
Teatro dell’anima: A riparar ricordi 21 e 30 giugno 25
Teatro “A riparar ricordi”: quando il teatro nasce dall’anima. Al Mulino Maiaroff di Valvasone (Pn) il 21 giugno, solstizio d’estate, e a Codroipo (Ud) Sala Abaco, il 30 giugno.
Non un copione da imparare a memoria. Non un testo teatrale da calcare, ma parole da vivere. Emozioni da ricordare. È questo, e molto di più,
Debuttato con grande successo al Mulino Maiaroff di Valvasone (Pn), il 21 giugno e replicato il 30 giugno in una Sala Abaco a Codroipo (Ud) con il tutto esaurito, lo spettacolo è atteso ora in Clauzetto (Ud) il 12 agosto e a Dogna (Ud) il 13 agosto. Una tournée che tocca il cuore delle persone, perché costruita non su finzione, ma su memoria personale. Immagini del Mulino Maiaroff
A CodSul palco, otto sedie bianche. Otto donne. Otto vite. Ognuna portatrice di una storia vera, di un frammento di passato rimasto chiuso in un cassetto e finalmente aperto. Con rispetto. Con pudore. Con verità.
Lo spettacolo nasce proprio così: dal desiderio di dare voce a ciò che spesso resta inascoltato. Dolori taciuti, gioie dimenticate, ricordi nascosti. Attraverso il canto, il racconto e il corpo, le allieve-attrici hanno costruito insieme una drammaturgia inedita, cucita su misura come un abito fatto a mano, con dentro l’anima di chi lo indossa.
L’ingresso in scena, accompagnato dalle note leggere di “Tintine Tintone”, è già poesia. Le lanterne accese, i passi delicati, gli sguardi intensi: tutto prepara il pubblico a entrare in un’atmosfera sospesa, fuori dal tempo.
Dentro, c’è solo umanità. Quella che ascolta, che ride, che piange. Quella che si riconosce, si rivede, si ritrova. Il pubblico – attento, partecipe, rispettoso – non assiste soltanto, ma vive insieme alle interpreti ogni parola, ogni silenzio, ogni battito del cuore.
Perché “A riparar ricordi” non è solo teatro. È cura. È condivisione. È il mantra musicato “Bole bole tum tum” che vibra insieme, come un tamburo che suona all’unisono, richiamando alla memoria la potenza ancestrale del racconto orale e del canto, come strumento di guarigione.
Il laboratorio, ospitato presso la Scuola di Musica “Città di Codroipo”, è diventato nel tempo uno spazio dove lasciar cadere le maschere e riappropriarsi della propria voce. Con la gratuità della semplicità. Con l’antica ricerca della serenità.
E alla fine, sotto il fresco leggero delle sere d’estate, resta la sensazione di aver contribuito a un piccolo miracolo: quello di aver creato, insieme, un alone di magica felicità.