COLTAN: Il MOSTRO - Pierina Gallina news

COLTAN: Il MOSTRO

COLTAN: il Mostro.

Ogni mattina la nostra sveglia suona, la spengiamo, ci alziamo e diamo inizio a tutte quelle azioni quotidiane che ci porteranno fino in fondo ad ogni giornata, per poi andare a dormire e ricominciare il giorno seguente. E così via per tutta la vita.
Sembra tutto normale fin qui, così va per tutti, ricchi, poveri, sfruttatori e sfruttati, ognuno a suo modo fa qualcosa.

Provate a chiedervi se ogni vostra azione ed ogni eventuale mezzo o attrezzo utilizzato per portarla a compimento nasconda in realtà un “mostro”: quello dello sfruttamento.
A fine giornata vi direte “c’è da diventare matti!” non ci sono oggetti nei nostri appartamenti o uffici che non siano costruiti a discapito di qualcuno e nessun bene che possiamo utilizzare senza che qualcuno non ci rimetta in qualche modo.

Alcuni di noi cercano di non sprecare l’acqua pensando che nel Corno d’Africa c’è la siccità e molte persone stanno morendo di sete e perché, comunque, in molti Paesi c’è una perenne carenza d’acqua; di non sprecare cibo sapendo che come per l’acqua ci sono molte persone che muoiono di fame o che sopravvivono con appena un pugno di riso bianco al giorno; di non sprecare la carta pensando alle tante foreste abbattute; per fortuna c’è anche chi non ama i gioielli, così da non trovare difficile rinunciare all’oro o ai diamanti.
Nonostante questo dietro a qualsiasi nostro gesto si nasconde il “mostro dello sfruttamento”.

La maggior parte di noi non sa che utilizzando il telefono cellulare, il computer portatile o la Play Station, incrementa lo sfruttamento e la successiva morte di molti poveri della Repubblica Popolare del Congo in prevalenza, poi di Brasile, Mozambico, Nigeria, Ruanda, Uganda, Etiopia. Perché? È molto semplice: per costruire questi apparecchi così utili al nostro lavoro o passatempo quotidiano e soprattutto al risparmio di carta che ci permette di salvare tante foreste, viene utilizzato il COLTAN.

Cos’è il COLTAN? Una specie di sabbia nera leggermente radioattiva (quel tanto che basta ad uccidere lentamente quelli che la estraggono) formata da due minerali la COLOMBITE e la TANTALITE, dalla contrazione dei due nomi nasce il COLTAN.
Questo insieme dei due minerali, ma in particolare della Tantalite che è estremamente difficile trovare pura in natura, è utilizzato per la costruzione di microcondensatori utili nella fabbricazione, appunto, di computer portatili, cellulari, consolle per videogiochi ed altre apparecchiature Hi Tec.

Oltre che nelle zone già citate, il COLTAN viene estratto anche in Australia (ad oggi maggior produttore a livello mondiale) e in Canada, ma forse lì hanno una maggior cura nel tutelare coloro che lo estraggono (speriamo almeno) e sicuramente il prezzo da loro praticato alle multinazionali è molto più alto rispetto agli altri paesi nei quali viene estratto e commercializzato in modo semilegale. Questa ovviamente è solo un’opinione personale, ma mi documenterò per accertarmi se effettivamente sia così.

Nei cosiddetti paesi in via di sviluppo invece, il COLTAN viene fatto estrarre con pala, piccone e mani nude, caricato in sacchi e trasportato a spalla fino ai centri di raccolta.

Non possiamo dimenticare che siamo anche noi con il nostro uso smodato della tecnologia ad essere parte attiva in questo omicidio di massa, soprattutto perché non pensiamo mai, quando acquistiamo degli oggetti o li utilizziamo, ai processi lavorativi che ognuno di essi subisce prima di arrivare a noi, ed ai materiali impiegati per costruirli. Per esempio: pensiamo mai al costo per lo smaltimento di un pc e a quanto e quale materiale viene utilizzato per fabbricarlo? Sicuramente no e se lo sapessimo ci verrebbero i brividi lungo la schiena, ma questo è un altro argomento.

Torniamo al COLTAN. Si legge da fonti certe che nel 1998 veniva venduto a 65 dollari al chilogrammo mentre nel 2004 è arrivato a 375 dollari. Ad oggi non abbiamo fonti attendibili che indichino un prezzo, ma ad occhio potremmo dire che il costo potrebbe aggirarsi intorno ai 700 dollari al chilogrammo, se non di più.

Così scopriamo che dietro alla guerra del Congo c’è stato e continua ad esserci anche il COLTAN, per il quale le multinazionali in collaborazione con i capi militari dei ribelli e con alcuni eserciti regolari del Ruanda e dell’Uganda, non hanno esitato a finanziare la guerra. In pratica i ribelli e i militari di varie fazioni rubano il minerale sfruttando gli estrattori che spesso vengono anche uccisi, per poi rivenderlo alle multinazionali in cambio di armi, tutto questo passando per società non proprio legali.

Questa situazione ha raggiunto limiti così inimmaginabili, che le stesse Nazioni Unite si sono viste costrette ad intervenire pubblicando nel 2002 un rapporto sullo sfruttamento illegale delle risorse minerarie del Paese Africano, soffermandosi in particolare sul COLTAN, per il quale furono interessate anche la società H.C. Starck, sussidiaria della Bayer e le compagnie aeree Sabena e Swissar. Le ultime due citate, grazie alla pressione di alcune organizzazioni non governative hanno smesso di trasportare il pericoloso minerale.

Inoltre questo intervento ha fatto sì che la maggiore organizzazione a livello internazionale con sede in Belgio, che raggruppa tra i più grandi produttori e raffinatori di questo minerale, ha spinto i suoi associati a non acquistare la materia prima in Congo e Ruanda proprio perché non è eticamente accettabile che questo vada a finanziare la guerra e ad incidere sull’ambiente creando ulteriori danni.

Ora sappiamo che oltre all’oro e ai diamanti, anche i nostri amici elettronici che tanto fanno per noi, sono insanguinati.
È evidente che non si può rinunciare completamente alla tecnologia (anche perché il COLTAN viene utilizzato in vari campi compreso quello aerospaziale) ma sicuramente si può imparare ad essere più parsimoniosi nel rinnovare gli oggetti tecnologici a nostra disposizione ed informarci se prima di gettare via un pc o un telefono cellulare sia possibile permutarlo, regalarlo, insomma riciclarlo in qualche modo.
Pensare a ciò che consumiamo è un dovere verso noi stessi, verso gli altri e verso l’ambiente.

Condividi

pierina gallina

Ho un nome e un cognome che non si dimenticano. Sono appassionata di scrittura, poesia, viaggi, libri e persone, in particolare bambini e saggi. Ho pubblicato cinque libri e sono una felice nonna di 7 nipoti, da 6 a 18 anni, mamma di tre splendide ragazze, e moglie di un solo marito da quasi 50 anni. Una vita da maestra e giornalista, sono attratta dalla felicità e dalla medianità, dallo studio della musica e degli angeli. Vi racconto di libri, bambini, nonni, viaggi, e del mio Friuli di mezzo, dove sono nata e sto di casa, con i suoi eventi e i suoi personaggi. Io continuo a scrivere perchè mi piace troppo. Spero di incontrarti tra i fatti e le parole. A rileggerci allora...

YOU MIGHT ALSO LIKE

Urli Irene

Soffermarci a riflettere sulle conseguenze delle nostre azioni lo ritengo un dovere. Dico anche che, purtroppo, non siamo in grado di vedere tutto cio che accade nel piccolo di ogni persona, se non c'é qualcuno ad aprirci gli occhi. Questo perchè la vita ormai frenetica che ci appartiene non lascia spazio alle riflessioni. Grazie Pierina!

11 Agosto 2012

cristiandellavedovapg

Tanto è il dannoso che ci circonda, che respiriamo, che mangiamo.Soccombere o autodifenderci per quanto è possibile? Abbiamo una immensa responsabilità verso i nostri bambini.

11 Agosto 2012
Articoli recenti
Archivi
Categorie
Tag