IL VOLTO DEL VERO AMORE… e non solo a San Valentino - Pierina Gallina news

IL VOLTO DEL VERO AMORE… e non solo a San Valentino

   
                             DA  LEGGERE
  SULL’AMORE…A volte non diamo il giusto valore a cio’ che abbiamo fino a quando non lo perdiamo

Mentre mia moglie mi serviva la cena,
le presi la mano e le dissi ” Devo parlarti”.

Lei annuì e mangio’ con calma. La osservai e vidi il
dolore nei suoi occhi, quel dolore che all’improvviso mi bloccava la bocca.

Mi feci coraggio e le dissi “Voglio il divorzio”.

Lei non sembro’ disgustata dalla mia domanda e mi chiese soavemente
”Perche’?”

Quella sera non parlammo piu’ e lei pianse tutta la notte.
Io
sapevo che lei voleva capire cosa stesse accadendo al nostro matrimonio, ma io
non potevo risponderle . Aveva perso il mio cuore a causa di un’altra donna, Giovanna.

Io ormai non amavo piu’ mia moglie, mi faceva solo
tanta pena, mi sentivo in colpa, ragion per cui sottoscrissi nell’atto di
separazione che a lei restasse la casa, l’auto e il 30% del nostro negozio. Lei
quando vide l’atto lo strappo a mille pezzi. ‘

‘Come ? avevamo passato dieci
anni della nostra vita insieme ed eravamo ridotti a due perfetti estranei?”

A
me dispiaceva tanto per tutto questo tempo che aveva sprecato insieme a me, per tutte le sue energie  pero’ non potevo farci nulla. Io amavo
Giovanna.

All’improvviso mia moglie comincio’ a urlare e a piangere
ininterrottamente per sfogare la sua rabbia e la sua delusione. L’idea del
divorzio cominciava ad essere realta’.

Il giorno dopo tornai a casa e la incontrai seduta alla
scrivania in camera da letto che scriveva. Non cenai e mi misi a letto. Ero
molto stanco dopo una giornata passata con Giovanna.

Durante la notte mi
svegliai e vidi mia moglie sempre li’ seduta a scrivere. Mi girai e continuai
a dormire.

La mattina dopo mia moglie mi presento’ le condizioni affinche’
accettasse la separazione.

Non voleva la casa, non voleva l’auto tantomeno il
negozio. Soltanto un mese di preavviso. Quel mese che stava per cominciare
l’indomani.

Inoltre voleva che in quel mese vivessimo come se nulla fosse
accaduto.

Il suo ragionamento era semplice ”Nostro figlio in questo mese ha
gli esami a scuola e non e’ giusto distrarlo con i nostri problemi”.

Io fui
d’accordo pero’ lei mi fece un ulteriore richiesta.

Devi ricordarti del giorno in cui ci sposammo, quando
mi prendesti in braccio e mi accompagnasti nella nostra camera da letto per la
prima volta. In questo mese pero’ ogni mattina devi prendermi in braccio e
devi lasciarmi fuori dalla porta di casa .

Pensai che avesse perso il cervello, ma acconsentii per
non rovinare le vacanze estive a mio figlio e per superare il momento in pace.

Raccontai la cosa a Giovanna che scoppio’ in una fragorosa risata dicendo
”Non importa che trucchi si sta inventando tua moglie. Dille che oramai tu
sei mio e se ne faccia una ragione”.

Io e mia moglie era da tanto che non
avevamo piu’ intimita’, cosi’ quando la presi in braccio il primo giorno
eravamo ambedue imbarazzati. Nostro figlio invece camminava dietro di noi
applaudendo e dicendo ” Grande papa’, ha preso la mamma in braccio ”.

Le sue
parole furono come un coltello nel mio cuore. Camminai dieci metri con mia
moglie in braccio. Lei chiuse gli occhi e mi disse a bassa voce ”Non dirgli
nulla del divorzio, per favore. Acconsentii con un cenno, un po’ irritato, e
la lasciai sull’uscio. Lei usci’ e ando’ a prendere il bus per andare al
lavoro.

Il secondo giorno eravamo tutti e due piu’ rilassati. Lei si
appoggio’ al mio petto e sentii  il suo profumo sul mio maglione. Mi
resi conto ch era da tanto tempo che non la guardavo. Mi resi conto che non
era piu’ cosi’ giovane…qualche ruga …qualche capello bianco.

Si notava il danno che le avevo fatto.
Ma cosa avevo potuto fare da ridurla cosi’?

Il quarto
giorno, prendendola in braccio come ogni mattina avvertii che l’intimita’ stava
ritornando tra noi. Questa era la donna che mi aveva donato dieci anni della
sua vita, la sua giovinezza, un figlio. E nei giorni a seguire ci avvicinammo
sempre piu’.

Non dissi nulla a Giovanna per rispetto.
Ogni giorno era piu’ facile prenderla in braccio e il
mese passava velocemente.Pensai che mi stavo abituando ad alzarla, e per
questo ogni giorno che passava la sentivo piu’ leggera.

Una mattina lei stava
scegliendo come vestirsi. Si era provata di tutto, ma nessun indumento le
andava bene e lamentandosi disse  ”I miei vestiti mi vanno grandi ”.

Li’ mi resi conto che era dimagrita tanto. Ecco
perche’ mi sembrava cosi’ leggera!

Di colpo mi resi conto che era entrata in
depressione. Troppo dolore e troppa sofferenza, pensai.

Senza accorgermene le toccai i capelli. Nostro figlio
entro’ all’improvviso nella nostra stanza e disse ”Papa’ e’ arrivato il
momento di portare la mamma in braccio” . Per lui era diventato un momento
basilare della sua vita.

Mia moglie lo abbraccio’ forte ed io girai la testa
ma dentro sentivo un brivido che cambio’ il mio modo di vedere il divorzio.

Ormai prenderla in braccio e portarla fuori cominciava ad essere per me come la
prima volta che la portai in casa quando ci sposammo.

La abbracciai senza
muovermi e sentii quanto fosse leggera e delicata. Mi venne da piangere.

L’ultimo giorno feci la stessa cosa e le dissi ”Non
mi ero reso conto di aver perduto l’intimita’ con te”.

Mio figlio doveva
andare a scuola e io lo accompagnai con la macchina. Mia moglie resto’ a
casa.

Mi diressi verso il posto di lavoro  ma, a un certo punto passando davanti
casa di Giovanna, mi fermai, scesi e corsi sulle scale, lei mi apri’ la porta
e io le dissi ”Perdonami, ma non voglio piu’ divorziare da mia moglie.

Lei mi
guardo’ e disse “Ma sei impazzito?”

Io le risposi ”No, e’ solo che ora ho capito i veri valori della vita. Dal giorno in cui l’ho portata in
braccio mi sono reso conto osservandola e guardandola che dovevo farlo per il
resto della mia vita. “

Giovanna pianse,  mi tiro’ uno schiaffo ed entro’ in casa
sbattendomi in faccia la porta.

Io scesi le scale velocemente, andai in macchina
e mi fermai in un negozio di fiori le comprai un mazzo di rose e la ragazza del
negozio mi disse ” Cosa scriviamo sul biglietto?”

Le dissi  ”Ti prendero’ in
braccio ogni giorno della mia vita finche’ morte non ci separi”.

Arrivai di corsa a casa, feci le scale,  entrai e di
corsa mi precipitai in camera felicissimo e col sorriso sulla bocca.

Ma mia
moglie era a terra. Morta.

Stava lottando contro il cancro ed io
invece ero occupato a passare il tempo con Giovanna, senza nemmeno
accorgermene.

Lei per non farmi pena non me lo aveva detto. S apeva che stava per
morire e per questo mi chiese un mese di tempo.  Sì, un mese, affinche’ a nostro
figlio non rimanesse un cattivo ricordo del nostro matrimonio, non subisse traumi, gli rimanesse
impresso il ricordo di un padre meraviglioso e innamorato della madre.


Questi sono i dettagli che contano in una
relazione. Non la casa, non la macchina, non i soldi. Queste sono cose
effimere che sembrano creare unione e invece dividono.

A volte non diamo il giusto valore a cio’ che abbiamo
fino a quando non lo perdiamo.

 
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pierina gallina

Ho un nome e un cognome che non si dimenticano. Sono appassionata di scrittura, poesia, viaggi, libri e persone, in particolare bambini e saggi. Ho pubblicato cinque libri e sono una felice nonna di 7 nipoti, da 6 a 18 anni, mamma di tre splendide ragazze, e moglie di un solo marito da quasi 50 anni. Una vita da maestra e giornalista, sono attratta dalla felicità e dalla medianità, dallo studio della musica e degli angeli. Vi racconto di libri, bambini, nonni, viaggi, e del mio Friuli di mezzo, dove sono nata e sto di casa, con i suoi eventi e i suoi personaggi. Io continuo a scrivere perchè mi piace troppo. Spero di incontrarti tra i fatti e le parole. A rileggerci allora...

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