Il PAESE: marzo e aprile 2014
Due occhioni bambini guardano all’insù. Attendono un giudizio. O un ordine.
Insomma, il consueto “Fai questo, fai
quello. Veloce. Muoviti. Mangia,
dormi, svegliati. Obbedisci”.
gli adulti. I cosiddetti “Grandi”. Che,
visti dal basso, appaiono sempre in affanno,
con mani che alzano, vestono, imboccano, portano zaini e
molto, molto altro ancora.
desiderato diventare. Per giunta con il timore di non dare abbastanza stimolazioni ed
opportunità.
far fare loro tantissime attività, dopo la
scuola bene inteso. Se però queste raggiungono
porzioni esagerate rubano spazio al
gioco vero, quello fatto da soli o con
gli amici, oppure all’ozio creativo, tanto
temuto e condannato, a pro di un tempo senza attesa, senza desideri, invischiato nel
“tutto e subito”. Dove le occasioni per parlare ed ascoltare, per scoprire odori, profumi e silenzi, in tutte le sfumate musicalità… semplicemente evaporano.
un bambino?
marciapiedi di paesi e città raramente si vedono bambini giocare. Pochi vanno
in bicicletta.
che correvano liberi, in gruppo, o si arrampicavano sugli alberi finché le loro
madri non li chiamavano a cena? Dove
sono ora? Dentro casa, a fare i compiti o a giocare al computer.
Organizzati, sotto la supervisione di
adulti. Oppure a lezione di danza o di nuoto
o di cooking design. I bambini sembrano appartenere ad una classe media
superiore. Occupatissimi, con orari che potrebbero competere con qualsiasi
manager. So di genitori che programmano perfino i tempi dei compiti. Con minuti vivisezionati.
e adolescenti si sentano insicuri al punto da rischiare seri problemi di stress
e di ansia da prestazione.
crollano alla minima difficoltà. Perché non hanno mai imparato a stare in piedi da
soli, sulle proprie gambe. Crescono,
certo, ma poco sorretti dalla necessaria
autostima che consente di affrontare con equilibrio le prove della
vita.
i propri sentimenti spontanei, come la rabbia, la paura, l’invidia, la scontrosità, la voglia di
piangere o di ridere, perché poco
tollerati e accettati dai “Grandi” e non veicolati dal confronto giocoso.
uccidendo il gioco spontaneo è
l’idea che sia una perdita di tempo e debba essere
gestito e controllato da professionisti o dagli adulti in generale, in
un’atmosfera sempre più competitiva.
facendo più male che bene, con tutte le loro attenzioni?
impediscono ai bambini di giocare, di essere autonomi e coerenti con il
personale modo di sentire ed essere.
decisioni su come risolvere i loro problemi. Sono più forti e più potenti.
Negli ambienti troppo gestiti dagli adulti
diventano vulnerabili.
fino al tramonto in strada, non stavano affatto
perdendo tempo. Anzi, prendevano e
davano lezioni di vita, di problem solving, di negoziazione e resilienza.
senza l’aiuto degli adulti.
della paura, da quella di non disturbare
a quella di possibili rapimenti, e del rischio che i bambini si facciano male o
litighino.
oggi più vicini ai loro figli di quanto non siano mai stati, e questo va
bene. Ma, esclusi quelli che trovano tempi e modalità non ingessate per i loro bambini, questa stretta vicinanza non sempre favorisce
l’indipendenza, l’autostima e la
serenità.
di arricchire le loro esperienze ma… non sarebbe bene che, a volte, i bambini conoscessero la libertà di stare seduti
sotto un albero, da soli, a sognare, rassicurati dall’amore di chi sa tirare l’arco
che li lancia verso il domani?
MARZO 14
APRILE 14
Voglio dedicare questo spazio ai
Bambini! Sì, a questi protagonisti di una stagione breve, sublime e fragile,
luminosa come il sole e buia come l’abbandono. Enorme e senza scorciatoie:
l’Infanzia. Che li vede sulla linea di
partenza di quella intensa corsa chiamata Vita.
Tutti sono lì, con il piede pronto a scattare, il cuore in gola, la
paura di arrivare ultimi. Tutti con caratteristiche differenti, dal colore della pelle alla temperatura della
propria storia. Tutti in balia di un destino che pulsa come un motore o naviga
senza rotta prefissata. Ma con un meraviglioso ingrediente in comune: la pulviscolare via d’uscita della
fantasia, capace di creare gatti che
parlano agli angeli e nuvole madrine delle margherite.
chi sono i Bambini?
un invisibile semino. Si formano nell’acqua, sono fatti d’aria, atterrano
nell’ossigeno del mondo e poi? Ottengono subito il brevetto di viaggiatori
formidabili perché devono imparare, e sempre più presto, una infinità di
codici, la lingua, i sentimenti. E a
stare in piedi da soli. Quanta fatica imparare a camminare, a capire il peso di
un corpo che cambia ad ogni istante. Quanta fatica stare con i compagni verso i
quali provare tutte le sensazioni, dall’antipatia all’amore. Quanta fatica essere sempre come vogliono i
grandi, genitori, nonni, maestri, professori e così via. E l’impresa si fa ancor più ardua se sono
circondati da adulti impegnati a farli smettere di essere Bambini il prima possibile.
Bambino!” è una delle richieste più assurde in cui possano imbattersi.
cosa deve mai fare un Bambino se non il…Bambino?
l’adulto ingessato, ubbidiente,
tartassato e spesso triste?
fermo, zitto, seduto, dormendo, mangiando e pensando su comando?
complice dell’adulto anche nel far sparire la magia dall’infanzia?
stagione della vita è orfana della speciale intensità con cui solo un Bambino
può guardare e sentire il mondo, grazie alla capacità di allargarlo,
aggiustarlo e reinventarlo durante il gioco del fare finta, ma sempre facendo
sul serio.
d’infanzia in agguato?
i Bambini adulti in miniatura, senza sforzarsi di mettersi all’altezza di
questi straordinari viaggiatori, dotati di talenti nemmeno immaginabili. Che a
volte hanno pochi mezzi per esprimersi se non con il corpo, il pianto, l’euforia,
la chiusura, la rabbia. Scambiati a volte per iperattività, aggressività,
violenza o altri problemi dai nomi altisonanti. Che sia colpa della società? O
della fretta? O, forse, dell’incapacità
di scendere dal palinsesto incerottato
delle facili e sicure convenzioni, che non tengono conto di cosa siano fatti i Bambini
OGGI?
sasso, fiele, carbone.
i Bambini imparano e sono quello che vivono.
critiche imparano a condannare. Combattono se assaggiano l’ostilità. Sono
apprensivi se conoscono la paura e timidi se vengono ridicolizzati. Sono
invidiosi se percepiscono la gelosia e colpevoli se vivono con la vergogna. Ma
sanno essere pazienti se trattati con tolleranza e sicuri di sé se vengono
incoraggiati. Imparano ad apprezzare se loro stessi vivono l’approvazione e la
giusta lode. Sono generosi e
percepiscono il mondo come un posto bello in cui vivere se vengono abituati
alla condivisione, alla lealtà e all’amichevolezza.
responsabilità abbiamo noi adulti!
dopo una storia personale intrisa di Bambini. Questo scritto vuole render loro
omaggio ma è richiesta di ulteriore impegno
a me stessa e a tutti i “Grandi”.
di loro guarderà con occhi diversi un bambino mentre gioca, gli presterà
attenzione un minuto di più, allora avrò scritto qualcosa di buono!
riconoscimento poetico ad Ambra Gaudino, 9 anni, di Codroipo. Al X° Concorso internazionale di Poesia del
Castello di Duino, dal tema “Io, Tu” la
sua opera “Io e voi grandi” è stata
premiata per la categoria “giovanissimi,
under 16” , fra 950 concorrenti
provenienti da 90 paesi del mondo. Alla cerimonia di premiazione, Ambra ha letto con spigliatezza la sua poesia
davanti al numeroso pubblico formato da giovani di varie nazioni, tra cui California, Grecia, Polonia, Bulgaria, Iran, Usa,
Macedonia, Argentina, Serbia, Mozambico, Nigeria, Moldavia, Portorico, giunti a
Trieste per la settimana della poesia e solidarietà come linguaggio tra i
popoli.
COSA COSA?
SONO IO?
OTTO ANNI E SONO ALTA GIUSTA.
PER VEDERE VOI GRANDI
GRASSI, E A VOLTE STUPIDI,
FATE COSE INSENSATE.
SGRIDARE SENZA SENSO I BAMBINI,
COSE SCADUTE SENZA GUARDARE LA DATA,
LE PERSONE SOLO PER DIVERTIRVI.
ANDATE ALLE GIOSTRE, SULLE GABBIE
VOLANTI,
VI VERRA’ IL LATTE ALLE GINOCCHIA
CAPIRETE COSA VUOL DIRE AVERE DOLORE,
IMPARERETE A COMPORTARVI BENE,
DITE SEMPRE A NOI BAMBINI.
COSA COSA?
CAPITO?
SI’ MEGLIO PER VOI.
E’ NO, VI FACCIO ANDARE SUL RANGER,
A TESTA IN GIU’.
SEMPRE.