e persone, in particolare bambini e saggi. Ho pubblicato cinque libri e sono una felice nonna di 7 nipoti, da 6 a 18 anni, mamma di tre splendide ragazze, e moglie di un solo marito da quasi 50 anni. Una vita da maestra e giornalista, sono attratta dalla felicità e dalla medianità, dallo studio della musica e degli angeli. Vi racconto di libri, bambini, nonni, viaggi, e del mio Friuli di mezzo, dove sono nata e sto di casa, con i suoi eventi e i suoi personaggi. Io continuo a scrivere perchè mi piace troppo. Spero di incontrarti tra i fatti e le parole. A rileggerci allora...

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