Il Ponte, Periodico del Medio Friuli luglio 2020 - Pierina Gallina news

Il Ponte, Periodico del Medio Friuli  luglio 2020

Il Ponte, Periodico del Medio Friuli luglio 2020

Illustratrice:  Silvia Favaretto Venezia                                                                                                               FIABA: LA RAGAZZA CHE REGALAVA IL TEMPO (Vincitrice tra le 52 fiabe della quarantena)

“La vuole un’ora in regalo, signora? Signore, le può servire una manciata del mio tempo? È gratis, la prenda. Bambino, ecco un’ora, te la do, volentieri. Ci puoi giocare, inventare storie, ascoltare una fiaba. Ne ho tante sai? Le tengo tutte in uno scatolone: è pieno. È tuo, te lo regalo”. 

Svelta, la mamma strattonava il bambino che teneva per mano e che continuava a guardare indietro, tendendo il braccio verso quella ragazza col vestito svolazzante, a fiori color vaniglia. La vedeva fermare ogni persona dicendo che voleva regalare un’ora, due, un giorno. Gli piaceva quando girava su sé stessa come una ballerina di valzer, con la gonna lunga che faceva la ruota, lasciando intravedere i calzini rossi a righe bianche dentro scarpe nere di stoffa leggera, senza tacco: “non guardare, non è roba per te”.

Intanto, quella ragazza col vestito a fiori continuava a proporre il suo dono: «Signora, le sarebbe utile una provvista di minuti? È sua. Vuole parlare? La ascolto. Signora! Signore!» chiedeva a chiunque incontrasse, piroettando sulla strada, come un’ambulante che offre mazzetti di fiori o accendini. Si capiva dalle espressioni delle loro facce che tutti pensavano fosse matta, con quelle treccine rossicce fatte di fresco, la riga in mezzo ai capelli ordinati e nelle mani… nelle mani, niente.

Aveva un braccialetto al polso destro. Tintinnava come il campanello dei bicchieri di cristallo, e il “tin tin” andava a tempo coi suoi passi.

Aveva occhi vispi e azzurri, come due gocce di cielo dentro un viso quasi di cera. Appariva felice, con le lentiggini sul naso che sembravano stelle abbronzate.

Continuava a fermare le persone, ma, appena la vedevano avvicinarsi, mettevano la quinta marcia, come se dovessero andare allo stesso appuntamento e fossero in ritardo. Non c’era fretta, però. Era sabato pomeriggio e la primavera timidamente tesseva l’abito da sposa. La ragazza col vestito a fiori faceva dei graziosi inchini, tenendo i lembi con le dita e sfoggiando un rassicurante sorriso. Nessuno la badava, anzi tutti la scansavano, peggio di una mendicante. Di sicuro, qualcuno pensava fosse uno scherzo di quelli che si devono fare come pegno alla festa di laurea: “Quella lì è proprio matta” disse sottovoce un signore alla sua signora che, impettita nell’austero soprabito color beige, lo teneva sottobraccio.

«Mamma, torniamo indietro, voglio una fiaba di quella ragazza» continuava a supplicare il bambino.

«Ti ho detto di non guardarla. Ma non lo vedi che è pazza?» gli rispose seccata la madre, allungando il passo e tenendolo ancor più saldamente per la manina.

In verità, quella ragazza non era matta: era solo generosa.

Di strada in strada offriva il proprio tempo, ma non chiedeva soldi né altro. Solo una donna le si avvicinò, una signora quasi anziana, che appariva stanca e con il viso segnato dal dispiacere.  Stava andando in ospedale, dal vecchio padre moribondo.

Per questo, si fermò ad ascoltarla: «È vero che puoi darmi un po’ del tuo tempo?» chiese.

«Ma certo, quanto le serve?»

«Mi basta un’ora».

E gliela diede. La donna la prese e corse a portarla al padre, che riuscì a vivere un’ora in più. Poi glielo disse alle amiche, le amiche ad altre amiche e fu così che si seppe che, in quella strada piena di negozi e di gente, c’era una ragazza che regalava il proprio tempo. La notizia si sparse in un baleno. Venne scritto anche sul giornale, con tanto di indirizzo. La casa della ragazza dal vestito a fiori color vaniglia fu assediata.

La gente non bussava solo alla porta, ma anche ai vetri delle finestre e supplicava: «Regalami un’ora, no, due, no, otto! Dai, regalami un giorno, un mese, te lo pago a peso d’oro. A me una settimana, un giorno solo no, è troppo poco».

E lei accontentava tutti e senza farsi pagare. Una madre le chiese un mese per la sua bambina gravemente malata e lei glielo diede, molto volentieri. Un’altra madre, sofferente di cuore, il cui unico figlio era in Australia, le disse con gentilezza: «Io sono anziana e lui avrebbe bisogno di tempo per mettere da parte i soldi. Potrebbe volercene troppo, perché lui fa fatica con il suo lavoro. Potrei non rivederlo più, capisci?»

«Ti va bene un anno?»

«Si, magari! In un anno lui riuscirà ad avere i soldi per venire a trovarmi».

La ragazza glielo regalò.

E continuò a regalare ore, mesi, anni. Erano pezzetti della sua vita che dava via, così, gratis.

Un signore distinto le chiese: «Scusa, perché lo fai?»

La ragazza dal vestito a fiori color vaniglia non seppe cosa rispondere.

«Non lo farai perché non ami vivere, vero?» le domandò un artista di strada, con fare circospetto.

Chi è generoso non sa spiegare perché lo è o, forse, lei si vergognava di dire che, essendo molto povera, non aveva altro da regalare.

Qualcuno si preoccupava per lei: “Povera ragazza, a furia di regalare pezzetti della sua vita, si troverà a morire giovane.”

Invece no, chi regala il suo tempo agli altri non lo perde, anzi, lo guadagna, perché il tempo è come i capelli: più si tagliano e più ricrescono.

E così, la ragazza dal vestito a fiori color vaniglia visse un tempo lunghissimo, che portò felicità a lei e a chi lo accettò in dono.

 

Signora, vuole un’ora?

Un’ora del mio tempo.

Glielo regalo, eccolo qua.

Il mio tempo la accompagnerà.

Bambino, vuoi una fiaba?

Ecco, te la do già

e con te si addormenterà.

Buonanotte.

www.silviafavaretto.it

Fiaba da ascoltare: www.pierinagallina.it/audio-fiabe/

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pierina gallina

Ho un nome e un cognome che non si dimenticano. Sono appassionata di scrittura, poesia, viaggi, libri e persone, in particolare bambini e saggi. Ho pubblicato cinque libri e sono una felice nonna di 7 nipoti, da 6 a 18 anni, mamma di tre splendide ragazze, e moglie di un solo marito da quasi 50 anni. Una vita da maestra e giornalista, sono attratta dalla felicità e dalla medianità, dallo studio della musica e degli angeli. Vi racconto di libri, bambini, nonni, viaggi, e del mio Friuli di mezzo, dove sono nata e sto di casa, con i suoi eventi e i suoi personaggi. Io continuo a scrivere perchè mi piace troppo. Spero di incontrarti tra i fatti e le parole. A rileggerci allora...

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