IL PAESE – magazine di cultura, società, turismo del Medio Friuli – maggio 2016
Editoriale: Parlare di ISIS ai bambini: Si o no?
loro di ciò che sta accadendo nel mondo, delle immagini che la televisione
propone quotidianamente è impresa davvero difficile. Isis, attentati, terrorismo, kamikaze, sono
parole ricorrenti che suscitano curiosità ma, più che cambiare canale, evitare
i telegiornali, è necessario informarsi, capire, per poter dare
risposte convincenti, verosimili e, soprattutto, a misura di bambino. Domande
capaci di spiazzare anche il più esperto degli psicologi nascono anche nei
bambini ben riparati e schermati dalle crude notizie. Ma è corretto parlare ai
bambini di ISIS e di altre atrocità che condiscono il nostro oggi, quindi la
nostra storia?
legittime curiosità. I bambini, da almeno 3 anni in su, vivono immersi nello
stesso flusso informativo degli adulti,
sono soggetti a iperstimolazione di dati e immagini che non sanno
sintetizzare. Chi ha a che fare con i bambini detiene, nei loro confronti, una
responsabilità educativa, soprattutto in situazioni difficili come possono
essere quelle legate ad atti terroristici,
morti, tragedie che a loro
arrivano in modo indiretto, ma arrivano.
rispondere per rasserenare un bambino che ha il sacrosanto diritto al benessere
anche quando si verificano eventi che possono minacciarlo? Davanti a qualsiasi
richiesta di saperne di più è, quindi, corretto fornire risposte. Va bene, ma come?
da Erickson, a cura di Dario Ianes, presentato
recentemente al Festival Vicino/lontano di Udine. Un saggio che va dritto al punto: è giusto
parlare ai bambini di ISIS e di terrorismo? Dario Ianes inquadra la questione
scrivendo: «Sciascia esortava a “illuminare” le cose della Mafia, a non
tacere…» e poi, analizzando la realtà dei fatti: «Genitori e insegnanti tendono
a evitare di parlare di ISIS e terrorismo, non sanno come farlo e rischiano di
banalizzare le ansie, le paure e le domande dei loro figli e alunni. Spesso
dicono che sono cose lontane, che non arriveranno mai qui». Ma se nell’aria si respira paura e gli adulti
sono spaventati, nella prospettiva
emotiva di un bambino, un adulto spaventato diventa anche un adulto
spaventante. Quindi, ha maggior bisogno di sicurezza e certezza. Per dargliele
l’autore prova a tracciare una sorta di storia del terrorismo per avere una
visione quanto più completa possibile della situazione. In un’epoca in cui la
disinformazione la fa da padrone e si accompagna al pregiudizio è basilare
sapere prima di parlare di ISIS ai bambini e non solo. Nel libro non ci sono risposte immediate a interrogativi tipo “Mamma
come mai c’è chi uccide così tanta gente? Perché lo fa? Cosa si può fare per
fermare queste persone?” Non è un libro con domande e risposte. Ma aiuta a conoscere e riflettere per poi avere
maggiori elementi per le proprie risposte che, però, devono essere personali. Non è una lettura semplice e, visto il
contenuto, non poteva essere altrimenti. Certi meccanismi sono difficili da
comprendere anche per noi adulti, spesso
impreparati sull’argomento.
VARMO (UD)
poeta Amedeo Giacomini
Varmo ha dedicato l’edizione 2016 della Festa della Patria del Friuli a uno dei grandi della letteratura di questa terra, scomparso dieci anni fa: Amedeo Giacomini. Nell’ambito dei festeggiamenti della Provincia di Udine, promotrice di eventi in tutto il Friuli storico per ricordare il 1077, il poeta e scrittore nativo di Varmo, è stato commemorato nella Sala Consiliare per volere del Comune, della Pro Loco ‘Lis aghis’ di Romans con il coordinamento di Paolo Bortolussi. Ho avuto l’onore di illustrare la produzione letteraria di Giacomini, sia in prosa che poetica. Su Wikipedia si legge che Giacomini è considerato “il più grande che il Friuli abbia avuto dopo Pasolini”. In realtà lui diceva «Le mie parole vengono dalla vita, dalle osterie, dalle strade. A me la tradizione serve poco. Solo Pasolini è un modello, ma negativo. Un idolo polemico. Senza di lui io non esisterei come poeta.» Giacomini ha scritto sia in italiano che in friulano. La scelta di utilizzare la lingua friulana risale al 1976, anno del terremoto del Friuli. Giacomini è stato anche docente universitario presso l’università di Udine e si è dedicato alla filologia, curando diverse opere dialettali. Le parole di Amedeo Giacomini, il cantore di Varmo, restano sempre la migliore guida all’interpretazione della sua poesia e all’urgenza ‘dialettica’ dei suoi versi. Lo storico e critico d’arte Franco Gover, ha descritto Villa Giacomini, villa veneta in cui nacque il poeta nel 1939. La farsa ‘Il Trovatore’ di Pietro Zorutti, a cura dei lettori interpretativi della Pro Loco e il Coro ‘Aghe frescje’ diretto da Guerrina Virgili, hanno arricchito il convegno con note di allegria nel nome della schietta tradizione friulana.