x il PONTE aprile 13 - Pierina Gallina news

x il PONTE aprile 13

            BERTIOLO:



 “ROBERTO E IL FAGOTTO” il libro di Santa GROSSO. Una storia vera di morte e speranza.



E’ un libro che si legge in un soffio. In quell’attimo che serve per andare fino in “Paradiso”.  Complice il carattere grande, che ne favorisce l’immersione,  e lo stile narrativo, leggero, semplice. 



In punta di penna. Una pagina tira l’altra, come le ciliegie. Impossibile fermarsi o prendere una scorciatoia. La strada tra fantasia e realtà va avanti a zig gag, e la si percorre  in groppa a quella paura universale, che accomuna l’umanità: la Morte. Anche il tempo si mescola e gioca tra la nostra matematica e la mania di contare il singolo minuto ed il misterioso luogo senza orologio, dove il tempo è nulla.


Come qualsiasi cosa di materiale. Perché lì, in Paradiso, cadrebbe giù. Nemmeno il fagotto, lo strumento co-protagonista del libro, o il cannocchiale ci possono stare. A poco vale se nella vita quaggiù sono stati importanti. Regole son regole e vanno rispettate.



L’autrice, la Prof.ssa di religione Santa Grosso, nata e residente a Bertiolo,  traduce con raffinata semplicità l’incomprensibile alchimia della Morte, tessendo un tenace filo che unisce i due mondi, l’al di qua e l’al di là, tra misteri e possibili verità. Il fagotto è il tramite tra Roberto, il bambino che lo suonava prima del lungo viaggio, e il figlio di Santa, che lo ha scelto tra i tanti strumenti disponibili nella banda. “Come mai avrà scelto proprio il fagotto?” si sono chiesti in molti.  Santa, che  era amica di Roberto, conosce la risposta.


E l’ha rivelata nel libro, nel  tentativo di avvicinare i bambini a temi dolorosi come la malattia e la morte.  “È fondamentale che i piccoli imparino presto a non dare per scontato alcunché, per gioire sempre dei doni che la vita offre, compresa la presenza di chi ci sta attorno e la consapevolezza della propria salute, che va tutelata e difesa, perché preziosa”.


Per info: santi@muciud.it
 
CODROIPO

 

ALICE MIZZAU … COMPLEANNO D’ORO                       

20 anni a suon di bracciate,
soffiando bolle al posto delle candeline. Tra un augurio e l’altro a indossar
ben due medaglie d’oro. Ovvero il pass per i prossimi Mondiali. Dove? Ad
Amiens, in Francia, a sbaragliare le sue avversarie e poi salire sul podio più
alto. Per ben due volte. Nei  100  e nei 200 stile libero.  Accompagnata da quell’incredulità che le sta
a pennello e la rende unica. Anche quando sa far capire di che stoffa  sia fatta. Una atleta tutta d’un pezzo,
tenace quanto basta per superare se stessa, guardando avanti. A Riccione, per
esempio,  che la aspetta a fine aprile. E
a Barcellona, il prossimo luglio, per i mondiali. Quest’ultimo è il suo
obiettivo più atteso, quando potrà far vedere chi è veramente, sia nelle
staffette che nelle  gare individuali. Emozione?
Sotto controllo.  Ha imparato bene a
farlo. Stare sulla scena? Ci sa fare Alice! 
Va d’accordo perfino con il cronometro. 
Tutto a posto quindi.  Anche il
fan club di Beano esulta, la segue, la riempie di affetto.  Senza parlare di mamma Ida e papà Manlio che
hanno  un gran da fare a rispondere a
telefonate ed  email.  Di complimenti naturalmente!

                                                                              MUSICA:

Saggio strumentale e vocale 22 marzo 2013 in sala Concerti: Ambra Gaudino, ins. Stefania Zanon
Flaviano Zuliani, tenore
Franco Bin, basso
Giacomo Trevisan tenore
MUSICA:                SCUOLA MUSICA: L’ISOLA CHE  C’E’

Rosa Disnan, contralto
Che ci sia la musica in una
scuola di musica è normale.  Ma che ci
sia nelle sillabe, negli sguardi, nell’attenzione verso l’altro beh! Non è poi
così scontato. E’ come una ragno che tesse la ragnatela e suona.  Mentre 
tesse emozioni, benessere, cultura, il ragno non sta da solo e gioca in
maniera seria con chiunque entri dalla porta della scuola di musica. Quella di
Codroipo, è chiaro. Ogni pomeriggio e sera note svolazzanti riempiono
l’aria.  Bimbi in fasce gattonano al
ritmo di un tamburo  o di immaginari  acchiappasogni. Via via i più grandicelli
arrivano a frotte ed entrano nelle aule. Hanno perfino i sorrisi a pianoforte.
Willems consenziente. Ma c’è posto anche per gli adulti. Per quelli che non
hanno avuto la fortuna dei bambini d’oggi e musica era al massimo una canzone
sentita alla radio. Ora è il tempo del recupero. A fatica ma con gioia imparano
a misurarsi con le scale musicali  o con
la lirica o con uno strumento. Sì, accanto ai ragazzini e con l’orgoglio di
esserci.  Così è ai saggi, sia  nella scuola che in quello finale , in teatro
Benois. Quest’anno sarà il 4 maggio,
alle 18.00
, e vedrà sul palco  gli
allievi insieme ai due cori, il Supercoro  con i ragazzi e gli educatori della Pannocchia, del Csre e del Cod Il
Mosaico
e il neonato Coro 5, per  cantare in nome di Lei, la vera protagonista
della Scuola e della Vita: la Musica.  Quella
buona, quella galeotta,  capace di comunicare,
emozionare, far crescere. Con il plauso e riconoscenza per i fondatori , in
primis Don Gilberto Pressacco, anche direttore del coro “Candotti” , insieme,
tra gli altri,  a  Luciano Gallai, Pierino Donada, Renato Gruarin,
Silvio Montaguti, il primo direttore della scuola. Dal 1984 a oggi i tempi sono
cambiati e la scuola ha dovuto modificare lo statuto, votato  all’unanimità
dall’assemblea straordinaria dei soci. C
on soddisfazione del Direttore
Giorgio Cozzutti e del Presidente Luca Turco. “Come
tutti i traguardi importanti anche questo, in realtà, è un punto di partenza e
scorgiamo già la prossima tappa lassù, in cima ad una collina”. La strada è in
ascesa ma poggia su buona terra, fertile per la fioritura di seminari e workshop,  master Class con calibri internazionali,  domeniche mattina in biblioteca, corsi nelle
scuole.  A braccetto con il Conservatorio
 “Tomadini” di Udine. Con la grinta che
ci vuole per dare ali ai sogni. Con  la
voglia di scrivere una bella storia friulana, fatta di talento, tenacia, socialità.
 Una storia che bisogna raccontare nei
dettagli. Perché è una delle più belle che abbiamo.

                                                                                                                                                                       

VARMO:

IN BIBLIOTECA IL CORSO PER SCRIVERE FAVOLE

Le storie vere, quelle che capitano a tutti, possono diventare bellissime favole. Quel “C’era una volta” diventa magico se  visto con gli occhi di un bambino. Se poi qualcuno ascolta e butta via l’orologio allora sì che il miracolo avviene.

Questo il succo del corso di scrittura creativa ideato e condotto da Luisa Pestrin, scrittrice ed editore, rivolto a mamme, nonne, e a quegli adulti che desiderino perfezionarsi nello scrivere la loro favola personale. Pe regalarla o trattenerla tutta per sé.

Da tutto si può far nascere una favola. Il segreto sta nella  semplicità con i bambini.

Protagonisti delineati con pochi tratti, essenziali le descrizioni, situazione problematica, risoluzione.
Il lieto fine non è indispensabile.

Il corso, terminato il 10 aprile, ha richiamato molti appassionati della scrittura creativa che si sono fatti un bel gruzzolo di nozioni teoriche sui criteri di componimento fiabesco, un felice bagaglio di favole e molti esempi pratici.  Messo in pratica nell’appuntamento in cui gli scrittori hanno letto ai bambini le storie da loro realizzate.

                                                                                                                                    

 
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pierina gallina

Ho un nome e un cognome che non si dimenticano. Sono appassionata di scrittura, poesia, viaggi, libri e persone, in particolare bambini e saggi. Ho pubblicato cinque libri e sono una felice nonna di 7 nipoti, da 6 a 18 anni, mamma di tre splendide ragazze, e moglie di un solo marito da quasi 50 anni. Una vita da maestra e giornalista, sono attratta dalla felicità e dalla medianità, dallo studio della musica e degli angeli. Vi racconto di libri, bambini, nonni, viaggi, e del mio Friuli di mezzo, dove sono nata e sto di casa, con i suoi eventi e i suoi personaggi. Io continuo a scrivere perchè mi piace troppo. Spero di incontrarti tra i fatti e le parole. A rileggerci allora...

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