CAMINO (UD) L’APPELLO DI SAMUELE LIANI, NON VEDENTE, PER TROVARE NUOVE GUIDE NEGLI ALLENAMENTI SUL TANDEM, UN GRUPPO MUSICALE E SCUOLE DOVE PARLARE AI RAGAZZI - Pierina Gallina news

CAMINO (UD) L’APPELLO DI SAMUELE LIANI, NON VEDENTE, PER TROVARE NUOVE GUIDE NEGLI ALLENAMENTI SUL TANDEM, UN GRUPPO MUSICALE E SCUOLE DOVE PARLARE AI RAGAZZI


Per Samuele
Liani, 25 anni, di Glaunicco di Camino al Tagliamento, la disabilità non esiste. Anzi, 
è una parola che sente dire ma per lui è senza senso. Non ci vede, eppure
il suo motto è “vedere oltre i propri limiti e volare oltre i propri confini”.
“Io sono una persona come tutti gli altri – continua – se non ci vedi non serve
fermarsi. Chiaro, è un trauma, ma devi dare tutto ciò che hai per superarlo e
tutto si può superare. Non vedendo, si sviluppa l’udito, il tatto,
l’olfatto.  Se uno vuole, può immedesimarsi vedendo come un non vedente e fare
tutto ciò che gli piace”
.  E Samuele
fa ciò che gli piace. Corre in bicicletta, o meglio, in tandem, suona la
chitarra elettrica alla scuola di musica “Città di Codroipo” con l’insegnante
Marco Locatelli, e ha messo a punto un metodo per riconoscere le note e le
corde.  Non toglietemi la musica, la bici e la felice pazzia” dice
sorridendo, con fare da intenditore. Mentre parla, Samuele accarezza con parole
che ben le descrivono, le sue due biciclette tandem, una da strada rossa
fiammante e una mountain bike, più la bici per gli allenamenti al chiuso. “Ci
vorrebbe anche quella da pista ma costa come un’automobile…” scherza Samuele, uno dei due friulani che fanno parte della
squadra italiana di ciclismo paraolimpico maschile, formata da circa 11 coppie.
Con lui il friulano Orlando Rusalen e, per la categoria femminile, Beatrice
Cal.

Ha provato l’emozione di salire sul podio a una gara regionale in provincia
di Vicenza e mostra con orgoglio la coppa, meritata insieme alla sua guida
Andrea Guglielmini. “ Ci ho messo 24 ore per capire che ci eravamo classificati
terzi, in una gara strepitosa, dopo solo due allenamenti insieme alla  mia guida”.

Qual è il tuo sogno?
“Ne
ho due, anzi, tre. Per la prossima stagione partecipare alle gare con
l’obiettivo di riconfermare e migliorare i risultati dello scorso anno, quindi
essere tra i primi cinque nei campionati italiani su strada e cronometro,
centrare un podio e, perché no, partecipare
anche a una coppa del mondo
.
In ambito musicale vorrei suonare con un
gruppo musicale
. E vorrei parlare
nelle scuole ai ragazzi, affinchè sappiano apprezzare la vita e facciano sport.”

Samuele è consapevole che la strada è ancora lunga, ci
saranno ancora tante avventure da compiere e sfide da superare ma, come dice il
suo motto, è pronto a farlo. Ci vuole dedizione, costanza e perseveranza per
raggiungere i propri obiettivi ma queste sono tutte caratteristiche che Samuele
conosce molto bene.
Samuele vuole porre il focus anche sulle difficoltà che si incontra nel trovare
guide. 

“A differenza delle persone normodotate, per noi non
vedenti è più complesso allenarci, perché non è facile trovare delle guide
disponibili. Io mi alleno grazie alla
mia guida ufficiale e con qualche amico ma molte volte mi ritrovo da solo e
devo compensare allenandomi sui rulli per poter rispettare gli allenamenti
settimanali.
Guidare un tandem è come guidare una bici normale. Bisogna
prestare soltanto un po’ più attenzione nell’affrontare le curve, però dopo
aver preso le varie misure è un gioco da ragazzi. Prima di rifiutare a priori,
provate e dopo qualche giro, fate le vostre considerazioni, ma non fermatevi al
primo ostacolo o alla prima diffidenza. Uscire in tandem o poter donare del
tempo a una persona non vedente può darvi molte soddisfazioni, vi aiuterà a
scoprire una visione diversa del mondo e, soprattutto, vi potrete divertire
moltissimo”.

Com’è fatto
un tandem?

“E’ una bici
più grande, come fosse una doppia bici ma con unico telaio più lungo. Ci sono
due selle, due catene, un unico manubrio. La guida sta davanti, gira il
manubrio a destra e a sinistra, mentre il manubrio posteriore è fisso. Le
persone sono due ma è come fossero una”.

Quanto ti alleni?

“Sei giorni
su sette, per circa 70 km al giorno sulle strade del Friuli a una velocità di
25 km all’ora o sulla pista di ciclocross sul Tagliamento con la mountain bike.
Basta mettere le scarpe e non si sa più cosa si fa. Quando siamo sul tandem non
abbiamo cervello, siamo fuori, ma di entusiasmo. Le mie strade preferite sono
quelle della montagna, tipo Piancavallo, con tanti saliscendi.  Andando in alto si va verso una meta
indefinita, in discesa si va a manetta, senza mai avere paura. Da aprile a
settembre ci sono le gare e lì ce la mettiamo davvero tutta.  In gara va come deve andare e il risultato
vien da sé. L’importante è dare ed esprimere il massimo di sé. Bisogna trovare il
modo per concentrarsi. Telefono staccato in tasca e via al 100%”.

Qual è il tuo rapporto con la tecnologia?

“Sono connesso
circa 18 ore al giorno però, quando decido,  spengo il telefono e la testa. Ho creato la
pagina Facebook, Samu Liani, sport-Adventure Over The Limits, per
raccontare  le mie avventure sportive e
trasmettere il messaggio che lo sport è fonte di vita, regala mille emozioni e
permette di vivere esperienze che formano il carattere. Inoltre, insegna ad
affrontare le difficoltà quotidiane con il coraggio di andare oltre i propri
limiti”.   

Accanto a Samuele corre anche la sorella Enrica che ha
iniziato il percorso di guida nella categoria femminile. Condivide gli
obiettivi e i sogni del fratello, i cui punti forti sono la costanza e una sana
dose di pazzia in quanto certe gare a cui partecipa, sono pensate per i
normodotati.
Samuele ringrazia tutte le persone che gli sono sempre vicine, a partire dalla
famiglia, le guide, gli amici del team e quelli più stretti, il presidente
della squadra Mauro Bandiziol che gli ha dato la rara opportunità di praticare
il ciclismo e conoscere Paolo Praturlon, la sua guida ufficiale.

Disponibile anche a parlare nelle scuole, Samuele è un
grande esempio di forza e tenacia per tutti, in particolare per quei giovani
che hanno tutto eppure si lamentano, magari di un naturale giorno di pioggia.

                                                Dal messaggero veneto del 2 aprile 2019

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pierina gallina

Ho un nome e un cognome che non si dimenticano. Sono appassionata di scrittura, poesia, viaggi, libri e persone, in particolare bambini e saggi. Ho pubblicato cinque libri e sono una felice nonna di 7 nipoti, da 6 a 18 anni, mamma di tre splendide ragazze, e moglie di un solo marito da quasi 50 anni. Una vita da maestra e giornalista, sono attratta dalla felicità e dalla medianità, dallo studio della musica e degli angeli. Vi racconto di libri, bambini, nonni, viaggi, e del mio Friuli di mezzo, dove sono nata e sto di casa, con i suoi eventi e i suoi personaggi. Io continuo a scrivere perchè mi piace troppo. Spero di incontrarti tra i fatti e le parole. A rileggerci allora...

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