I NATIVI DIGITALI DELLA GENERAZIONE ZETA
I NATIVI DIGITALI DELLA GENERAZIONE ZETA: Ecco il mio articolo pubblicato su “Il nuovo PAESE”, magazine di cultura, società, turismo del Medio Friuli – luglio-agosto 2022
Sono nati tra la fine del 1990 e il 2010, da genitori della Generazione X ovvero i nati tra il 1965 e il 1980.
I nativi digitali della Generazione Z sono cresciuti a pane e internet, esposti a una quantità di tecnologia impensabile per i predecessori.
L’uso costante dei social network è un loro tratto caratteristico. Mentre i loro genitori sono, in maggioranza, iscritti a Facebook e i loro fratelli più grandi – la generazione Y – preferiscono Instagram, i giovani della Generazione Z usano, per lo più, Tik Tok.
Oggi hanno dai 12 ai 22 anni e risultano essere i primi a vivere l’epoca dei matrimoni omosessuali legalizzati, della crisi europea dei migranti del 2015 e della guerra all’Isis. Per questi motivi sembrano essere la generazione che più desidera aiutare il proprio paese d’origine.
Sono i ragazzi della DAD o Didattica a distanza, nella recente epoca Covid, dell’isolamento forzato e dell’alto rischio di depressione.
Sono coloro che scrivono con la K al posto della C, perché la grammatica è cosa superata: da vecchi.
Che leggono poco e che non sanno cosa fare senza un tablet o uno smartphone tra le mani, che fanno fatica a salutare e a ringraziare e ad ascoltare. Spesso, anche a parlare, al di là dei monosillabi obbligatori.
Che si chiudono nelle loro camere, quasi a ritagliarsi un mondo fatto su misura.
Che “reppano” e ripetono, a memoria, canzoni dalle parole incomprensibili, di una frettolosità impressionante.
Sono la generazione cui vengono riservate feste di compleanno grandiose, con torte giganti che nessuno mangia, troppi regali subito dimenticati, troppi occhi sui cellulari, con genitori che sembrano dipendere dai figli e dagli occhi della gente.
Risultato?
Ragazzine truccate, anche per andare a scuola, come dovessero andare a Hollywood, con vestiti e atteggiamenti da adulte, normalmente occhi al cielo o al pavimento e bocca in modalità sbadiglio.
Ragazzini che mangiano-dormono-bevono, poco propensi al no come risposta, che hanno parcheggiato nel dimenticatoio le parole gentili imparate da piccoli: scusa, per piacere, grazie, per esempio.
Per la maggioranza, iperprotetti dalle cose della vita, dalle difficoltà, dai sacrifici, dai problemi dell’attualità.
È una generazione in rapido cambiamento, in sintonia con i tempi mutevoli, dove molti genitori fanno gli amici, i nonni i bancomat, gli insegnanti i creatori di stress.
E, loro, la Generazione Z o Zoomers, guardano tutto con aria perennemente stanca.
Certo, non tutti sono così: ci sono le ragazze e i ragazzi che si danno da fare per essere autonomi, che hanno progetti, che studiano con profitto, che rispettano persone e natura, che trovano nello sport e nelle passioni scopo e senso per crescere.
Forse dovremmo fermarci e rivedere l’educazione con gli occhi di oggi, ma con lo scopo di sempre: dare ai piccoli la possibilità di essere piccoli e ai grandi l’occasione di crescere davvero!