
S.O.S. per la chiesetta di San Rocco a POZZO di CODROIPO (Ud)
La piccola frazione di Codroipo, Pozzo, possiede una chiesetta datata 1400,
adiacente al cimitero, nel punto dove si trovava un pozzo all’incrocio tra due strade fiancheggiate dal Tagliamento.
Qui i
pellegrini sostavano, si dissetavano e si riposavano.
Intitolare la chiesetta a San Rocco, protettore dei pellegrini e degli operatori di volontariato, fu una scelta naturale.
Oggi, Pozzo, continua a chiedere interventi urgentissimi per salvare la chiesetta di San Rocco. Il pavimento si sta letteralmente sfaldando e il progetto, stilato dall’architetto Soramel, richiederebbe trentamila euro di spesa, oltre ad altri interventi di restauro improrogabili. Ma non c’è nessun tipo di finanziamento pubblico, nè dalla Curia nè dalla Regione. La piccola
frazione di Codroipo e, in particolare, gli abitanti di Borgo San Rocco,
continuano a prendersene cura, con la pulizia, la manutenzione ordinaria, la
celebrazione della Messa ogni 2° domenica di ogni mese e quella votiva del 16 agosto, aperta anche agli abitanti di Beano e Rivis, officiata da Don
Fabio Varutti e accompagnata alla tastiera da Olindo Bosa. Ma non basta.
Il
comitato spontaneo, promotore di lavori già effettuati con autofinanziamento, guidato
da Angela Pevato e dal pittore Ennio Martinis, da tempo sottolinea che il
pavimento si sta disgregando e l’umidità scolora gli affreschi. Angela Pevato, sacrestana di Pozzo lancia un appello affinchè la chiesa non venga lasciata morire.
Manca la fonte
battesimale, rubata negli anni 70.
Due statue degli apostoli e due angeli furono ritrovate dopo un furto, grazie alle foto scattate alle statue originali dal fotografo Luigino Zavagno e ora sono conservati nel museo diocesano di Udine.
Al posto delle statue trafugate, si ammira la serie di tavole in legno raffiguranti la Via Crucis,
realizzata dall’artista di Pozzo, Galdino Tomini. Il quadro di San Rocco,
realizzato da Ennio Martinis, fa bella mostra davanti all’altare così come la
statua donata dagli abitanti di Via San Rocco, ma la devozione non basta.
Si
rischia di perdere un patrimonio della zona, una chiesetta votiva che, pur
senza pretese di fama, è testimone della storia friulana.
Non quella scritta
sui libri, bensì quella della vita di ogni giorno, legata all’umile destino del
popolo delle campagne spesso trascurato, a un voto, a pestilenze, a guerre o a
altre disgrazie, al bisogno di protezioni soprannaturali sulle attività rurali.
E’ un bene culturale che acquista sempre
maggiore rilievo in quanto espressione dell’antica civiltà locale, voluto dalla
gente comune con pochi soldi, tirato su da costruttori locali che lavoravano come potevano e a buon prezzo, ma
con coscienza e buona conoscenza del loro mestiere.
Sarebbe un peccato
abbandonarlo all’ingiuria del tempo
perché questo luogo sacro è un bene di tutti, ricco di valori immortali,
forte legame con un passato che pretende
dignità.
Chi era San Rocco?
Era un pellegrino e taumaturgo francese,
Rocco di Montpellier, vissuto tra il 1350 e il 1379. Lasciò la sua terra per fare il pellegrino, aiutando chiunque incontrasse. Girava di santuario in santuario per 50 km al giorno e riposando negli ostelli. Rocco era
malato ma aiutava gli ammalati di peste bubbonica. Egli stesso fu aiutato da un cane che
gli portava da mangiare. Rocco morì da pellegrino ma i cristiani che lo avevano conosciuto continuarono a pregarlo per guarire. Rocco diventò, quindi, beato per volontà
popolare. Poi la chiesa lo ha fatto santo.
È il santo più invocato, dal Medioevo in poi, nel
mondo contadino, nei terremoti, epidemie ed è il protettore dal terribile
flagello della peste.
Egli si occupava dei malati che, a volte, venivano
abbandonati persino dai familiari.
Molti di essi guarirono in modo miracoloso,
il che contribuì a far emergere il carisma del santo presso una popolazione
terrorizzata.
Con il passare dei secoli è divenuto uno dei più conosciuti nel
continente europeo e oltreoceano, ma è rimasto anche uno dei più misteriosi.
16 agosto 2018: S. Messa per gli abitanti di Pozzo
Angela Pevato, sacrestana di Pozzo, e custode della Chiesa di San Rocco. Lancia un appello affinchè la chiesa non venga lasciata morire.
Il fotografo Luigino Z, Meris C, Claudia D.
Incontri
Classe 1952 di Pozzo
da sx: Pierina, Anna C. Claudia D, Gino P, Teresa T.
Da Messaggero Veneto 20 agosto 2018