In bici dal Papa, per Silvia - Pierina Gallina news

In bici dal Papa, per Silvia

In bici dal Papa, per Silvia

Silvia Piccini – di Sedegliano (Ud) – classe 2003, aveva 17 anni.   Il 22 aprile 21 si stava allenando, come faceva ogni giorno. Dopo scuola – frequentava con profitto l’Ist. Malignani –  tornava da Udine in pullman e, intanto, mangiava la sua ciotola di riso. Rientrata a casa, si cambiava, usciva in bici e, al ritorno, studiava. Silvia voleva diventare un medico, la bici era la sua grande passione. Quel giorno, però, a casa non è tornata. La sua colpa è stata trovarsi sulla traiettoria di un’auto con troppa fretta, che l’ha uccisa, rubandola ai suoi affetti, alla sua squadra, alla Vita che tanto onorava.

Oltre al dolore, la parola chiave per i familiari – mamma Deyanira, papà Riccardo, fratello Alejandro e la sorellina Elisa –  è Giustizia.

Non solo, ma, anche, chiedere attenzione a chi sta al volante, pretendendo prudenza,  rispetto delle regole, dicendo No all’uso dei telefonini, No alla fretta.

«Vi dico quello che mia moglie ripete sempre a tutti. Silvia non l’ha uccisa la bicicletta, la bicicletta non c’entra niente. Silvia l’ha uccisa un errore umano, che poteva essere evitato. Non potevo dire a mia figlia di non andare in bicicletta nè che la bicicletta fosse pericolosa. Era la sua passione. Adesso, schiere di bambini che sognavano di correre, hanno paura.  E non lo troviamo giusto», afferma papà Riccardo.

Silvia era una promessa del ciclismo. Faceva parte della squadra veneta “Picchio Rosso” e si allenava sempre, anche durante il Lockdown.

Stare in sella la faceva volare: lo diceva fin da quando aveva tre anni.

Riccardo Piccini, papà di Silvia, con la sua squadra, ha compiuto un viaggio di sette tappe fino a Roma, indossando la maglia e il casco rosa ricevuti in dono da Alessandro De Marchi –  vincitore dell’ultimo giro d’Italia –  per raccontare a tutti la storia di sua figlia.

Il 7 giugno, 12 ciclisti sono partiti dal Municipio di Sedegliano, pronti a percorrere 624 chilometri per andare fin dal Papa, a Roma.  Cinque le tappe: Sedegliano-Chioggia, 135 km, Chioggia-Cesena, 140, Cesena Città di Castello, 117, Città di Castello-Spoleto, 124, Spoleto-Roma, 114.

Obiettivo? Sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di migliorare la sicurezza stradale ed evitare ad altri ciò che ha troncato la vita di Silvia.  Papà Riccardo ha guidato la comitiva di ciclisti fino a Roma. Là, il saluto del Papa ha avvalorato il senso della coraggiosa impresa.

Ogni tappa ha riservato calore e solidarietà e accoglienza.

Grandissima emozione  sentire Papa Francesco, durante l’Angelus, salutare i “pellegrini arrivati in bicicletta da Sedegliano”, dando loro anche la benedizione.  Qui il video ufficiale della Santa Sede 👉 https://www.youtube.com/watch?v=mIQMLwTpviE

“La storia di Silvia spezza il cuore e testimonia quanto sia importante adottare comportamenti corretti anche sulla strada, rispettando le regole, a tutela degli utenti più deboli, i pedoni e i ciclisti”, ha sottolineato l’Assessore Riccardo Carletti a Città di Castello (Perugia). Egli ha espresso “ammirazione per l’esempio di papà Riccardo e dei cicloamatori che lo accompagnano, capaci di trasformare una tragedia in opportunità per lanciare un messaggio positivo di responsabilità e amore per il prossimo”.

Nella sua riservatezza, nel suo  silenzio, Silvia sta facendo un gran rumore. Un bel rumore, che sa di misterioso “miracolo”!

GENTILEZZE:

5 cicliste amatoriali – di Gemona del Friuli (Ud) –  Mariangela Damiano, Giulia Collini, Serena Mardero, Paola Contessi, Monia Cartello, hanno donato alla famiglia di Silvia un ulivo, da piantare quale segno di rinascita. Inoltre, hanno donato una miriade di cuoricini in legno, artigianali, posizionati sulle bici dei partecipanti al viaggio a Roma e lasciati in strada, lungo il tragitto. A riceverle, il sindaco di Sedegliano – Dino Giacomuzzi – e alcuni partecipanti alla spedizione romana, tra cui Fabiano Prenassi.

 VIDEO:         https://www.youtube.com/watch?v=kRsl7eZusQQ

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Fb. Gruppo: Picchio Rosso Bike

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pierina gallina

Ho un nome e un cognome che non si dimenticano. Sono appassionata di scrittura, poesia, viaggi, libri e persone, in particolare bambini e saggi. Ho pubblicato cinque libri e sono una felice nonna di 7 nipoti, da 6 a 18 anni, mamma di tre splendide ragazze, e moglie di un solo marito da quasi 50 anni. Una vita da maestra e giornalista, sono attratta dalla felicità e dalla medianità, dallo studio della musica e degli angeli. Vi racconto di libri, bambini, nonni, viaggi, e del mio Friuli di mezzo, dove sono nata e sto di casa, con i suoi eventi e i suoi personaggi. Io continuo a scrivere perchè mi piace troppo. Spero di incontrarti tra i fatti e le parole. A rileggerci allora...

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