ANITA GARIBALDI, pronipote di GIUSEPPE con il suo libro “Un Garibaldi contro il Patto d’Acciaio” – Da Ferrin a BUGNINS di CAMINO AL T (UD) 25 agosto 2018
Ha 5 figli e 24 nipoti, la pronipote dell’Eroe dei due mondi, nipote di Ricciotti, figlia di Ezio: la Dott.ssa ANITA GARIBALDI. 87 anni di raffinata cultura internazionale, scrittura, giornalismo, ricerca storica… nella cantina Ferrin, lancia un appello per la giovane Europa, ricordando un discorso del 1860 a Salerno, in cui il bisnonno Giuseppe diceva ” Mettiamoci tutti insieme. Unendo le forze si può creare l’Italia e l’Europa, dall’Atlantico agli Urali, comprendendo la Russia. Cari amici, voi che siete principi e duchi, ricordatevi che dovete costruire strade, scuole, ponti, aziende in Italia e fare gli italiani”. Lui aveva capito ciò che sta accadendo adesso. Solo con l’unione si possono battere gli enormi poteri di India e Cina. Oggi Garibaldi è il futuro. Non metteva limiti per costruire un mondo migliore. Una nazione piccola come l’Italia non ha forza e ancora non ha capito l’importanza di essere unita. E’ troppo divisa. Oggi i popoli sono senza patria e libertà. |
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L’evento è stato promosso dal Somsi di Codroipo e dal suo Presidente Giuseppe Sartorello. Il 19 marzo 1878 avvenne il battesimo della Società Operaia, settima in Friuli, con Daniele Moro presidente.
Egli aveva tra i suoi amici molti garibaldini, tra cui Benedetto Cairoli ed Enrico Matteo Zuzzi.
Chi
era Giuseppe Garibaldi?
Interessato a molteplici campi d’azione in molte regioni
del mondo, in nome della libertà tra i popoli, è definito da alcuni storici “Rivoluzionario
disciplinato”. Da repubblicano consegna l’ Italia, sentendo gli umori popolari e le trasformazioni della società. Seguito da volontari non
violenti, diffonde la scuola laica e gratuita. Con Mazzini caldeggia i moti friulani per liberare il Friuli e il Veneto all’epoca sotto l’Austria.
La presentazione del libro di Anita Garibaldi “Un Garibaldi contro il patto d’acciaio” è stata affidata a Paolo Gaspari, editore, sociologo,
studioso e scrittore. “Le donne nella storia d’Italia non esistono anche se hanno fatto tanto. La storia è tutta al
maschile ma solo sui libri.
Qual è la nostra identità di Italiani?
E’ tutta nel Risorgimento con i ventenni che si sono immolati. La patria per gli italiani è carica di umanità e il libro le dà il senso di
continuità. Narra di Ezio Garibaldi, padre di Anita, massone e ufficiale della brigata Alpi che combatte
sul Col di Lana, tra la Marmolada e le Tofane, guidata da Beppino Garibaldi.
Ezio Garibaldi
è ferito in gola ma di salva grazie a un tubo d’argento inserito in gola, che terrà tutta la vita.
Il fratello Beppino Garibaldi rifiuta il fascismo e va in America. Ezio, repubblicano, rimane ma non è ben visto.
Fonda la rivista Camicia Rossa.
Forte della sua posizione di politico in Parlamento e coerente
con la sua ideologia contro il fascismo e le leggi razziali, cerca di comportarsi di conseguenza anche quando viene mandato dal Duce a Londra a cercare di convincere gli inglesi a rinforzare i rapporti con Italia.
Se solo ci fosse riuscito… avrebbe salvato l’Italia dalla seconda guerra mondiale. Il Fascismo rovescia l’ idea del
Risorgimento ma Ezio mantine la sua idea di base: la libertà. Ezio viene emarginato, gli viene tolto il passaporto, negato il lavoro e poi internato nel campo di concentramento di Padula, dopo aver dato uno schiaffo a Roberto Farinacci, gerarca del fascismo, in Parlamento
Di cosa possiamo essere
orgogliosi noi italiani? Della nostra storia. Della nostra capacità di sacrificio
immensa. Il libro aiuta a capire come certe scelte siano nefaste. E’ un commovente romanzo storico- sentimentale delle
relazioni tra i membri dei Garibaldi e delle mogli che hanno avuto gran peso nelle loro vite. Consente di capire il mutamento epocale di
un’Italia che perde la libertà e si schiera con le dittature.
Come ha vissuto la pesante eredità di Garibaldi?
Anita… “I Garibaldi discendono dai Longobardi e sono molto diffusi in Liguria. Il nome attira odio, cattiveria che non sarebbe espressa senza quel nome che è un
peso. Io sto cercando di creare la storia vera
degli anni 30 quando l’ Italia poteva essere salvata dalla guerra.
E’ duro essere mogli e madri dei Garibaldi.
Mia madre fu lasciata perchè non aveva avuto un figlio maschio, perso in
Messico.
Mia nonna ha avuto 15 figli. Negli anni 80 il Presidente aveva invitato a pranzo in Quirinale tutte le Anite Garibaldi. Ci andarono in 12. Io no. Ad Anita, mia bisnonna, nata in Brasile nel 1821, il cui nome originario era Ana Maria de Jesus Ribeiro da Silva, è dedicata la tomba e la statua bronzea al Gianicolo a Roma (pagata dalla Massoneria e da Rutelli). Il libro contiene una rarissima foto di Anita vestita da maschio del 1848, un anno prima della morte”.
Una serata storica, di affascinante attualità, partendo dall’erore dei due mondi, Giuseppe Garibaldi che, con Anita 1821 -1849) ebbe 4 figli Menotti, Ricciotti, Rosa e Teresa. Con Francesca Armosino a Caprera, Clelia, Rosita e Manlio.
Continuando fino ad Anita Garibaldi, appassionata ricercatrice della storia d’Italia, concatenata a quella dei suoi avi e ave. Perchè la storia l’hanno fatta anche le donne dei Garibaldi, anche se non appaiono sui libri di storia.
“Io la scrivo perchè non vada dimenticata” asserisce Anita.