Codroipo (Ud): FAUSTO SOCOL, 70 anni di FOTOGRAFIA

Codroipo (Ud):  FAUSTO SOCOL,  70 anni di FOTOGRAFIA

Codroipo (Ud): FAUSTO SOCOL, 70 anni di FOTOGRAFIA

Fausto Socol, classe 1940, innamorato del bello e del colore rosso, fin da bambino ha amato ritrarre persone e paesaggi. Certo, all’epoca, aveva a disposizione solo qualche foglio e qualche pastello, ma, quella passione, era talmente forte da trasformarsi, poi, in fotografia.

Era la primavera del 1952 e Fausto aveva dodici anni. I genitori, accortisi della sua attitudine artistica, stavano pensando di iscriverlo alla scuola di mosaico di Spilimbergo.  Un giorno, fu incaricato di andare a Codroipo, a ritirare le foto della comunione di sua sorella. Mentre aspettava che gli venissero consegnate, osservava con attenzione le fotografie esposte.

Il titolare, il Cav. Arturo Venuto, lo notò e gli chiese: «Ti piacerebbe fare il fotografo?»

Alla risposta affermativa, rispose: «Va bene, domani puoi cominciare».

La settimana lavorativa iniziava il lunedì mattina e terminava la domenica sera. Riposi o giornate libere non esistevano.

Il compito iniziale di Fausto consisteva nell’osservare il lavoro di ritocco dei negativi, imparare a “lisciare” i visi delle persone anziane e passare qualche ora in camera oscura.

Finchè, una domenica pomeriggio – era il 24 maggio 1953 – il cav. Venuto lo mandò a fotografare un gruppo di matrimonio. All’epoca, il fotoservizio consisteva in un paio di immagini scattate agli sposi all’uscita della chiesa e con il gruppo di invitati.

Fu così che, Fausto, iniziò la carriera di fotografo di matrimoni.

Dai 18 anni, in sella alla vespa, poteva spostarsi sempre più lontano per i fotoservizi e con qualsiasi tempo. A volte, tornava bagnato da capo a piedi, ma, l’importante era che l’attrezzatura fotografica fosse in salvo.

Finalmente, nel 1970, aprì un negozio tutto suo, in via Battisti, a Codroipo. Era un periodo eccezionale per i matrimoni: solo nel 1973, ne fotografò ben 113, rinunciando ad altrettanti.  2500 in un ventennio.

La fama “Socol” si era estesa al Veneto, alla Lombardia fino a Bucarest e a Tokyo. Mentre era impegnato per lavoro, sua moglie Gina seguiva il negozio.

Nei primi anni 2000 appendeva al chiodo la fotografia matrimoniale. Il digitale aveva rivoluzionato il settore e Fausto era troppo legato all’analogico. Ancor oggi i rullini gli mancano.

«Dopo aver passato tanti anni a scattare foto con le migliori fotocamere analogiche – che mi hanno sempre dato tanta soddisfazione – mi è dispiaciuto non usarle più, così come la stampa da rullino, sempre ad altissima definizione, senza pericolo di “sgranare” facendo un ingrandimento: la pellicola non ha mai tradito le mie aspettative. Apprezzo molto il digitale, che permette cose che, fino a qualche decennio, fa erano inimmaginabili.

Ora la mia “camera oscura” è il pc, ma il fatto di sviluppare l’analogico dava la soddisfazione dell’immagine giusta al momento giusto, non 100 scatti digitali per poi salvarne 1 o 2, e aiutava a coltivare la pazienza, ad aspettare giorni, non solo il tempo di un click sul computer. Oggi i fotografi, anche amatoriali, sono molto bravi. Grazie al digitale si può riprendere decine di volte lo stesso soggetto, modificarlo a piacimento e stamparlo in mille modi.

Con l’analogico non ci si poteva certo permettere questo: i rullini erano al massimo da 36 pose, non le vedevi subito e dovevi fare in modo che fosse “buona la prima” perchè le cerimonie non sono ripetibili e uno sbaglio era imperdonabile. Infatti, ogni matrimonio era per me fonte di forte tensione: perdevo un kg. a cerimonia ed ero in perfetta forma» dichiara.

Tra i tanti ricordi, ne racconta uno, molto simpatico, risalente ai primi anni ’80. A quel tempo, le foto per i documenti si facevano in bianco e nero ed erano pronte diversi giorni dopo lo scatto. Così, Fausto adottò la Polaroid, per foto a colori e pronte in pochi minuti. Un giorno, due anziane sorelle entrarono in negozio per fare la foto per la carta d’identità. Fausto propose loro la scelta tra la foto “come al solito” o quella “di corsa”. Dopo aver confabulato, una delle due rispose: «Fausto, facci quella classica che, per quella di corsa, abbiamo le ginocchia diroccate!”

Fausto ha svolto anche attività di fotografo per il Ponte – con il direttore Renzo Calligaris – e per il Messaggero Veneto, grazie ai redattori Silvano Di Varmo e Ido Cibischino.  Conserva ancora, e gelosamente, il tesserino firmato dall’allora direttore Vittorino Meloni.

Nel 1985, ecco entrare nell’attività la figlia Sara, diplomata in ottica e optometria e la Foto Socol diventare Foto Ottica Socol, affiancata, nel 1996, dalla seconda figlia, Chiara, diplomata in ottica e, da un anno, dal  nipote Enrico, ottico specializzato in optometria e contattologia.

Per i suoi  “primi” 50 anni di attività, Fausto ha ricevuto la medaglia d’oro da Confartigianato e il titolo di Maestro del Commercio da Confcommercio. Per i suoi “primi” 70, coltiva la saggia gratitudine e il segreto desiderio di essere nominato “barone”.

«Non so quanto tempo ancora mi regalerà il buon Dio, ma continuo a dedicarmi alla fotografia, un po’ per gioco e un po’ per lavoro.

Comodamente seduto dietro al pc, però. Vado ogni giorno in negozio, coltivo i ricordi e le belle amicizie strette in tutti questi anni. La sera mi corico chiedendomi se il giorno dopo il sole sorgerà ancora anche per me, e comunque mi addormento sereno e soddisfatto».

C’è molto da imparare dall’eterno ragazzo Fausto Socol, il fotografo dei matrimoni e della calda umanità!

 

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pierina gallina

Ho un nome e un cognome che non si dimenticano. Sono appassionata di scrittura, poesia, viaggi, libri e persone, in particolare bambini e saggi. Ho pubblicato cinque libri e sono una felice nonna di 7 nipoti, da 6 a 18 anni, mamma di tre splendide ragazze, e moglie di un solo marito da quasi 50 anni. Una vita da maestra e giornalista, sono attratta dalla felicità e dalla medianità, dallo studio della musica e degli angeli. Vi racconto di libri, bambini, nonni, viaggi, e del mio Friuli di mezzo, dove sono nata e sto di casa, con i suoi eventi e i suoi personaggi. Io continuo a scrivere perchè mi piace troppo. Spero di incontrarti tra i fatti e le parole. A rileggerci allora...

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