CODROIPO PASSARIANO (UD) DOPO 80 ANNI HA CHIUSO LO STORICO BAR DA FRUSINE. CI VENIVA ANCHE MARGHERITA HACK - Pierina Gallina news

CODROIPO PASSARIANO (UD) DOPO 80 ANNI HA CHIUSO LO STORICO BAR DA FRUSINE. CI VENIVA ANCHE MARGHERITA HACK

Il barDa Frusine”, locale storico,
di quelli di una volta, quasi uno scenario da film d’epoca, a due passi
dall’ingresso di Villa Manin, con
annesso un punto
vendita di alimentari
ha
chiuso i battenti
. Vi si trovavano poche cose
ma di tutto un po’
: dal pane alle buste, dall’acqua minerale
alla spazzola adesiva per pulire i vestiti dai pilucchi.  Nel negozio c’è ancora il vecchio mobile di
legno che si usava quando la pasta, lo zucchero e gli altri alimenti
venivano venduti sfusi
.  Dietro, oltre il bancone,
nascosto, un piccolo cortile con due tavolini. Ideale rifugio dei fumatori.

Dall’inizio di quest’anno, non più il panino prenotato il giorno
prima né il latte nè le patatine Rodeo né un bicchiere di bianco servito con il sorriso e la parola
cordiale di Gianna Cordovado, una vita dietro il bancone,  e del marito Livio Martini,
originario di
Massa Carrara.  

I 162 abitanti del piccolo borgo sono rimasti orfani del bar che,
nel 1939, era stato avviato dalla madre di Gianna, Eufrosina Bidini, conosciuta come Frusine, al posto di una frasca dove i Manin vendevano i loro vini. Lei era appassionata
di commercio e, pur avendo frequentato solo la seconda elementare, sapeva
leggere, scrivere e far di conto. 
Inoltre, aveva già esperienza di vendita di
vino a Rivolto ma, prima di riuscire a trasformare la frasca in bar e
alimentari, dovette sudare le fatidiche sette camicie.  La burocrazia, al tempo, non era meno
complicata di adesso. Si potevano vendere solo alcolici che non avessero più di
20 di gradazione, e bisognava ogni anno chiedere e ottenere la licenza. 
Nata a Villalta
di Fagagna nel 1904, Eufrosina aveva sposato nel 1927 Attilio Cordovado, classe
1902. Il loro matrimonio era stato arricchito dalle figlie Danila e Gianna,
nata nel 1940 e sempre vissuta dietro il bancone del bar e di quello del
negozio di alimentari. 
Fin da piccolissima seguiva la madre che era una sorta
di consigliera per i paesani e aveva una parola buona per tutti. 80 anni di
vita in mezzo alla gente per Eufrosina o “Frusine” e per Gianna che, nel
1965, ha sposato Livio, approdato a Codroipo come militare. 
Da allora hanno vissuto
ogni momento della loro vita insieme dietro i banconi, ad affettare prosciutto,
 versare vino, conversare con i paesani e
gli avventori di Villa Manin.   
Ricordano
con piacere quando la scienziata Margherita Hack veniva da loro a prendere il
caffè, come una persona qualunque, prima o dopo i convegni.  
 “Forse
saranno passati da noi anche altri personaggi famosi – dicono – ma non li
conoscevamo perché non abbiamo mai avuto la televisione nel bar”.  Dal 1960 in poi, infatti, dopo lavori di
ristrutturazione dei locali, non hanno voluto la televisione, ma nessuno ne
aveva sentito la mancanza perchè il bello di andare “Da Frusine” era poter parlare,
 giocare a carte e stare in buona
compagnia.
 Gianna e Livio hanno
assistito la madre e suocera Eufrosina tenendo duro per tutti questi anni proprio
pensando ai paesani e agli anziani che non volevano privare dei generi di prima
necessità. 
Senza auto né corriere, i tre chilometri che separano Passariano da
Codroipo sembravano lunghissimi.   
Hanno continuato ad aprire le serrande di “Frusine” fino al 31 dicembre 2018. 
L’ultimo
sabato dell’anno scorso hanno fatto una festa per salutare i tanti amici e,
solo quella sera, hanno trovato il coraggio di appendere il cartello bianco con
la data della chiusura scritta in grande e in rosso. “ Ci pensavamo da tempo –  ripetono – ma la nuova contabilità con la
fattura elettronica ci ha fatto dire basta
. Ci dispiace perché sappiamo di
essere un punto di riferimento per il paese, ci sentiamo utili, in un certo
modo importanti. Ma oggi è complicato avere un’attività.  Ci mancherà il dialogo ma è dura stare dietro
il banco tante ore e tutti i giorni e non siamo ragazzini”.  In questi lunghi anni, hanno visto cambiare la società e assottigliarsi i paesani. “Stando dietro il banco – assicurano – si impara ad ascoltare e a dimenticare. Noi non sappiamo molto di ciò che è successo fuori dal nostro ambiente”.
Alla domanda “Cosa farete ora?” rispondono,
guardandosi in modo complice e tenero. 
“Per adesso ci sentiamo in vacanza come
durante il mese di chiusura estivo. Sappiamo che sarà dura abituarci ma abbiamo
le nostre passioni e pensiamo a qualche viaggio. Magari qualcuno di quelli che
non abbiamo mai potuto fare”. 
Gianna ammira le sue piante grasse che adornano
le stanze che furono il bar e ne va fiera. Alcune raggiungono il soffitto. Livio
pensa al suo orto e alla piccola vigna dietro casa e alla meraviglia di stare
all’aria aperta.  A 78 e 84 anni la vita
può riservare belle sorprese.

Cosa ci vuole per trascorrere oltre sessant’anni dietro il
banco? “ Grinta, sopportazione ma, prima di tutto, è un lavoro che deve piacere”.
“ Ricordati che sei al servizio del cliente” è sempre stato il motto di  Eufrosina o Frusine.  Una lezione di vita che non passa mai di
moda.

                        Dal messaggero veneto 9 gennaio 2019

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pierina gallina

Ho un nome e un cognome che non si dimenticano. Sono appassionata di scrittura, poesia, viaggi, libri e persone, in particolare bambini e saggi. Ho pubblicato cinque libri e sono una felice nonna di 7 nipoti, da 6 a 18 anni, mamma di tre splendide ragazze, e moglie di un solo marito da quasi 50 anni. Una vita da maestra e giornalista, sono attratta dalla felicità e dalla medianità, dallo studio della musica e degli angeli. Vi racconto di libri, bambini, nonni, viaggi, e del mio Friuli di mezzo, dove sono nata e sto di casa, con i suoi eventi e i suoi personaggi. Io continuo a scrivere perchè mi piace troppo. Spero di incontrarti tra i fatti e le parole. A rileggerci allora...

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A1

Ho saputo della chiusura di un locale storico di Passariano ed ho provato un senso di vuoto che si è aggiunto a tutti quelli che hanno contrassegnato la chiusura delle piccole attività nel mio comune, da qualche anno a questa parte. Questa volta però non ha cessato l’attività un locale qualsiasi. “Frusine” era un’istituzione a Passariano: era la vera osteria del paese, quella in cui potevi incontrare delle persone autentiche. Era uno di quei locali in cui il tempo sembrava essersi fermato, dove il calore non era dato da un termosifone acceso, ma dai modi gentili del gestore. Per me era qualcosa di ancor più speciale: era il vero locale degli artisti, ma non un locale che si “atteggia” ad essere così per moda. Da Frusine ci andavano gli artisti veri. Conservo nel cuore, con tantissimo affetto, le immagini delle serate trascorse con: Pietro, Antonio, Luigina, Emiliana e tantissimi altri davanti ad un calice di rosso o a un caffè dopo “l’en plein air” che organizzavamo Passariano, ogni anno, in occasione di Sapori Pro Loco. Mille chioschi, con specialità di ogni genere: sia da mangiare che da bere, eppure il vero “porto sicuro” era Frusine, quello in cui ci si sentiva a proprio agio. Sapere che quel luogo della durata non esiste più mi riempie di malinconia.

5 Gennaio 2019
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