Rossana Rinaldi vive a Passariano (Ud), in Piazza Dogi, affacciata sul parco di Villa Manin. Ha una bella storia da raccontare: la sua passione per la creazione di cappelli.
«Sarei dovuta nascere un po’ prima» esordisce, con un sorriso dolce, che riporta ai film di fine 800 o inizi 1900, quando ogni donna sfoggiava il cappello, in qualsiasi occasione.
Fin da bambina, infatti, Rossana Rinaldi ammira i cappelli delle interpreti dei tantissimi film che ha visto, guardato, trasformato in idee. Le sono sempre piaciuti, i cappellini, di ogni foggia e colore, ma non ne ha mai indossato uno.
«Mi piace vederli sulle altre donne, ma, io, non mi ci vedo proprio» assicura.
Nata aVarmo (Ud), è cresciuta con mamma Angelica, sarta, a pane e filo e aghi e stoffe. Oltre alla passione per il cucito, la manualità è sempre stata il suo forte.
A 15 anni, nel 1972, iniziava a lavorare come commessa nello storico negozio di abbigliamento “F.lli D’Affara”, in centro a Codroipo (Ud). Dopo 25 anni – causa chiusura attività – continuava da “Arteni”, nota azienda di abbigliamento, e, fino alla pensione, da “Renata”, merceria in via Candotti.
Una vita con l’ago in mano, la sua.
Sposa di Ezio, madre di Sara e Anna, Rossana accudisce amorevolmente mamma Angelica e la suocera Albina, entrambe oltre le novanta primavere, ma non trascura il richiamo, sempre forte, dei cappelli.
Per dar loro forma e vita, trae ispirazione da film e giornali, ma sono i materiali a stuzzicare la sua creatività: passamanerie, veli, piume, accessori, pellicce, stoffe.
«Più lavoro richiede, più il cappello mi piace» spiega, gesticolando, quasi in forma di narrazione.
«Quando creo, mi sembra di tornare indietro nel tempo. Visualizzo colei che lo porterà e provo una sensazione di gioia fantastica. Quando lo vendo, provo piacere nel sapere che piace. Vederlo indossato, mi regala una bellissima emozione».
La si può incontrare nei mercatini, Rossana, ma solo in quelli vicino a casa. Non va più lontano, perché non vuole che la sua passione diventi lavoro. Deve rimanere giocoso divertimento, lo stesso che desidera trasmettere a chi, i suoi cappelli, li sceglie e li porta volentieri.
E, come lei, li ama.
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