
Viaggio in Sud Africa: Cape Town, Parco Kruger, Johannesburg
L’Africa mi si è tatuata grazie a un viaggio sognato e vissuto con meraviglia. Dal 6 al 16 marzo 2023.
1° giorno: 6 marzo 23. Ore 19.00 Venezia-Istanbul
Da Venezia, su Turkish – posto 5 a – Partenza per Istanbul. Mi sembra di andare incontro a un racconto tutto da scrivere.
L’aereo cammina. Le lucette rosse della pista ammiccano. Mi vibra il petto. Un faro, giallo, intermittente, sulla pista fa fermare l’aereo.
Un aereo a fianco si alza e va. La luna passeggia sgombrando nubi.
Si muove. Prende la rincorsa. Lucette blu poi verdi e poi bianche in ordine perfetto fanno da semaforo.
L’aereo prende la mira, romba , freccia, si alza in picchiata. Fa fatica, si sbilancia, si riassetta, si calma. È uccello di ferro.
Nel buio, le luci di Venezia sono orecchini vagabondi. Il buio li indossa e, poi, li perde. Ed è buio totale.
Solo il rumore assordante dell’elica ruba voce al silenzio.
Posso chiudere gli occhi. Non sto sognando. Volo. Dopo 4 anni.
In compagnia di mio marito, mia figlia, mio genero. Il 4 è il numero della felicità, ora.
Ore 23.40 (due ore avanti) Istanbul – Città del Capo
Aeroporto di Istanbul: nuovo, enorme fuori e dentro… Facce assonnate, tuniche bianche arabe, barbe lunghe, nere, brizzolate, innevate e infradito. Occhi a mandorla, pelli ambrate, capelli corvini e un oceano di occhi sui cellulari. Già, c’è wifi gratuito per un’ora.
Ore 2.15.
Partenza per Città del Capo su Boeing Turkish – posto 9 k, vicino finestrino. Notte. Cena. Addormentarsi in Turchia e svegliarsi in Sud Africa. La luna lascia posto al sole. Bambagia di nuvole come neve fresca. Un nuovo giorno. L’africa mi aspetta. Non la conosco ancora.
Forse mi farà innamorare.
Ore 12.10 locale. Avvio discesa
Un neonato piange. L’aereo scende. Nuvole a drappi densi lo avvolgono e cullano. Si vestono di grigio neve e lo inghiottiscono. Folate improvvise vorrebbero rallentarne la corsa. Ma l’uccello di latta ha il motore al posto del cuore. Fende, fora, vince. Cape Town sorprende. Azzurro mare e levigata terra si piegano.
Casette fitte stile lego, montagne tagliate e seghettate, file di auto su fili di liquirizia, atterraggio e applauso. Cape Town è qui.
“Hello mama, No problem mami, brillanto papa” un cenno del capo, un sorriso non stampato e sei a casa.
La Tablet mountain e picco del diavolo ci danno il benvenuto. Arrivo all’Hotel Victoria e Alfred: tra visi di cioccolato a cinquanta denti di avorio, occhi fondo notte stellata, e musica, balli, colori.
Mi piace, mipiace, mipiace.
Vado tra loro, mi danno la mano, mi offrono le bacchette per suonare.
Ridono, eccome se ridono.
Ballano, a ritmo, ed è festa.
Con un nulla sazio di tutto.
Ciò che c’è è più che sufficiente.
Scompaiono le convenzioni, il chi sono e perché. Non c’è un perché. C’è la punta sud dell’Africa, ci sono i suoi respiri musicali, la sua gente felice.
Esulto: c’è felicità, qui.
Il mare, il porto, la brezza leggera, le palme e, nell’aria, i canti. Di un allegro Gospel, cadenzato, ritmato.
C’è, pure, l’arcobaleno. Intero. Quasi a proteggere questo lembo d’Africa dal mondo. Quello di fuori!
2° giorno: mercoledì 8 marzo 23 Hotel Victoria and Alfred a CAPE TOWN: 4 milioni di abitanti.
Nebbia e pioggerellina. Visi sorridenti nei “Good Morning” colorati su pelle d’ebano.
Visita: Penisola delle foche in barca, pinguini, giardino Botanico, capo buona speranza – sostituisce Capo delle Tempeste.
Per arrivarci, in auto: Lounge beach, spiaggia famosa per i cavalli, Misty Cliffs, scogliera annebbiata, villaggi per persone di colore e bianche, distese di protee ( oltre 40 specie), macchia mediterranea, babuini litiganti in mezzo alla strada.
Ore 11.00
Ingresso Cape of Good Hope: Parco nazionale.
Oceani Atlantico a destra, Indiano a sinistra. Funicolare fino al faro, ritorno piedi, per black out.
Grande baia dei pinguini: alti 30 cm, con puntini neri e rossi sul becco, sono monogami e, il nemico più temuto è la foca.
L’Orca mangia lo squalo, lo squalo mangia la foca, la foca mangia il pinguino, il pinguino mangia le acciughe.
Si vedono gli struzzi – hanno il cervello più piccolo dell’ occhio, due stomaci, uno pieno di sassi per schiacciare l’erba e l’altro per digerire. Hanno due dita, con unghia grande scalciano. Mangiano tutto, anche le cose luccicanti. Antilopi e zebre.
L’Africa è cosi: non sai mai cosa vedi.
Giardino botanico a CapeTown, uno dei 5 più importanti al mondo, del 1910. 9mila le piante autoctone.
L’Agaphantos è il fiore del Sudafrica. Le cycads sono piante del tempo dei dinosauri. Qui, ogni pianta sta dove le piace. Interessante il bonsai di 160 anni.
3° giorno: giovedì 9 marzo 23 CAPE TOWN: Museo della schiavitù
La prevista escursione alla Table Mountain non si può fare. Causa pioggia battente.
Visitiamo il Museo della schiavitù, un importante istituto culturale. Questo museo offre una profonda immersione nella storia della schiavitù in SudAfrica. Oltre a un’esperienza educativa e commovente attraverso narrazioni appassionanti e reperti autentici.
Volti senza anagrafe e con i mesi come cognomi, apartheid: bianchi e neri divisi, fino al 1976. Nel 1990, Mandela diventa presidente, dopo 25 anni di prigione. La prima cosa che ha fatto è stato abbracciare un bambino. Viene considerato il salvatore dell’Africa. Muore nel 2010, a 97 anni. Di sicuro lascia attoniti, mai indifferenti. Alle 11.30 visitiamo il quartiere malese, con le case colorate dal 1820 . Unico al mondo. Sosta al Truth Bar: colorato e accogliente.
Serata energica e gentile al Gold restaurant. A ogni persona (almeno 500) viene dato un tamburo da suonare tutti insieme. Menu con 16 portate.
4° giorno: venerdì 10 marzo 23 Matimba Lodge – Parco Cruger
Nebbia. Andiamo in aeroporto per il Parco Crugher. 2F Nevio 2d. Giada 2a Luca 1a: si parte alle ore 10.40.
Inghiottisco perfezione: di salute, armonia, respiro. Incamero vita fortunata e ricca. Ho Nevio. Giada e Luca.
Sto per volare. C’è anche il sole. Di diamanti mi brilla il sangue.
Ore 13.00: Discesa. Dentro la bambagia. Del cielo indosso ali di futuro. Doccia di calda energica forza.
Distesa verde arbusti e corti alberi e terra color nocciola… Cumuli candidi arredano l’azzurro vestito come le Madonne di Giotto.
Ore 13.30. Partenza per il parco.
Caldo. 80 km appisolati sul verde maturo pennellato di fresco. Leggera pioggia ci dà il benvenuto. Passeggia sui finestrini del pulmino.
Poi se ne va e torna il sole. Africa: polvere magica sulla pelle dell’anima…
Sono in viaggio: da seme tardivo a fiore precoce. Dentro al ventre, verde e generoso, di madre Africa.
Non piangerò sbocciando: distillerò orizzonti di semi di futuro.
Dopo due ore auto, ecco il Matimba lodge. Camera elefante. Ed è l’Africa! Caldo. Accoglienza super.
Camera bellissima, con doccia anche esterna. Profumatissima. Veranda sul fiume. Ippopotamo chiama. Vari uccelli dialogano.
Mentre la sera allunga il passo, la natura silenzia l’inutilità dell’essere umano. Le chiome degli arbusti si lasciano ghermire dal catino tremolante. Fino a calarsi. Dentro. Del tutto. Cicale in coro friniscono.
Il resto è immobile. Tranne i cerchi improvvisi e le rughe d’acqua in gara di corsa per il premio finale: la notte di pace.
Un ippopotamo – o, forse, 7 o 8 – raglia. È vicino.
Ore 18.45:. Il buio è qui. Copre tutto con il mantello di carbone. Abitanti del fiume giocano a carte o a inventar melodie.
5° giorno: sabato 11 marzo 23: SAFARI al Parco Cruger
Ore 4.30: Pronta per il safari. Il primo della mia vita. Scarpe da trekking,. Ingresso Parco. Pian piano si leva il giorno… verde. In jeep, con impermeabili e cappuccio. Vediamo la iena – che fa cacca bianca perchè rumina sassi e teme il leone – la giovane aquila marziale. Inoltre gnu, sciacalli, zebre, avvoltoi, elefanti, impala. Il leone, che può morire di fame. Infatti mangia animali uccisi da altri e, facilmente, viene mangiato da altri soprattutto da giovane. La leonessa non può seguire il gruppo se ha i cuccioli. L’80% dei cuccioli di leone non supera l’anno. Da quando nasce è sempre soggetto a morire. Da solo a caccia, da solo a fine vita. Vita media dei leoni è 12 anni. In cattività 25.
L’elefante, invece, ha una bella vita. Ha nonna, mamma, zia, cugini.
Se maschio, a 14 anni se ne va. Digerisce male, beve 300 litri di acqua al giorno, tira giù 14 alberi al giorno. Cambia i denti e li consuma. Intorno ai 60 anni muore di fame.
Dorme tre ore al giorno anche disteso. Resto è in movimento. Ogni 40 minuti fa una scarica. L’elefante è un ottimo nuotatore. Attraversa fiumi e laghi.
Le zebre (vedono poco, sono miopi) si fidano delle giraffe perchè vedono in alto e degli gnu, perché vedono lontano.
6° giorno: domenica 12 marzo 23 SAFARI PARCO KRUGER SUD
Ore 4.45: Safari significa cercare gli animali. Partiamo in jeep. Nella savana o prateria con qualche albero. Simbolo del parco è l’antilope Kudu.
Piove. Branco di iene in strada. Prima le femmine, poi i maschi.
Hanno sensi molto spiccati. Un’aquila pescatrice sta mangiando un pesce gatto.
Antilopi in branchi tra i cespugli. Poi i licaoni, i canidi uggiolano: curiosi, si muovono in gruppo, velocissimi, resistenti. Di giorno riposano. Prima del tramonto si muovono. Non sono territorali, sconfinano. Hanno un sistema immunitario debole.
Avvoltoi: il maschio fa il nido. Se non va bene, la femmina lo distrugge. Solo quando è fatto bene si concede.
La leonessa non lascia a nessuno la carcassa. Gli avvoltoi, pazienti, sull’albero attendono. Due iene nascoste osservano e aspettano. Tritano le ossa.
Le giraffe: i maschi hanno le corna. Le femmine hanno una gestazione di 16 mesi. I cuccioli nascono di 1 metro e 80, crescono mezzo centimetro al giorno, fino a oltre 5 metri. La giraffa più invecchia più puzza e annerisce. Le impala femmine hanno il calzino nero sul piede. Dà fragranza, cosi i piccoli riconoscono la madre.
7° giorno: lunedì 13 marzo 23 Villaggio, comunità rurale, asilo, safari notturno
La città conta 15mila abitanti. Il 65% cresce senza padre. Nessuna struttura familiare. Poligamia. 11 le lingue ufficiali: zulu, cisonga, inglese le più parlate. Il Sudafrica è molto ricco di miniere di oro, argento, rame, carbone. Le miniere danno lavoro a 9mila persone. Produce vino, birra, verdure. La casa popolare è gratis, come la scuola. Tutti vanno a scuola: statale, privata, mezzo privata e mezzo statale. Ogni scuola ha la propria uniforme. Nessuno chiede l’elemosina. Lo Stato aiuta, e tanto. I sudafricani sono molto puliti. Non puzzano. Sono privi di capelli e usano parrucche ed extension.
Le Mandela house o case popolari, dopo 5 anni sono di proprietà. Visitiamo l’asilo: emozioni a fil di pelle gli abbracci e gli occhioni dei bambini. Tutti puliti, profumati. Ci donano i loro sorrisi più belli.
Ore 13.00: pranzo tipico da Sarah.
Ore 16.45: Partenza x safari notturno. Nuvoloso. Non c’è tramonto.
Vediamo: un branco di impala femmine, senza corna. Sono gli animali più diffusi nel parco.
Un uccello spazzino sul fiume con pesci moribondi. Ha apertura alare ampia. Non è rapace.
L’elefante africano ha orecchie a forma di Africa. Le femmine stanno sempre in branco. Il maschio tende alla vita solitaria. Ha zanne grosse. La femmina le ha lunghe e sottili . Mangia per 20 ore al giorno. Dorme 3-4 ore.
L’elefante indiano ha orecchie piccole, la femmina non ha le zanne.
Un leone solitario, maschio, è attivo di sera e di notte. Ci evita. Attraversa la strada. Non ama camminare sul bagnato. Preferisce l’asfalto perchè fa più caldo. Fa la pipì nel bush o cespuglio per marcare il territorio. Si liscia la criniera con i rami umidi.
Gli scrab hed: non sono conigli. Nascono già vedenti e autonomi. Escono di notte per mangiare erba. Di giorno si nascondono nei cespugli.
8° giorno: martedì 14 marzo 23 Blyde River Canyon e Olivers Lodge a Johannesburg
Penso a ciò che ho imparato in Africa. Pazienza da avvoltoio. Vita da savana. Rispetto. Rispetto per la natura e per ogni specie animale. Qui, in questo Paradiso Reale, dove la natura è grande Madre. Qui, in terra d’Africa gentile, dove i sorrisi di diamante oltrepassano l’oltre e, proprio lì, si appisolano.
Viaggiare è tornare diversi: io mi immagino migliore di quando sono arrivata.
Consapevole e grata per l’immensità di ciò che ho avuto in dono: gentilezza, garbo, accoglienza, passione. Salutiamo il Parco Kruger e il Matimba Lodge. A Daniela, e ad Alberto e ai loro collaboratori, un augurio di buona sorte e fortuna in questa terra amata e amorevole.
A me auguro di ritornare, qui, con pensiero e parola capaci di trasmettere ciò che ho provato e continuerò a provare.
Gratitudine, prima di tutto.
In pulmino verso il Blyde River Canyon, nella provincia del Mpumalanga, situata a nord-est del Paese: 230 Km.
Incredibili viste e panorami mozzafiato. Tre i punti panoramici: uno più stupefacente dell’altro. Con i suoi 26 km di lunghezza e 750 metri di profondità, si tratta del terzo canyon al mondo per estensione. Il modo ideale per esplorare la riserva naturale è a piedi. Anche il più naturale.
9° giorno: mercoledì 15 marzo 23 Da Olivers Lodge a Johannesburg aeroporto 350 km. 4 ore
Attraversiamo la Regione Mpumalanga. Vallate verdissime, coltivate a mais, pascoli di mucche e cavalli.
In autogrill, incontriamo un missionario romano, maglietta rossa, che stava andando a Pretoria (capitale Sudafrica) insieme a un giovane seminarista di Firenze. Ha 49 anni e 9 figli. Con la stessa moglie, sottolinea. Ha una luce profonda negli occhi e nel sorriso.
“Pregate per noi” ci dice, salutandoci.
Aeroporto Johannesburg: Ore 19.50 partiamo per Istanbul. Istanbul-Venezia: arrivo ore 8.55 del 16 marzo.
Le immagini aiutano a rimescolare emozioni. E ce ne sono tante! Come un radioso arcobaleno, come il possente ruggito dei leoni e come il magico silenzio della savana.
Sudafrica
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