Il Ponte, periodico del Medio Friuli, dicembre 2021
Il Ponte è il Periodico mensile del Medio Friuli. Eccco gli articoli, e la fiaba, che ho scritto per il mese di dicembre 2021.
FIABA
È NATALE
Opera dell’iconografo Giovanni Raffa, tratta dal libro “Cieli aperti”
Quella notte – era il 24 dicembre – mentre nel cielo blu scuro brillavano milioni di stelle, Giuseppe sentì un vagito e vide il volto di Maria illuminato da una luce radiosa. Corse, subito, ad abbracciare lei e il piccino. Fu un abbraccio unico, il suo, come a difenderli da ogni pericolo.
Faceva molto freddo, il piccolo Gesù piangeva. Giuseppe, allora, lo adagiò nella mangiatoia affinché il bue e l’asinello potessero scaldarlo con il loro fiato.
Maria non parlava. In adorazione silenziosa, cantava con il cuore la ninna nanna più bella del mondo.
Intanto, i pastori accampati con i loro greggi, erano stati svegliati dagli angeli: «Presto, alzatevi! È nato per voi il Salvatore tanto atteso. Andate, lo troverete avvolto in fasce e coricato in una mangiatoia».
I pastori svegliarono le pecore e corsero verso la grotta. Tra loro c’era Giacomino. Aveva sempre la testa tra le nuvole e camminava ballonzolando, di qua e di là, come se stesse sempre ballando. Parlava con le pecore, le chiamava principesse. Qualcuno pensava che fosse un pastore un po’ matto! Matto o no, anche lui voleva portare un dono speciale a quel piccolo bambino. Con la lana delle sue principesse, aveva preparato una piccola coperta, soffice e bianca. La teneva sempre con sé, nella sacca che si portava sulle spalle.
Diceva: «È per il bambino che tra poco nascerà». Aveva sentito che sarebbe diventato un re buono che avrebbe portato amore per tutti. anche per lui: di questo era sicuro, sicurissimo.
Fu il primo ad arrivare alla grotta di Gesù: il primo di tutti.
Con le mani callose, tremanti di emozione, posò la coperta delle sue principesse sopra a quel bambino avvolto in fasce. Maria e Giuseppe lo ringraziarono e lui ne fu davvero felice. Si mise in disparte, per lasciar posto agli altri pastori. Erano arrivati, in tanti, seguendo una stella dalla coda splendente che illuminava tutto l’Oriente. Da lassù, vide tre Re in groppa ai cammelli. Udì che cercavano il Bambino Gesù per adorarlo. Allora si abbassò, si abbassò, finché i tre Re la videro. «Oh, una stella cometa che si muove nel cielo. Seguiamola!» dissero.
La Cometa li guidò fino alla grotta, piena di luci e di canti. Sul povero giaciglio, il Bambino Gesù apriva le braccia in un gesto d’amore. I re, che si chiamavano Re Magi, lo adorarono e gli offrirono preziosi doni: oro, incenso e mirra. La stella cometa, che si era posata sul tetto, si sentì felice. Era la notte di Natale.
Anche una fata era arrivata fin là per portare i suoi doni a Gesù, gli stessi che aveva ricevuto: le ali della fantasia, l’amore dei bambini, le parole, la magia delle fiabe. L’ultima, l’aveva nascosta nella valingira: era la fiaba per il piccolo Gesù.
“C’era una volta, un povero calzolaio che lavorava nella sua unica stanza, dove viveva insieme alla moglie.
L’indomani, avrebbe consegnato un paio di scarpe per il figlio di un ricco signore.
«Hai già pensato a quello che potremmo comprarci con i soldi che ti darà?» gli chiese la moglie.
«Sono piccole, ci daranno ben poco» scherzò lui.
«Ma scherzi? Sono scarpette degne di Gesù Bambino» disse la moglie.
«Hai ragione, sono proprio belle» rispose il calzolaio. «Oggi è Natale. Cosa pensi di comprare per il pranzo?» le chiese, dopo un attimo.
«Ma, pensavo a un cappone».
«Già, senza un cappone non sarebbe un vero Natale. Ma, basta mezzo».
«Giusto, e da bere?»
«Una bottiglia di spumante, ma che sia buono. Tanto, domani avremo i soldi!»
A quel punto si sentì battere alla porta. Toc, toc.
La moglie la aprì e rimase sorpresa nel vedere un bambino che la guardava con grandi occhi neri. I suoi capelli erano spettinati e i vestiti sporchi. «Entra, piccolo. Ma tu sei scalzo!» gli disse. Il bambino non parlò. Guardò le scarpe nuove, anzi, le accarezzò con gli occhi, ma senza invidia.
L’uomo e la moglie guardarono prima i piedini nudi del bambino e, poi, le scarpe nuove. Si capirono al volo. Il calzolaio prese in mano le scarpe, le osservò, contento. «Prendile, te le regalo. Sono morbide e calde».
«Grazie. Sono le prime che porto. Ora, però, devo andare. Buonanotte», rispose, sorridendo, il bambino.
E, in un battito di ciglia, sparì.
«Niente più cappone né spumante. In fondo, a me lo spumante non piace nemmeno».
«Va benissimo, passeremo un bel Natale, lo stesso». Marito e moglie pensavano a quel bambino.
«Credo che gli siano piaciute molto le mie scarpe» aggiunse il calzolaio.
«Si, mi sembrava molto contento» annuì la moglie.
In quel momento la stanza si illuminò.
E, nel punto in cui il bambino aveva calzato le scarpe, videro spuntare un abete con una stella in cima.
Dai rami penzolavano capponi, bottiglie di spumante, e tanto, tanto altro ancora.
Soltanto allora, capirono chi fosse quel bambino.” Buon Natale!
BERTIOLO
Presentato in Auditorium il libro NONNI di Pierina Gallina
In un soleggiato 9 ottobre, Bertiolo si è tinto dei colori più caldi. L’Associazione ERA – Comitato Genitori Bertiolo – ha organizzato la presentazione del libro ‘Nonni’, di Pierina Gallina, edito da Abacoviaggi. Si è parlato di un argomento che è da sempre fonte di calore.
Tre lettere: una consonante che si ripete e due vocali, per formare una delle parole capaci di evocare ricordi ed emozioni positive.
Pierina, scrittrice codroipese apprezzata e ammirata, con maestria e passione, dolcezza e raffinatezza, ha scritto nero su bianco il suo essere nonna in un libro dove la narrazione e il racconto si intrecciano, dove la realtà lascia il passo alla tenerezza e all’amore.
In Auditorium, i partecipanti sono stati trasportati in uno splendido viaggio tra le sue pagine, attraverso le sue parole.
NONNI: un libro che mancava, in cui molti si sono immedesimati, riconosciuti e rivisti.
Un saggio, volutamente di poco più di cento pagine, redatto in modo fluido, semplice ma ricco di contenuti pratici. Il linguaggio è contemporaneo, pragmatico e diretto, con tratti emozionali.
Durante la serata, la voce calma e raffinata del lettore Alberto Fabello, membro attivo della Compagnia Teatrale ‘Clâr di Lune’, ha dato voce ad alcuni brani. Grazie a lui il pubblico è stato condotto nella narrazione attraverso un percorso, un tragitto, una via carica di sentimenti.
La presentazione si è arricchita di un dolce accompagnamento musicale grazie a due allieve, Costanza e Daiana, della Filarmonica ‘La Prime Lûs’, che hanno armonizzato l’Auditorium con le loro note. Due testimonianze importanti: Elisabetta Imperio, insegnante della scuola dell’Infanzia di Codroipo che, con molta emozione, ha letto un brano presente nel libro in ricordo del suo caro nonno. E Loretta Fusco, nota e affermata poetessa, la quale ha descritto la gioia immensa nel diventare nonna quando oramai ne aveva perso la speranza.
Come con gli altri libri, Pierina aiuta l’Associazione ALPI di Udine, il cui Presidente, Dr. Mario Canciani ha, dettagliatamente, illustrato l’attività dell’associazione, permettendo così a tutti i presenti di conoscerla meglio.
Una lettera, gentilmente concessa dai nipoti e dedicata al loro caro nonno, compagno di molte avventure e di tanto amore, ha toccato l’intimità di ognuno, portando i partecipanti a far vibrare la personale l’emozione e il ricordo del tempo passato con i loro nonni.
Un grazie speciale a Pierina, a ERA e a chi ha collaborato e contribuito a rendere magica la serata incorniciando la bellezza dell’incontro con l’auditorium affollato come nelle grandi occasioni.
Galassi Ylenia, Annetta Bertolini
Ass. ERA – Comitato Genitori Bertiolo
CAMINO
SCUOLA: Anche la minoranza ha il suo progetto
È datata 1958 la scuola elementare, di Via Codroipo, tant’è che, dopo gli ampliamenti del 1978 e del 2004, nel 2012 si profilava l’ipotesi di ristrutturarla. Nel 2017, si prevedeva la messa in sicurezza e l’aggiunta di due aule. Nel consiglio Comunale del 23 ottobre 2019, le compagini di minoranza avevano presentato la mozione per considerare la possibilità di demolirla e costruirla ex novo. Grazie ai contributi ottenuti e alle risorse dell’Amministrazione, per un milione e duecentocinquantamila euro, nel 2021 l’idea si è concretizzata nel progetto di un nuovo edificio, a due piani, da parte della coalizione in carica, con il sindaco Nicola Locatelli. Tale progetto – costo circa tre milioni di euro – non risolverebbe, secondo la minoranza, la viabilità, che rende difficili le manovre dello scuolabus né dei parcheggi, suddivisi tra Via Signoris, a 300 metri, e il magazzino comunale.
Le compagini di minoranza, “Civitas Camino” con il capogruppo Letizia Bravin e il consigliere Adele D’Anna, “Cambia Camino” con il capogruppo Consuelo Di Masi e il consigliere Fabiola Tilatti, hanno realizzato il loro progetto alternativo mirato alla realizzazione di un edificio scolastico all’avanguardia, innovativo e a misura di bambino.
Oltre che alla Maggioranza Comunale, lo hanno presentato alla popolazione, in Teatro, ritenendo la scuola indispensabile collante per il tessuto sociale della comunità, di 1583 abitanti.
Letizia Bravin, con garbata semplicità e spirito collaborativo, ha delineato le linee guida del progetto, per una struttura accogliente, su un solo piano, con spazi luminosi, mensa con cucina interna, aule insegnanti funzionali.
Consuelo Di Masi ne ha illustrato i criteri d’avanguardia: circa 1.440 mq. con 5 aule, laboratori con moduli intercambiabili e ripetibili, minimo impatto ambientale, uso di legno e vetrate, piccole corti e anfiteatro esterno, immagazzinamento d’acqua piovana. La minoranza ha proposto l’esproprio, da parte del Comune, dell’edificio adiacente alla scuola, perfetta area parcheggio. Per una spesa indicativa di 2milioni 660 mila euro, più l’esproprio.
E-mail: unsindacopertutti@gmail.com
CODROIPO
LEGALITA’ E SVILUPPO ECOSOSTENIBILE secondo Don Ciotti
Che Luigi Ciotti, noto anche come Don Ciotti, sia combattente antagonista della mafia, il più famoso e tra i più a rischio d’Italia, che viva con la protezione della polizia, è noto a tutti. A 17 anni, l’incontro con un barbone su una panchina, a Torino, lo porta, a 20, a fondare il gruppo “Abele” per l’accoglienza dei ragazzi in carcere. Affronta le piaghe sociali quali droga, prostituzione, scontro con i trafficanti, battaglia per i servizi collegati. Poi, il sacerdozio e le minacce, gli attentati, le stragi.
Fonda “Libera” come vicinanza ai familiari delle vittime innocenti della mafia. L’80% di essi non conosce ancora la verità e, solo dal 1961, sono riconosciute tali.
4 i pilastri che sostengono “Libera”: Diritto alla verità, confisca dei beni della mafia, cultura ed educazione, giustizia sociale.
«Il NOI vince» è il cardine di Don Ciotti. Lo ha ribadito anche a Codroipo, in un auditorium alla massima capienza, il 13 ottobre 2021, accanto al giornalista Giuseppe Ragogna. A invitarlo il CTA, volontariato del Medio Friuli.
Nato a Pieve di Cadore, tra le Dolomiti, ha 76 anni e un ciuffo ribelle che gli contorna il viso. Ha voce – garbata e attualissima – abituata alle folle. Il tono è deciso e potente e s’infervora sui termini più ripetuti: Urgenza – di rigenerazione – libertà, accoglienza, dignità, fratellanza. Si illumina quando parla dei ragazzi, per lui, autentica meraviglia.
«Dobbiamo inondare di segni di speranza e fiducia. Di più, di più, di più. Non tutti siamo chiamati a fare tutto, ma c’è urgenza di cambiamenti veri. Dobbiamo fare una bonifica di parole, che richiedono azione e responsabilità. Dobbiamo avere occhi aperti e grandi, nei momenti di buio, come gli uccelli notturni, reagire al cambiamento epocale, sanare le mancanze, i ritardi, facendo emergere le cose positive. Dobbiamo fermare l’emorragia della violenza con la rivolta delle coscienze e rigenerarci, tutti. Perché, ciò che non si rigenera, degenera».
E continua: «Questi problemi c’erano ben prima del Covid. E io voglio lottare per il bene del mio paese, che ha tante cose belle e devono emergere. Troppi i problemi aperti: dispersione scolastica – uno su tre abbandona gli studi prima delle superiori – assenza di lavoro, povertà assoluta per seimilioni di persone. Urge la legalità, come esigenza fondamentale della vita sociale, come uguaglianza, come mezzo al servizio della giustizia. Senza civiltà, la legalità resta parola astratta: lo diceva Giovanni Falcone».
Consegna un messaggio alle donne: «Grandi protagoniste, oggi, come quelle ai piedi della croce. Le donne stanno rompendo, dal di dentro, tutti i codici».
E di Bartolo, un barbone che dormiva in una scatola di cartone: «Con quattro stracci, era un uomo vivo e frammento di Dio. La sua scatola, un ostensorio, come i luoghi di accoglienza, perché lì vive Dio, che non sta in cielo, ma in mezzo a noi, dove il volontario spende un po’ della sua vita per gli altri».
Alla domanda «Teme per la sua vita?» egli risponde: «Io sono piccola cosa. Posso morire, ma non si potrà uccidere un movimento mondiale, attivo e forte, dall’Italia all’America Latina e all’Africa. C’è una crescita di consapevolezza mondiale di fronte al male».
Al di là dell’emozione, le sue coraggiose parole hanno offerto importanti spunti di riflessione. Tornare a casa come prima, cosa ci si porterà dentro, cosa si può fare per sostenerlo?
Un interminabile e intensissimo applauso ha salutato Don Luigi Ciotti, atteso da tantissime persone, con striscioni di “Libera” e con la stima stampata negli occhi.
CODROIPO
1° premio al Concorso “Amore ti scrivo” per Pierina Gallina
Pietro Valent, sindaco di San Daniele F.li, premia Pierina, vincitrice dell’ottava edizione del Concorso “Uno scritto d’Amore – Amore ti scrivo” con il racconto “Tu-Io”. Opera pittorica di Roberto De Cevraja.
CAMINO
Tre artisti in mostra a Villa Valetudine
Fino al 31 dicembre 21, in via Codroipo, 25, due mostre d’arte, in contemporanea – in due sale distinte – offrono produzioni artistiche diversificate e, tutte, di pregio.
Tre gli artisti: Ennio Malisan di Gorizzo di Camino al T. e Moreno Gaudenzi nella mostra di video, mosaici, installazioni e disegni “Vincolo autobiografico”. In particolare, colpiscono i video sulla demenza, realizzati da Tizzi da Gorizzo ed Ennio, su testo di Emanuele Franz, e da Moreno Gaudenzi. Entrambi mostrano la persona che sfuma, a dimostrazione che la demenza è l’inverso della vita.
Antoine Tea, nativo di Parigi e residente a Tolosa, nella mostra “Uno sguardo verso lo sconosciuto”. Apertura e arte, a braccetto, quindi! Per visitare le mostre, telefonare allo 3518135454
SPORT
CODROIPO: ROSSELLA E’ CAMPIONESSA DI NUOTO PINNATO
ROSSELLA PANIGUTTI, di Codroipo (Ud) è campionessa di nuoto pinnato del 2° Campionato Europeo Master, al “Bell’Italia” di Lignano Sabbiadoro (Ud).
Con uno sfavillante Oro nei 50 m. velocità di apnea e ben due medaglie d’argento, 50 e 100 pinne, è Donna-sirenetta, grintosa e tenace.
Rossella è esempio meritevole di stima, ammirazione e affetto, a dimostrazione che l’anagrafe può essere solo un numero sulla carta d’identità.
Grazie al Comitato Regionale CIP Friuli Venezia Giulia – rivolto agli assistiti dell’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro – Rossella ha scoperto l’affascinante disciplina del nuoto pinnato nel gennaio 2020.
Il suo corpo, ferito, ma non piegato da un infortunio nel lavoro di molti anni prima, l’ha sorretta fin dai primi allenamenti, sotto l’esperta guida degli istruttori Pinna Sub di San Vito al Tagliamento (Pn). Il lockdown non l’ha risucchiata, anzi.
Ai Campionati Italiani è protagonista con due Medaglie d’Argento e una d’Oro nel nuoto pinnato, oltre a una d’Argento nella gara di apnea. Complimenti più che meritati
CODROIPO
Mostra “Cartoline e poesie dal mondo”
Foto Ugo Michelotto
“Cartoline e poesie dal mondo” – in Banca Ter – è stata una mostra dal sapore di Vita e Speranza realizzata.
600 cartoline, ispirate da 40 poesie, da Dante a Manzoni, passando per poeti attuali, sono state dipinte e fatte viaggiare da tantissimi pittori italiani, in segno di rinascita, durante il Lookdown 2020.
Tutte sono state catalogate e rese disponibili per la mostra, dove erano acquistabili. Il ricavato è stato devoluto all’ospedale infantile Burlo Garofalo di Trieste. All’ inaugurazione, del 16 ottobre 21, musicata dal M. Raffaele Pisano, le pittrici acquerelliste udinesi Germana Snaidero, Lucia Zamburlini e Sandra Di Lenardo, hanno condiviso la loro soddisfazione con un folto pubblico, desideroso di contribuire alla realizzazione di un generoso progetto, meritevole di plauso.
CODROIPO
MOSTRA 13 sassi per 13 artisti
La mostra “13 sassi per 13 artisti” è visibile presso la galleria De Martin, in Via Italia ed è costituita da opere che si sono ispirate alle poesie della Prof.ssa Maria Antonia Falzago. Esse parlano di sassi, nella loro metamorfosi in pianura, da “ascoltare con le orecchie del cuore” in quanto opere d’arte narranti. Per Maria Antonia nessun sasso è uguale all’altro. Ogni sasso una storia. Un gioiello. Ogni sasso un capolavoro! Gli autori delle opere, pittoriche e fotografiche sono: Nada Moretto, Maurizio Valdemarin, Graziano Giovannotto, Nadia Blarasin, Lucrezia Canciani, Maria Puoti, Ennio Zampa, Daniela Chiarandini, Laura Bosco, Paola Martinella, Ivan Tonizzo, Paolo Clavora, Piero De Martin.
All’inaugurazione, il profilo critico delle opere esposte è stato curato da Enzo Santese
CODROIPO – BEANO
Murales di SIMONE FANTINI
Un’intera facciata di casa colonica, in Via Villaorba, è murales. Rappresenta la pesca miracolosa, tratta dai Salmi 85. 11 “La verità germoglia dalla terra e la giustizia guarda dal cielo” e 12 “ Anche il Signore elargirà ogni bene e la nostra terra produrrà il suo frutto” , 126. 5 “Quelli che seminano con lacrime, mieteranno con canti di gioia” e 6 “Ben va piangendo colui che porta il seme da spargere, ma tornerà con canti di gioia portando i suoi covoni”. A realizzare l’opera – commissionata dalla proprietaria Daniela Urban – è l’artista codroipese Simone Fantini, già autore di numerosi, e apprezzati, murales anche a Codroipo. L’1 ottobre l’inaugurazione, alla presenza di Don Fabio Varutti, ha conferito la giusta ufficialità a una pregevole opera che, oltre ad abbellire, porta con sé un grande messaggio di fede
CODROIPO
Michele Piagno ispettore della Federazione Baristi Italiani
Il barman internazionale ha ricevuto l’importante attestato per promuovere il progetto ‘Qualità Italiana’
Michele Piagno, friulano doc, ambasciatore delle eccellenze del Nordest, è un barman di livello internazionale che da poco ha creato Barancli, il gin “made in Fvg”. Ha ricevuto un importante attestato: quello di Ispettore Federale della Federazione Baristi Italiani, che fa parte del progetto Qualità Italiana e certifica gli standard qualitativi.
“E’ un riconoscimento importante, perché rende ancora più chiaro il ruolo che mi sono ritagliato, soprattutto in ambito beverage e dintorni”, spiega Piagno. “C’è bisogno di qualità e di proposte di alto livello… Ma c’è bisogno anche di semplicità più che di show. Un barman, un barista deve essere sempre al servizio dei suoi ospiti. La prima arma dietro il bancone è il sorriso, la seconda la capacità di ascoltare”.
E chi cerca un buon cocktail per la serata perfetta? Può senz’altro fare un salto a Codroipo, all’Enoteca Vecchia Pretura, lo spazio che da tempo Michele Piagno gestisce con la sua famiglia.
CODROIPO
Aurora Bortolusso Bosa, la più longeva della provincia di Udine, ha compiuto 107 anni.
Il 5 novembre ha soffiato su 107 candeline, lei, che ha superato due guerre, la spagnola e il Covid e, ogni sera, si addormenta pregando la Madonna e recitando il rosario trasmesso su Tele 2000. Conosce a memoria tutte le preghiere e non solo: canta, parla in friulano e in italiano, colora i disegni prestampati, facendo attenzione a non uscire dai bordi. Chiede il bacio, accarezza, ringrazia, come ha sempre fatto durante la sua lunga vita. Dolcezza, generosità, laboriosità, sono le doti che le vengono riconosciute. Orto, campagna, fiori, canto, le passioni che ha coltivato. Cioccolatini, coca cola, caffè corretto Baylis, le sue golosità.
Aurora si illumina quando vede i suoi cari e alla parola “Parigi”. Là, infatti, sono sepolti il padre, due fratelli, una sorella e quattro nipoti dopo che, nel 1949, vi erano emigrati. Ci è andata, nel 1989, e conserva ben viva l’emozione del viaggio in aereo, vicino al finestrino, e delle luci, che le sembravano presepi accesi.
Dal 1996 è ospite della figlia Vilma e del genero Luigino, a Gradisca di Sedegliano, amorevolmente accudita anche da Alina, Anna e dal figlio Renzo.
Nata a Roveredo di Varmo, il 5 novembre 1914, ha dovuto crescere in fretta. Sua madre Santina morì di spagnola quattro anni dopo – il 26 ottobre 2018 – lasciando cinque figli, mentre il padre Erminio era in guerra. Egli riuscì a tornare e a crescerli, senza risposarsi.
Il 7 aprile 1940, Aurora sposò Ercole Bosa, figlio di Silvio e Caterina Tubaro, trasferendosi nel Mulino Bosa di Codroipo. Nella numerosa famiglia – 24 persone – assunse, da subito, il ruolo di donna di fatica: figli, mulino, campagna, stalla. Nel 1941 nasceva il figlio Renzo, nel 43 Luciano e, nel 53, Vilma. Mentre il marito, dopo aver lavorato alla Quadruvium, aveva trovato impiego alla Fiat a Torino, lei li cresceva, sempre paziente, gentile e disponibile con tutti.
Per poter maturare la pensione – con i cinque anni di contributi – aveva prestato servizio dalla famiglia Maurig e Martinelli, di Codroipo, facendosi ovunque apprezzare.
Aurora, che è la prima a sorprendersi di avere così tanti anni, fino al 2019 ha festeggiato il compleanno in ristorante, insieme ai familiari: i tre figli, i quattro nipoti, Maurizio, Manuela, Roberto, Roland e due pronipoti, Leonardo e Riccardo.
I capisaldi di Aurora sono sempre stati – e lo sono ancora oggi – la fede nella Madonna e la pace in famiglia.
Al solo vederla, nasce spontanea una rara sensazione di serenità, la stessa che lei ha sempre regalato alle persone che l’hanno amata e che continuano a farlo.
CODROIPO
PORECURTE DAY
30 ottobre 21… Porecurte, con Contecurte – in diretta Fb con il Fogolar Furlan di Buenos Aires – ha molto “impaurito” e molto divertito, con i racconti di paura, scritti da 11 autori, in lingua friulana. Il pubblico, per alzata di mano, ha votato i racconti che più sono piaciuti, fino al vincitore assoluto: “Va a cjase – Vai a casa” di Laurino Giovanni Nardin. Con la zucca in premio e tanta allegria, anche la lingua friulana ha esultato. Rallegrati dalle note e voci del ConFusion Duo – Margherita Cogoi e Marta Savorgnan – hanno letto i racconti in gara: Raffaele Serafini, Michele Londero, Astrid Virili, con il supporto di Giorgia Gallerio
CODROIPO
I furlans dal Friul con l’attore Dino Persello
31 ottobre 21: ancora un omaggio alla lingua friulana, con Dino Persello, regista e attore teatrale, con il suo spettacolo che ha incollato il pubblico per 90 minuti, tra esperienze, osservazioni, riflessioni, ironia, autoironia, ricerca e risate. Ne è emersa una friulanità intrisa di saggezza e amore per il Friuli, la sua gente, la sua terra e il suo saluto, il più conosciuto e diffuso al mondo: mandi! Un saluto di affetto che non ha eguali in Italia. Pregi e difetti dei friulani? Tra permalosità e modestia, il Friuli è il primo in Italia per numero di associazioni guidate da giovani, di donazione di sangue e organi, con la protezione civile più efficiente in Italia e un modello di ricostruzione mai copiato da nessuno. Le donne friulane sono le prime a livello nazionale per donazioni delle cellule staminali del cordone ombelicali. Non si vantano i friulani, lavorano e vanno al sodo, ma, oggi, hanno fame di futuro.
CODROIPO
Presentato il libro “L’uomo che camminava sui pezzi di vetro” di Roberto Muradore
29 ottobre 21: presentato da Rossella Malisan e in dialogo con Eleonora Frattolin, Massimo Moretuzzo, Giacomo Trevisan e Sonia Zanello, l’autore ha ripercorso i suoi 40 anni da sindacalista, spaziando da ieri all’attuale situazione del lavoro e delle donne, ancora in posizione di sudditanza nei confronti degli uomini. Oggi, tempo in cui il lavoro è merce di consumo e quello ben retribuito è merce rara. Dagli interventi è emerso che sono urgenti e necessari capacità e coraggio di osare, anche nel nostro Friuli. Il libro si è dimostrato “compendio di perle di saggezza”, coerente e lungimirante.
CODROIPO
Teatro: Mia madre è un fiume
Promosso dall’ODV Alzheimer Codroipo, la serata teatrale del 26 settembre è andata subito al punto: gli effetti della demenza. Nella madre e in una figlia, in questo caso. Una sola attrice in scena, Viviana Piccolo. Regista: Giacomo Vallozza.
Pochi oggetti: un tavolo, un attaccapanni, un frigo e lei, la figlia che assiste alla perdita di memoria della madre, inesorabilmente, fino alla fine. La piéce teatrale prende spunto dal romanzo di Donatella di Pietrantonio, potente e vitale, in cui le vicende personali si uniscono alla storia corale di un’Italia contadina, ritratta dagli anni di guerra fino ai nostri giorni. È un diario, la storia di Esperina Viola, raccontato da sua figlia per ritardare il lento processo di degrado causato dalla patologia neurodegenerativa per eccellenza: il morbo di Alzheimer. Quando la madre, Esperia, mostra i segni di una malattia che le toglie la memoria, è tempo per la figlia di prendersi cura di lei e aiutarla a ricostruire l’identità smarrita. Inizia così, giorno dopo giorno, il racconto di un passato dal quale riaffiorano ricordi dolcissimi e crudeli, le figure dei familiari e degli abitanti della piccola comunità montana che le ha viste nascere e crescere. In un contesto molto duro, tasselli di vita si intrecciano al racconto di una lenta metamorfosi dei sentimenti in un indissolubile legame madre-figlia, che oscilla tra amore e odio, nostalgia e rifiuto. Il rapporto tra una madre e una figlia viene sviscerato in ogni suo aspetto, in una interpretazione teatrale importante per una trama dai temi difficili.
Nel raccontare ricordi si ricostruisce un rapporto, nel fare memoria si ritrova identità: ecco la lezione e la riflessione che, come scia benefica, lo spettacolo teatrale ha lasciato dietro di sé.