
GIORDANIA E PETRA: Racconto di viaggio 2025 con Abacoviaggi
GIORDANIA E PETRA… dove l’eternità sa ancora parlare
Nel cuore inquieto del Medio Oriente, la Giordania ha scelto la via meno battuta: quella della PACE. E la percorre con fierezza, offrendo rispetto a ogni popolo e accoglienza a ogni viaggiatore.
Amano il loro Re, i giordani. Re Abdullah II non è solo il sovrano, ma un simbolo di equilibrio e dialogo. Anche le donne camminano libere, coperte solo se lo desiderano.
Si respira un’aria diversa, qui: un’aria che non grida, ma racconta.
Racconta di famiglie unite, di mercati colorati, di bambini che salutano con occhi chiari e mani sporche di sabbia.
Le sfumature della Giordania non si contano, si sentono. Nei profumi delle spezie, nella polvere dorata, nella voce della guida che sussurra leggende millenarie. Ogni angolo custodisce una storia, ogni sguardo un’umanità profonda, incisa di elegante resilienza, di sorrisi autentici e di mani che porgono, che mai chiedono, che, semmai, invitano alla contemplazione.
E poi c’è Lei: Petra, una delle sette meraviglie del mondo.
Non arrivi a Petra. Vieni accolto da Petra.
La raggiungi a piedi, attraverso un canyon stretto stretto, che è già poesia: il Siq.
Le rocce danzano sopra alla tua testa, sfumano in rosa, ocra, ruggine e oro. Ti stringono, ti guidano, ti preparano a ciò che non ti aspetti. Poi sei davanti a Lui, al Tesoro “Al-Khazneh”.
Imponente, elegante, scolpito nella roccia viva. Sta lì da oltre duemila anni, eppure sembra respirare con te. E in quel momento, davanti alla facciata alta 40 metri, il tempo si inchina.
Petra è, sì, la “Pompei d’Oriente”, ma è molto altro oltre all’archeologia: è emozione cruda, sacra, intensa. Di notte, poi, è magia pura. “Petra by night” annienta ogni parola. Cammini nel buio, guidato da 1800 candele, vere, e accese come se il cielo si fosse accomodato sulla terra. Il Tesoro, illuminato appena, sembra galleggiare tra sogno e memoria.
Il silenzio è totale. Un flauto beduino racconta l’essenza della pace. Una pace che non è assenza di guerra, ma presenza di senso. E scopri che in quel buio luminoso qualcosa dentro di te si apre, si commuove, si inginocchia.
E sei un ottomiliardesimo di umanità, briciola consapevole di appartenere a qualcosa di eterno e capisci che posare i piedi su questa terra sacra è privilegio, che non si dimentica.
Terra sacra, sì, ma moderna, che ha in serbo altri doni per te: il silenzio del Wadi Rum, il respiro del Mar Morto, la memoria incisa tra le pietre di Amman e di Madaba, coloratissimi Souck, ma anche alberi viola, auto moderne, taxi gialli come funghi, pullman con WIFI a bordo, i sorrisi gratuiti, il garbato “Welcome” e una miriade di gatti felici.
Deserto del Wadi Rum o Valle della Luna: appena lo fiuti è tuo, e lo leggi come un poema inciso dalla natura. Dormi sotto a stelle antiche, danzi in jeep tra le dune, ascolti la sabbia che narra storie di beduini e di Nabatei. E poi vedi l’alba dall’alto di una mongolfiera, col sole che sale a dorare l’infinito…
E, poi, galleggi nelle acque dense del Mar Morto, fluttuando in un pensiero sospeso: nessuna fatica, solo abbandono. Anche se sapere che si sta prosciugando – un metro e trenta ogni anno – trasforma la meraviglia in una sorta di tristezza.
Ma ti riprendi a Gerasa, tra le rovine romane, sul Monte Nebo, sui passi di Mosè, a Madaba, con la mappa del mondo, a “Piccola Petra”, scrigno riparato dai silenzi e dalle grotte abitate fino al 2007.
Ogni luogo una lezione. Ogni tappa, una carezza al cuore. Perché la Giordania ti cammina dentro.
Non la visiti. La senti. Sa di Meraviglia e di PACE! Da Il nuovo Paese, giugno 2025 pagina 13