CODROIPO (UD): LA VOCE DEI POETI a cura dell’ORTO DELLA CULTURA Edizioni – 28 settembre 2017
Voluta dalla casa editrice l’Orto della Cultura di Maura Pontoni, la serata ha voluto dimostrare l’importanza della poesia oggi, come voce del nostro tempo, nel rispetto della pesonalità e della storia di chi ama esprimersi con la scrittura. Ho avuto l’onore di coordinare poesie e musica in 90 minuti di scambio condiviso tra pubblico e poeti, che hanno trovato nella musica delle arpe eseguite da Chiara Pilosio e Giorgia Vuagnin ideale complemento.
Intervallati dall’apprezzata musicalità delle allieve della Prof. Serena Vizzutti della Scuola di Musica “Città di Codroipo” rappresentata dalla direttrice Elena Blessan, cinque poeti, ANNALISA VUCUSA, RITA VITA MARCECA, VILIA CANDIDO, ADRIANO LOSCHI, ENNIO PERINI e IO, hanno dato voce ai loro scritti, ai loro vissuti, ricompensati dalla calda attenzione e partecipazione del pubblico.
come afferma nel suo
nel 67,
psicologico. Vive a Pagnacco e fa parte
dell’associazione Pentalux. È stata insegnante di scuola media in materie
letterarie e ha sempre amato la scrittura.
Trebisonda, in collaborazione con il marito, Zahra, fiore dei Saharawi e due
raccolte di poesie. In questo ritorno alla poesia vuole esprimere esperienze
interiori attraverso parole essenziali e significative per dar vita a
sentimenti, visioni e sensazioni.
stessa autrice ci racconta, che nascesse a Partinico dove il padre poliziotto venne trasferito per
lavoro. Rita, positiva e
solare, oggi vive a Spilimbergo, e da 25 anni svolge con amore e devozione il
ruolo di infermiera professionale, e in ambito psichiatrico, affrontando anche
casi difficili. Serba nel cuore i bei ricordi dell’adolescenza vissuta “per
caso” a Partinico, una realtà alla quale è molto affezionata e di cui conserva
un ottimo ricordo. Rita scrive da quando aveva 9 anni, incoraggiata, sin da
piccola dai suoi insegnanti che avevano già percepito il suo talento e le sue
capacità.
presagio e poco più. • Paesaggi della
memoria in punta di matita.
alla lettera…Abbecedario.
di una mancata esperienza – Indy,
divertimento per gatto solista.
pubblicato:
ricerca della lingua perduta • C’era
una svolta. Dal 2003 con cadenza annuale escono i suoi Quaderni della befana in
un’edizione fuori commercio. Presente in alcune antologie di racconti.
poesie
ed imprenditore edile in Friuli Venezia Giulia, ha conseguito la medaglia d’oro
dalla Camera di Commercio di Udine.
Poesia e prosa di “Scampoli di una vita”, sono memorie del
cuore, ricordi di giovanile spensieratezza nonostante il dolore, la tragedia,
la disillusione: sentimenti trasmessi attraverso versi semplici e spontanei,
accentuati dalle note in calce. Ricordi della giovinezza, dei primi amori, la
freschezza di gioie ancora inconsapevoli, ricordi di guerra, la sua Venezia, la
consapevolezza del grande amore, la compagna di una vita.
PIERINA GALLINA
il pieno di emozioni e di esperienze che la Vita le regala.
nazionali e internazionali, tra cui il Premio Andersen, ha pubblicato due
libri: “Come aerei di carta” e “Come petali di luna”. In arrivo “Come angeli in
vacanza” a chiudere la trilogia del Come.
Un altro gradino verso CODROIPO vestita di Poesia o, meglio ancora, chissà CODROIPO, Città della POESIA.
poeti.
vuol dire la parola POETA? Deriva dal
verbo greco POIEO che vuol dire semplicemente FARE. Su Wikipedia si legge che
un poeta è uno scrittore di poesie.
è l’arte di mettere insieme parole, suoni e ritmi per esprimere
contenuti, emozioni personali. Per questo la poesia è imparentata con la musica
che mette insieme note, suoni, ritmi. Il
valore aggiunto della musica e della poesia, secondo me, sta nell’emozione che
sa dare. Tutti siamo cacciatori
di emozioni e, per averle e trasmetterle, la poesia ha bisogno della
LIBERTA’.
sono i migliori poeti. Perché sono alla fonte del sapere e possiedono una umanità
totale. Poi la scuola e la società spengono questo patrimonio. Chi riesce a
sfuggire a tutto questo ha una buona speranza di diventare un poeta.
poeta?
che vede le cose che altri non vedono.
cogliere particolari ed emozioni in TUTTO. E sente l’esigenza di scriverle.
Fermarle. Per sé, prima di tutto.
poeta non è pensabile lasciar perdere. Lasciar
correre o rimandare a un’altra volta.
quelle parole perché sono loro che in modo prepotente decidono di uscire e
diventare segni. Il poeta scrive per
vuotare un pieno che ha dentro e preme. Non per riempire un
vuoto. Perché un poeta non è mai solo né vuoto. Perché ha le parole che lo tartassano, lo
obbligano a farle uscire, ma gli fanno compagnia e sono TERAPEUTICHE. E questa è una magia, una fata o una strega con
cui chi scrive ha a che fare sempre.
non rientrano nei canoni della metrica, della rima, delle regole auliche? Per fortuna SI. Esattamente come quelle dei
bambini. Loro non conoscono Dante.
accadono occasioni, come questa. La condivisione, si sa, dà gioia. Se poi
genera emozione dà felicità.
di più chi scrive.
una madre che fa vedere il proprio figlio con timidezza ma anche con orgoglio
gioioso.
prova questo non è un poeta ma semplicemente uno che scrive.