CLAUDIO VISSA, l’ingegnere di 50 centrali idroelettriche nel mondo

CLAUDIO VISSA, l’ingegnere di 50 centrali idroelettriche nel mondo

CLAUDIO VISSA, l’ingegnere di 50 centrali idroelettriche nel mondo

DAL FRIULI AL MONDO: CLAUDIO VISSA, DA FLAMBRO A MONTREAL, HA PROGETTATO  50 CENTRALI IDROELETTRICE

«Non sono mai andato in pensione. Ho tutto in testa. Sono in grado di disegnare la più grande centrale idroelettrica del mondo» afferma. Ha mani grandi, fatte per il lavoro, Claudio Vissa, classe 1943.

Sguardo indagatore e viso paffuto indirizzano, subito, a una persona vivace, arguta e dotata di una memoria di ferro.  A un armadio d’uomo pronto al fare e al dire e al raccontare.

La sua lunga vita profuma di romanzo, di cinque lingue parlate, di affetti immensi per la sua famiglia di origine e per quella creata insieme alla moglie Giovanna, per lui, Giovannina, e per il lavoro. Mai stanco di lavorare, lui, anche 120 ore alla settimana.

La strada per essere riconosciuto eccellenza di friulano nel mondo – anche senza riconoscimento istituzionale –  parte da Flambro, fazzoletto di terra nel comune di Talmassons (Ud), e dai suoi genitori.

Era il 1924 quando Filomena Cibischino, 16 anni, di Talmassons – abitava sulla strada vecchia –  e Pietro Vissa, 26, di Flambro, si conobbero, sulla barchetta di ritorno dal santuario di Barbana. Pietro era già stato in guerra, nel corpo dei granatieri di Sardegna. Si sposarono, nel 1928, nella chiesa di Flambro.  Filomena era incinta quando Pietro partiva per la Carinzia e l’Ungheria, a costruire case: era specializzato nella posa dei pavimenti. A novembre dello stesso anno nasceva Nives, nel 30, Teresa, nel 32 Attilio, nel 35 Renza, nel 37 Elvia, il 28 marzo 43 Claudio, nel 44 Mario, nel 47, Ottorino, nato morto.

Claudio si distingueva per la vivacità, tant’è che, sul carro trainato dai cavalli, a 6 anni, venne portato a Castelmonte per essere esorcizzato.

«Un frate con la barba lunga mi confessò e, io, non sapendo che peccati dire, ne inventai una sfilza. Mi benedì ogni parte del corpo e pregò, in latino, e mi esaminò da dietro spessi occhiali. Ma, tutto quel benedirmi, non servì a calmarmi. Io volevo lavorare e correre e salire sugli alberi e giocare».

A 9 anni, dopo la scuola e alla domenica, Claudio era l’assistente barbiere di Celeste. Ma, dopo aver lasciato un segno di rasoio sul viso di un cliente, capì che, quella non era la sua strada.

Per nulla attratto dalla scuola, a 12 anni, era assistente muratore da Vanni Degano, di Talmassons. Nel frattempo, il fratello Attilio e quattro sorelle, emigravano in Canada. Il padre, Pietro, non voleva saperne di lasciare il Friuli, ma, vedendo partire anche l’ultima figlia, dal porto di Trieste, le disse: «Frute, il prossim an vignin ancje no. Il prossimo anno veniamo anche noi».

E, così, fu.

Ottenuti i visti, Claudio, con il resto della famiglia, si imbarcò a Trieste e, dopo due settimane di navigazione, sbarcò ad Halifax. Da lì, salì sul treno degli emigranti, con capolinea Vancouver. Si fermò a Montreal, dopo 1500 km. L’11 novembre 1957, arrivò. Come benvenuto, un metro di neve e una distesa di baracche.

È, questa, l’America? Così brutta?” pensò.

A 14 anni, aveva le idee chiare: lavorare e lasciare la scuola.

Sapeva posare pavimenti e fare il muratore: in un anno, lavorò tremila ore, guadagnò 5mila dollari – la paga normale era di 800  – e riuscì a pagare tutti i debiti che la famiglia aveva avuto in prestito dal signor Boem, di Codroipo, per il viaggio.

A 18 anni era a capo di 40 lavoratori. Aveva una fidanzata, Jaqueline, ma i parenti di lei non erano favorevoli al matrimonio.

A 19 anni, Claudio si rese conto di voler studiare. Non conosceva l’inglese, ma il francese. Così, all’esame di ammissione alle scuole serali, gli fu concesso solo il livello elementare. A 20 anni, veniva promosso “graduato elementare”, con il 63 di punteggio.

Un professore ucraino lo avvicinò e gli consigliò di frequentare le scuole medie.

Il 3 novembre 62, a un ballo al Fogolâr Furlan, conobbe Giovanna, che, nel 1964 diventò sua moglie. In viaggio di nozze la portò a Flambro, accolti da tutti i parenti Vissa, ancora oggi molto uniti.

Al matrimonio seguirono due figli e dieci anni di scuola e lavoro e nessuna vacanza.  Claudio continuò a studiare a livello di superiori, università, master in ingegneria, frequentando sia di sera che di giorno. La moglie Giovanna lavorava affinchè lui potesse studiare. «Ma nulla ho fatto mancare alla mia famiglia – afferma, con orgoglio, Claudio.

D’estate lavoravo nella costruzione della miniera a Sudbury, in Ontario. Con 120 ore alla settimana, per tre mesi, guadagnavo come in un anno».

Dopo il dottorato all’università e il master, insegnò all’università per 5 anni.  Grazie alle competenze sulle  energie idroelettriche, ha aperto 5 compagnie di consulenza di ingegneria in India, Pakistan, Vietnam, Algeria, Costarica. 

Nel progettare le centrali si è sempre impegnato al massimo affinchè non accadessero incidenti o inconvenienti, che, fino a ora, non si sono avverati.
Ha progettato oltre 50 centrali idroelettriche.  La più grande – 40mila watt – in Africa, dove ha visto la povertà assoluta e le case di pantano. La più rappresentativa, in Cina: le “Tre Gole”, 24mila megawatt.
Claudio definisce Montreal “la migliore città del  Canada”,  ma il suo cuore è friulano e la qualità di vita che trova a Flambro non esiste, in nessun’altra parte del mondo.  Tuttavia, alla domanda: «Tornerebbe per  restare?», risponde che il suo cuore dice sì e la testa dice no.

L’ultima volta, era venuto, qui, con la moglie. Ora è tornato, da solo, perché, lei, non c’è più. Gli è rimasta la figlia Renza, perché Robert è mancato nel 2000, e la sorella Elvia, che vive a Ottawa.  Ma, a Flambro, ha ancora tanti parenti, che lo accolgono e coccolano. Di recente è stato a Castelmonte e, per la prima volta, a Barbana. A rivivere l’incontro dei suoi genitori, di quasi un secolo fa. Dove tutto è iniziato! a Castelmonte, con i parenti. 

 

Condividi

pierina gallina

Ho un nome e un cognome che non si dimenticano. Sono appassionata di scrittura, poesia, viaggi, libri e persone, in particolare bambini e saggi. Ho pubblicato cinque libri e sono una felice nonna di 7 nipoti, da 6 a 18 anni, mamma di tre splendide ragazze, e moglie di un solo marito da quasi 50 anni. Una vita da maestra e giornalista, sono attratta dalla felicità e dalla medianità, dallo studio della musica e degli angeli. Vi racconto di libri, bambini, nonni, viaggi, e del mio Friuli di mezzo, dove sono nata e sto di casa, con i suoi eventi e i suoi personaggi. Io continuo a scrivere perchè mi piace troppo. Spero di incontrarti tra i fatti e le parole. A rileggerci allora...

Articoli recenti
Archivi
Categorie
Tag